The Blind Side: recensione del film con Sandra Bullock
E' disponibile su Netflix The Blind Side, pellicola premio Oscar per la Miglior Attrice Protagonista, assegnato a Sandra Bullock. Un'opera carica di emozioni e diretta con mestiere.
Un ragazzo dotato di straordinarie abilità fisiche, affronterà diverse difficoltà riguardanti il college e gli studi scolastici. Al suo fianco una co-protagonista d’eccezione: Sandra Bullock in uno dei ruoli più importanti della sua carriera. Arriva su Netflix The Blind Side.
Il film narra la storia vera di Michael Oher, famoso giocatore di football americano nel ruolo di offensive tackle: a lui è affidata la responsabilità di proteggere il quarterback dai placcaggi degli avversari. Un talento nato, che deve essere sviluppato col tempo seguendo in contemporanea degli studi rigorosi nella prestigiosa Wingate Christian School situata in Memphis, Tennessee. Ad aiutarlo, nell’ardua impresa di condurre le materie più impegnative con successo, una personalità decisa e intraprendente: Leigh Anne Tuohy, interpretata da un’ispirata Sandra Bullock, che si occuperà di crescerlo come tutore legale.
Gli spunti per il percorso formativo si presentano puntuali, la trama va dipanandosi con una certa dimestichezza nel focalizzarsi sui frangenti toccanti. Il ragazzo protagonista si farà strada contro i pregiudizi e supererà la barriera delle insicurezze per riscattarsi contro chi lo ha ritenuto una persona anonima e senza potenziale. The Blind Side sorprende per aver ricorso a un regista come John Lee Hancock (suo il film Saving Mr.Banks con Tom Hanks) e a uno script a cura dello stesso. Una lavorazione a 360 gradi che ci permette di assaporare le dinamiche che intercorrono fra il personaggio di Michael e la famiglia di Leigh.
Un’interpretazione da Oscar: l’istrionica Sandra Bullock in The Blind Side
Sandra Bullock dona corpo e carisma a una mamma combattiva, in grado di tener testa a ogni scoglio scosceso e a minacce interne ed esterne la scuola; a lei spetta il compito di custodire con cura le promettenti capacità del giovane ragazzo, destinato a diventare una stella del football americano. In coppia con il semi-sconosciuto Quinton Aron, nei panni di Michael, splende di luce propria contribuendo a rinvigorire la storia, difendendo il giovane interprete a spada tratta da severi insegnanti e potenziali bulli.
Solitamente relegata a ruoli poco incisivi e in commedie spensierate, Bullock funge da motore centrale attorno il quale il comparto narrativo si anima, si apre a ventaglio e offre spunti interpretativi di grande impatto emozionale. Non si segue un canovaccio specifico, nessuno schema perfettamente impostato, conta la sua performance che ci porta a fare il tifo per Michael e per il suo arco evolutivo tutto da definire. Una qualità in sede di sceneggiatura non indifferente e da tenere in considerazione per la riuscita del film.
The Blind Side: il punto cieco e la metafora del film
Il punto cieco nel football è un lato da coprire durante le azioni di lancio, all’interno della quale bisogna effettuare i blocchi necessari per consentire l’avanzamento dei runningbacks e dei quarterback. Un concetto molto interessante da sviluppare, e applicarlo come metafora della vita. Si narra della resurrezione di un ragazzo che dopo anni di vita sbandata, dimenticato da tutti e in primis dalla madre, trova l’affetto di una famiglia che lo fa crescere e gli apre le porte della realizzazione di sé attraverso lo studio e lo sport. Si individua il suo punto cieco e si interviene per colmare quel vuoto che lo assale.
Michael è uno spirito protettivo ma vive nella sua testa la propria condizione di reietto: ha una dignità da difendere, come difende e protegge tutti coloro che gli vogliono bene. Un animo buono che basta risvegliare con decisione per rialzarsi e in seguito trovarsi davanti un ragazzo pronto a tutto. Una caratteristica che lo aiuterà a trovare un posto nel mondo del football americano, dove lo spirito di squadra e di protezione dei propri compagni portatori di palla è essenziale. La chiave di volta in The Blind Side risiede nell’attraversare le tappe più importanti e decisive della crescita interiore di Michael attraverso gli occhi di Leigh. Un aspetto che va potenziando la regia di Hancock, affamata di espressioni sentite e gesti umani che esprimono solidarietà e sostegno emotivo.