The End? L’inferno fuori: recensione del film

The End? L'inferno fuori, noto anche col titolo di In un giorno la fine, fa leva su tre semplici elementi: un uomo, un ascensore, degli inumani infetti decisi ad entrare.

Quale posto è il più sicuro per salvarsi da un’invasione mortale? La propria casa? Magari scendendo in una cantina sotterranea? O provare, in uno slancio di audacia, a prendere un auto e scappare, uscendo da quella città che sta finendo mangiata dai suoi stessi cittadini? Forse nessuna di queste soluzioni potrebbe aiutare. Forse quello di cui si ha bisogno è un ascensore incastrato nel bel mezzo del proprio ufficio. Perché se tu non puoi uscire, allora stai pur certo che nessuno può entrare. Stabilendo dunque il luogo del racconto e situandolo in un edificio tutto a vetri al centro di Roma, Daniele Misischia riprende Alessandro Roja nel suo tentativo di salvezza in The End? L’inferno fuori, l’horror in cui l’unica maniera per sopravvivere è quella di rimanere bloccati.

È una giornata importante per Claudio Verona (Alessandro Roja), che deve concludere un affare in una mattina in cui sembra remare tutto contro. Prima il traffico nella Capitale, poi l’ascensore che rimane fermo tra il sesto e settimo piano. La sfortuna di Claudio si rivolterà però presto a suo favore quando un virus incontenibile trasformerà i suoi colleghi e tutti gli abitanti di Roma in esseri infetti, mangiatori di carne umana e predatori famelici. A Claudio è convenuto rimanere nell’ascensore, ma prima o poi dovrà trovare il modo di affrontare i contaminati e fuggire.

The End? L’inferno fuori – Il fuori campo pieno di tensione di Daniele Misischiathe end? l'inferno fuori cinematographe

È una città che ha perso il controllo, quella rappresentata da Daniele Misischia e dal co-sceneggiatore Cristiano Ciccotti. Un’epidemia che ha modificato i comportamenti delle persone, rendendole incontrollabili, omicide. Ma questo il regista non ce lo fa vedere, ponendo il macabro e il dolore della trasformazione tutta al di fuori della messinscena. È così che viene quindi strutturato The End? L’inferno fuori, costruendo la propria tensione narrativa alimentando l’inquietudine del non visto e puntando sulla forza contenuta nel fuori campo.

Rinchiuso in un ascensore da solo, con la possibilità di uno spettro limitato di visione, il protagonista Alessandro Roja si aggira per il quadrato che gli è concesso trasudando paura per quell’ignoto oltre le porte, che rappresenta la possibilità di un mondo adesso sconosciuto e mostruoso. Con uno spiraglio che collega il corridoio esterno all’interno dell’ascensore, al personaggio Claudio Verona e allo spettatore è concesso il terrore dell’immaginare le atrocità che gli infetti consumano sui corpi delle prede, attendendo lo scontro tra l’uomo e coloro che non possono più essere considerarsi tali.

The End? L’inferno fuori – Dalla claustrofobia alla resistenzathe end? l'inferno fuori cinematographe

Un’apprensione che ben si esprime nella regia a scatti di Misischia, con i suoi dettagli veloci o gli altrettanto rapidi allontanamenti, e nelle musiche costantemente presenti – a lungo andare leggermente troppo – di Isac Roitn, niente meno che quel Ciccotti che del film è anche co-autore del soggetto e della sceneggiatura. La ricerca dell’effetto è l’impedimento più grande di un film che si mostra al meglio quando a scorrere sullo schermo c’è quello che il regista ha fatto capire essere l’essenziale alla storia: un uomo, un ascensore, delle porte immobili e degli inumani decisi ad entrare, tutto in funzione di una catarsi personale che porterà l’uomo a liberarsi delle sue impurità nel momento peggiore. Il prolungarsi della storia tende ad appesantire il film che sembra non voler giungere presto al proprio finale, ma nonostante il bisogno di asciugare alcune parti, riesce comunque a portarsi fin alla fine mantenendo il turbamento per il virus inclassificabile.

I Manetti Bros. producono, Daniele Misischia dirige e Alessandro Roja recita. Una squadra che, sostenendosi a vicenda, guarda al cinema di genere per fare dell’insegnamento dei maestri un prodotto efficace, trovando la strada che porta dalla claustrofobia alla resistenza, in una Roma oramai invivibile e, perciò, divorata dagli infetti.

The End? L’inferno fuori è al cinema dal 14 agosto.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.1