The 100 4×01: recensione della season première, intitolata Echoes
Sono passati ben tre anni dal pilot di The 100, quando curiosi ci apprestavamo ad entrare in questo futuro distopico, in cui la Terra era considerata un luogo radioattivo, senza alcuna possibilità di vita. Nel corso di questi tre anni abbiamo visto poche gioie, rinchiuse in brevi istanti, e soprattutto sofferenza, lotta, giustizia, sopravvivenza, tradimenti e fratellanza. The 100 è tornato ufficialmente il 1 Febbraio 2016 con la quarta stagione.
Arrivati alla quarta stagione di The 100 possiamo dire coscientemente che non abbiamo più la natura misteriosa, e apparentemente crudele, della prima stagione, che per certi aspetti poteva ricordare la natura dell’isola di Lost, piena di intrighi ed enigmi da svelare. In Echoes, première della nuova stagione, siamo consapevoli che la presenza dell’uomo, e tutte le guerre e gli scontri che ne conseguono, hanno avuto il loro effetto, anche dal punto di vista ambientale.
The 100 4×01: L’agitazione e la confusione contraddistinguono Echoes
I primi episodi delle precedenti stagioni erano contraddistinte da un’atmosfera più soft, e in qualche modo più pacifica, mentre la quarta stagione parte proprio con un’agitazione e una confusione tali da far credere che si tratti di un semplice episodio di metà stagione, più che quello d’introduzione.
Ancora una volta, tutto dipende da Clarke (Eliza Taylor) e dalle sue insindacabili decisioni. Ci eravamo lasciati con la distruzione della City of Light (Citttà della Luce) e della sua creatrice A.L.I.E. Ma se pensate che l’abbattimento della minaccia che ha contraddistinto la terza stagione potesse bastare ad esultare, vi sbagliate di grosso. Infatti, messa da parte una minaccia, ce n’è subito un’altra che attende dietro l’angolo. Un po’ come “morto un papa se ne fa un altro“, no?!
I tredici Clan sono nuovamente in pericolo, Clarke, infatti, mandando fuori gioco A.L.I.E., ha condannato ad un altro terribile destino il suo popolo, e quello appartenente a tutti gli altri clan: moriranno entro sei mesi, a causa dell’aumento delle radiazioni dovuto alla fusione dei reattori nucleari che avevano resistito alla prima catastrofe.
The 100 4×01: Clarke soffre ancora per la scomparsa di Lexa
Non c’è tempo di gioire e neanche di respirare, dato il ritmo concitato di Echoes. Gli abitanti della Terra non riescono a trovare un punto di comune accordo, continuando a lottare tra di loro ed a mettere a repentaglio le loro vite. In particolar modo, in questo episodio, assistiamo all’odio che persiste tra gli Skaikru e Azgeda (la Nazione di Ghiaccio). Fondamentalmente Azgeda non vuole mantenere le promesse sulla coalizione fatte da Lexa, ovvero rispettare la coesistenza di tutti i clan, compreso il tredicesimo (gli Skaikru).
Lo scontro, però, al momento pare essersi placato, soprattutto dopo che Clarke ha dato la Fiamma di Lexa a Re Roan, convincendolo a non ucciderla per combattere insieme un male superiore. Gli unici momenti più coinvolgenti e commoventi dell’episodio riguardano proprio il rapporto tra Clarke e la scomparsa di Lexa. La skaikru non riesce a mettersi l’anima in pace per la morte dell’amica/amante, e l’unica cosa che la fa sentire ancora legata a lei, che le fa percepire la sua presenza, è proprio la Fiamma. Fiamma che ora non è più sua, ma di Re Roan. Chissà se verranno approfondite ulteriormente le conseguenze di questo distacco.
The 100 4×01: La quarta stagione si prospetta più dark e più matura
Indubbiamente la quarta stagione di The 100 si prospetta più dark, e più matura, così come avviene in quasi ogni serie tv quando si arriva alla terza o quarta stagione. Anche i telefilm hanno un loro processo evolutivo, che potremmo definire proprio come infanzia, maturità e declino. Sembra brutto dirlo, ma è la realtà dei fatti.
Lo splendore di una serie, solitamente, è subito evidente nella prima e seconda stagione, dalla terza e quarta in poi si avvia quella maturità che alcuni potrebbero apprezzare, mentre ad altri farà storcere il naso. Non si può definire Echoes un capolavoro, ma nemmeno una trashata, forse una via di mezzo. È vero anche che siamo solo all’inizio, per cui diamo il beneficio del dubbio, sperando che la storyline venga sviluppata positivamente, senza ricadere nelle banalità, nelle assurdità, e nella noia.