The Cannibal Family: recensione dei primi 9 numeri
Parlare di The Cannibal Family a caldo non è cosa facile, siamo sinceri fin da subito: l’opera di Stefano Fantelli e Rossano Piccioni è qualcosa di veramente innovativo, talmente esclusivo e fantastico da rasentare la perfezione per gli amanti del gore e dello splatter.
Sulle pagine di orrore di carta abbiamo già parlato del fratellino minore (ma neanche troppo) creato da Andrea Gallo Lassere; Black Death sempre edito da Edizioni Inkiostro che, come avevamo già scritto, è sì un prodotto duro ma orientato verso un pubblico più giovane e quindi con contenuti che rasentano il vm18; The Cannibal Family al contrario racchiude tutto ciò che la mente perversa, artistica e geniale possa partorire amplificato però del 999%, catapultandoci in un vero e proprio horror pieno zeppo di sangue, mutilazioni, flashback, personaggi carismatici e sesso.
The Cannibal Family: l’innovazione del fumetto
La storia ruota attorno alla famiglia Petronio, di come Alfredo, il Nonno, sia stato salvato durante la seconda guerra mondiale, di come si sia costruito un futuro e un nome, di come abbia educato la famiglia all’onore, al rispetto e allo sterminio dei delinquenti e malintenzionati presenti sulla faccia della terra…in modi succulenti e decisamente politically uncorrect!
Come scritto ad inizio articolo, la creatura di Fantelli e Piccioni non è facile da recensire: la sceneggiatura di tutta la saga (noi abbiamo letto i primi 9 numeri, incluso lo 0) è sostanzialmente stupefacente, con colpi di scena e cliffhanger che lasciano veramente con il fiato sospeso fino all’ultima pagina, ma anche con un violento mal di stomaco.
Sì perchè la droga di The Cannibal Family (perchè è una droga in formato cartaceo, non ci sono dubbi) è che oltre ad essere estremamente accattivante a livello narrativo provoca disgusto nel lettore per i piatti serviti dalla famiglia Petronio nei vari numeri della serie: si passa dagli straccetti di fegato (umano) all’abruzzese al roast-beef di testicoli in salsa di limone, cervello fritto in olio d’oliva, zuppa forte alla casertana, staccetti e funghi porcini, ostriche di labbra vaginali, trippa all’abruzzese, culturista sfilacciato al forno e via discorrendo senza contare che in ogni numero sul retro-copertina vi sono le ricette per cotante prelibatezze direttamente dal libro di cucina di Alfredo Petronio.
Tutta la vicenda è un continuo susseguirsi di flashback che narrano le vicende del capofamiglia Alfredo Petronio, vero protagonista della saga, unendosi ai problemi politico-sociali attuali non lasciando nulla alla censura e parlando apertamente di tutto.
Ed è nei personaggi il vero punto forte: Alfredo Petronio è cattivo, è duro, è glaciale, spietato ma ha un perchè, ha uno spessore narrativo unico nel suo genere, un vero anti-eroe con cui confrontarsi ed immedesimarsi all’interno del fumetto; insieme a lui l’intera famiglia Petronio presenta varie sfaccettature, una moltitudine di personaggi profondi e non lasciati al caso che, come per un sasso lanciato in uno stagno, portano ad infinite vicende e storie da raccontare una più bella dell’altra.
Altro punto forte di The Cannibal Family sono le chine di Rossano Piccioni, Dario Viotti (numeri 0 e 2), Andrea Tentori Montalto (numero 0), Paolo Antiga (numeri 1,3,4,5,6,7), Christian Ferrero (numero 7), e Simone Delladio (numero 8) portano su carta immagini al limite della graphic novel d’Autore, intervallando però il tratto da gran Maestro con tavole oniriche ed estremamente disturbanti: tutta la saga viene disegnata utilizzando esclusivamente il bianco e nero, facendo eccezione per il numero 5 che presenta alcune sfumature gialle all’interno delle pagine.
Ennesimo punto forte di The Cannibal Family (nel caso non ne avessimo già trovati abbastanza) sono le guest star e easter egg presenti nei vari numeri, in particolare un personaggio ricorrente e dal grande spessore è l’investigatore privato con le sembianze di Ruggero Deodato, a cui Alfredo Petronio rende omaggio impalando una povera malcapitata come accadeva in Cannibal Holocaust.
Leggere o non leggere The Cannibal Family? Assolutamente sì, senza pensarci due volte: è un fumetto veramente estremo che presenta mille sfumature diverse e altrettanti momenti cruenti e difficili da digerire ma, trovare in Italia un prodotto dalla simile bellezza e che rasenta la perfezione dell’horror moderno pur basandosi sui grandi nomi del passato è un evento più unico che raro.
Mettete da parte i pregiudizi e i falsi moralismi, correte a scoprire cosa vi riservano queste pagine, non rimarrete delusi e avrete di sicuro l’acquolina in bocca per scoprire cosa succederà in futuro sulle pagine di The Cannibal Family!
Piccola Curiosità: la serie presenta anche episodi extra sulle pagine della raccolta antologica Denti, sempre edita da Edizioni Inkiostro.
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