Venezia 74 – The Devil and Father Amorth: recensione
The Devil and Father Amorth è il film di William Fridkin in cui il regista ha ripreso un vero esorcismo, presentato alla 74° Festival di Venezia.
Mai aprire le porte alle forze del male. William Friedkin lo ha già fatto una volta, riscuotendo con il suo gesto moltissimo successo. Ma le forze oscure sono infime, continuano ad attrarti anche quando quella fascinazione maligna sembrava essersi affievolita. Ti sussurrano nell’orecchio, ti chiamano a loro e… Ti fanno compiere uno dei lavori probabilmente più scadenti della tua intera carriera cinematografica. Dopo la grandezza, ma soprattutto il terrore destato dall’opera filmica del 1973 L’esorcista, Friedkin decide dopo anni di assistere dal vivo a un esorcismo reale, dedicando all’inquietante fatto una piccola documentazione. Qualcosa però – e forse più di una – sembra andare storto e l’intuizione di The Devil and Father Amorth si rivela essere l’unico vero atto demoniaco.
Decisosi a prendere di petto uno dei temi più importanti che hanno da sempre affascinato la sua vita, il regista William Friedkin si munisce di camera e coraggio per riportare in video un esorcismo reale. Contattato Padre Amorth, noto esorcista italiano che vanta una prosperosa carriera, il cineasta si recherà nella bella città di Roma per un evento unico nel suo genere: riprendere una persona mentre viene liberata da Satana. Senza la possibilità di dotarsi dei vari strumenti del mestiere, ma costretto a portare con sé soltanto una piccola macchinetta, Friedkin riprenderà quello che ai suoi occhi risulta un evento inspiegabile e mistico, peccato però che non sia solo lui a guardarlo.
The Devil and Father Amorth – un reportage dubbioso e dozzinale
Cosa avesse in mente il caro vecchio Friedkin quando ha permesso che qualcuno vedesse il suo reportage The Devil and Father Amorth nessuno può spiegarlo. Forse era posseduto anche lui. Operazione tecnicamente dozzinale e auto-parodistica, il tanto proclamato esorcismo osservato dal regista americano poco sembra avere a che fare con una reale mancanza di controllo da parte dell’indemoniata sprovveduta, macchiandosi piuttosto del peccato di non dichiarare cosa la scena rappresentava veramente: una deliberata menzogna.
Un cinismo giustificato, quello di coloro che stentano a ritrovarsi nelle parole e nei fatti che William Friedkin giura essere reali; un’arte troppo completa e manipolatoria, quella cinematografica, per far accogliere al pubblico come vero un avvenimento tanto mistico e paradossale, specie se nel metterlo in scena si usa un’approssimazione intollerabile nonché grossolana. Perché pur tralasciando il lungo, ridicolo momento dell’esorcizzazione e i fantomatici pareri tecnici di una apparentemente farsesca comunità scientifica, The Devil and Father Amorth si mostra interamente come un lavoro di scelta stilistica, montaggio e fotografia al di là del bene e del male, collocandosi direttamente nel filone dell’orrido. Un film dall’inspiegabile sentore retrò, giostrato però in maniera misera e irrisoria. Per non parlare dell’insopportabile uso che il film fa della musica: un tormentoso motivetto sparato ad alto volume, degno dei peggiori thriller/crime caricaturali.
The Devil and Father Amorth – Un’esorcizzazione da ridere
Il mistero di Cristina, vittima indiavolata sottoposta all’obiettivo delle camera, raggiunge toni talmente comici da far dimenticare il genere di appartenenza da cui il documentario era partito, facendo quasi rincuorare per poco tempo lo spettatore, speranzoso di scoprire sulla conclusione che quello di The Devil and Father Amorth era soltanto un buffo, simpatico scherzo. Purtroppo però William Friedkin sembra prendere seriamente la sua prova che affermerebbe la possibilità di torvi poteri nel profondo delle persone e, di tutte quante, è certamente questa la cosa più spaventosa dell’opera. Una parentesi di soli sessantotto minuti che ci si augura di chiudere presto, l’inciampo scivoloso di uno dei più grandi curiosi esploratori del tema dell’esorcismo.