The Block Island Sound: recensione del film di Kevin e Matthew McManus
Un'ambientazione suggestiva viene sfruttata efficacemente per alimentare un incessante senso di spaesamento all'interno di The Block Island Sound, seconda opera dei fratelli McManus.
Va ad ampliarsi il palinsesto di Netflix con nuove scoperte inedite e ricercate. Titoli che difficilmente avrebbero raggiunto le sale cinematografiche nostrane, e proprio per questo motivo vengono resi disponibili sulla piattaforma per soddisfare i palati degli appassionati di thriller ambigui e insidiosi. The Block Island Sound ha avuto grande successo durante il Fantasia International Film Festival di Montreal nell’Agosto 2020, con tanto di supporto da parte della critica oltreoceano. Il film dei fratelli Kevin e Matthew McManus prende in esame la location di Block Island, un’isola del Rhode Island, famosa per le sue splendide spiagge e i terreni per escursioni. Nel thriller, disponibile su Netflix da venerdì 12 Marzo, gli abitanti di Block Island assisteranno ad eventi inspiegabili e condotti da forze aliene che possono nascondersi in mare aperto, in attesa di sconvolgere gli equilibri di una località isolata e apparentemente tranquilla.
The Block Island Sound: nessuna presenza in agguato, ma molte suggestioni che cambiano l’assetto psicologico dei suoi protagonisti
Audry (Michaela McManus) si prende del tempo libero per andare a far visita ad alcuni membri della sua famiglia a Block Island, e scopre che suo padre è affetto da costanti perdite di memoria ed allucinazioni. Suo fratello Harry (Chris Sheffield), residente a casa del padre, è la persona più influenzabile all’interno del nucleo familiare e cerca di comprendere gli strani avvenimenti causati da un padre assente e sconnesso da qualsiasi forma di realtà. Nel tentativo di ricavarci delle soluzioni per fornire aiuto al padre e nel sistemare le dinamiche fra lui e le sue due sorelle, Harry viene trascinato in una serie di episodi bizzarri, caratterizzati da un suono fragoroso e imponente che si insinua nella sua testa e lo costringe a compiere azioni riprovevoli.
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Harry e suo padre condividono lo stesso tipo di malattia, con continue allucinazioni ed echi di natura aliena, come se provenissero dai fondali marini. Il thriller comincia così un viaggio ai confini del fantastico, ancorandosi però ad una dimensione estremamente umana; la famiglia protagonista è inquadrata in modo tale da ritrovarsi al centro di un uragano di situazioni agghiaccianti, condensate e compresse per creare una sorta di disorientamento che si distacca da ogni possibile spiegazione razionale. I fratelli McManus, alla regia, si affidano alla vastità della location messa in primo piano: Block Island è un teatro oscurato da presenze che possono manipolare tempo e spazio a proprio piacimento. Si va a distendere la narrazione e aumentano gradualmente le visioni e gli effetti sonori distorti, per indicare un problema che potrebbe inizialmente provenire dagli squilibri familiari riportati in scena.
Un film che pesca a piene mani dalle atmosfere di X-Files
L’impianto sonoro detta legge all’interno del girato, e cerca di stabilire delle posizioni nette tra le fila degli attori. Questa componente rimane in assoluto rilievo, scomponendo pezzo dopo pezzo la psiche delle figure maschili di una famiglia già frammentata alla radice. L’intimità viene violata, i comportamenti non riescono a trovare una definizione esatta e le reazioni si fanno sempre più eccessive fino a raggiungere un punto di rottura. Il film lavora su un piano che si conosce molto bene, per coprire le tracce di un’influenza di non facile comprensione che agisce sottobanco. Block Island è una location indovinata per inglobare una nuova forma di terrore che non rivela le sue intenzioni, il modus operandi o la maniera in cui va selezionando le sue vittime.
Sotto questo aspetto che vi abbiamo indicato, The Block Island Sound è un’opera degna di considerazione. Dal punto di vista della scrittura, la pellicola procede a passo svelto e non acquista una forma più delineata: presenta i suoi personaggi, li mette a confronto e si interessa di più a regalarci criptiche sequenze che vanno a minare la base di queste personalità in gioco. Assieme alle suggestioni visive e al terribile eco – da parte di una figura extraterrestre o mostruosa che si aggira nelle vicinanze – che si espone in tutta la sua ignobilità, è da segnalare una partitura musicale, a cura di Paul Koch, quasi assente ma in grado di mostrare le sue potenzialità una volta che i registi si sbilanciano oltre le coste di Block Island.