Bif&st 2020 – L’audizione (The Audition): recensione del film di Ina Weisse
La recensione di L'audizione (The Audition), film di Ina Weisse, presentato al Bif&st 2020.
L’audizione (The Audition) della tedesca Ina Weisse fa il suo debutto in anteprima nazionale al Bif&st 2020 dopo essere stato già presentato al 44° Toronto International Film Festival. Il film, in uscita in Italia il 5 maggio 2022, è distribuito da PFA Films e vede nel cast Nina Hoss, Simon Abkarian e Jens Albinus.
Anna Bronsky (Nina Hoss) è una severa insegnante di violino al Conservatorio. La sua vita ordinaria, con un marito amorevole e un figlio che suona il violino seguendo le sue orme, nasconde, però, una grande frustrazione. The Audition, della regista tedesca Ina Weisse al suo secondo film, racconta proprio i tormenti di questa donna che vede in un giovane e timido allievo un talento da coltivare e che le dà una nuova ragione per riprendersi dal torpore quotidiano.
L’audizione – Il ritratto asettico di una donna
Il ragazzo si chiama Alexander e Anna lo ammette al conservatorio contro il volere dei colleghi ai quali sembra troppo acerbo. La donna è affascinata dall’allievo, dal suo impegno e dalla sua bravura e diviene per lei quasi un’ossessione. Anna, così, finisce per trascurare il figlio Jonas che tratta con freddezza e severità, verso il quale non nutre molta stima come violinista in erba scatenando nel ragazzino delle reazioni rabbiose placate dal padre amorevole. È il ritratto di una donna fredda con la quale è difficile empatizzare: vittima anche lei di un’educazione rigida e con una carriera da violinista interrotta per i suoi attacchi di ansia, tradisce il marito, un liutaio paziente e sensibile, non si cura del figlio bisognoso di attenzioni e di amore, e, maniaca della perfezione, ha degli attacchi di ira quando Alexander non riesce da subito a eseguire gli esercizi nel modo più corretto scatenando presto una reazione violenta dell’allievo.
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L’audizione – Impeccabile l’interpretazione di Nina Hoss
La cronaca di questo dissidio interiore è scandita ovviamente dalla musica classica – il filo conduttore è Bach – gli unici momenti di passione nell’universo “asettico” di Anna le quali azioni scateneranno delle conseguenze irreversibili. The Audition, film co – sceneggiato dalla regista insieme a Daphne Charizani – ha un grande potenziale sprecato, si accascia su ritmi eccessivamente lenti che non coinvolgono lo spettatore nei tumulti della protagonista. Sia chiaro, lento non è sinonimo di negativo, anzi, abbiamo fulgidi esempi di opere “riflessive” che riescono a conquistare, a emozionare, a raccontare con efficacia delle storie anche anni luce lontane da noi. Ina Weisse sceglie, invece, quasi di allontanare il pubblico pur avendo il supporto di un’attrice come Nina Hoss (Il segreto del suo volto) che regala un’interpretazione impeccabile.
“Nina Hoss ha fatto suo il personaggio di Anna, si è addirittura esercitata anche con il violino che non è una cosa semplice per chi non lo ha mai suonato”, ha spiegato la regista al pubblico del Bif&st. La sua sete di perfezione, quella che lei stessa non è mai riuscita a raggiungere, feriscono gli altri senza che abbia la premura di rimediare ai suoi errori, anzi, nel cinico e sconcertante finale – anche questo bisogna riconoscerlo – da un suo semplice sguardo compiaciuto si capisce che i suoi atteggiamenti hanno portato ai risultati desiderati.
“Anna ha standard alti, è una perfezionista implacabile e lotta per tutto questo – ha dichiarato Ina Weisse a Bari – il suo allievo è come un’estensione del suo braccio e più che preoccuparsi del suo futuro Anna è più preoccupata per sé stessa. Il mondo della musica, in questo senso, che è molto orientato alla competizione per raggiungere l’eccellenza, era lo sfondo ideale per raccontare questa storia, per descrivere questo personaggio”.