Lo sguardo di Orson Welles: recensione del documentario di Mark Cousins
La nostra recensione di The Eyes of Orson Welles, il documentario di Mark Cousins sulla vita e sulla carriera del maestro della Settima Arte Orson Welles, al cinema dal 16 dicembre 2018 con I Wonder Pictures.
Lo sguardo di Orson Welles (The Eyes of Orson Welles) è un documentario del 2018 di Mark Cousins, noto al grande pubblico per The Story of Film: An Odyssey, monumentale opera di più di 900 minuti sull’intera storia del cinema. Il documentario si prefigge indaga sulla figura di Orson Welles, artista tanto ammirevole per il suo imprescindibile apporto alla Settima Arte quanto controverso nella sua vita privata. Dopo la première al Festival di Cannes, The Eyes of Orson Welles è stato presentato in anteprima italiana nel corso del Biografilm Festival.
Lo sguardo di Orson Welles: l’affettuosa ma non agiografica dichiarazione d’amore di Mark Cousins a Orson Welles
Mark Cousins effettua una scelta coraggiosa e per certi versi rischiosa, ovvero quella di impostare l’intera narrazione di Lo sguardo di Orson Welles sotto forma di lettera al geniale regista, declamata dalla voce profonda e coinvolgente dello stesso autore del documentario. Cousins si rivolge direttamente a Welles, immaginando di illustrargli i principali cambiamenti avvenuti nel mondo dalla sua morte (datata 1985) e tessendo in maniera appassionata ma non particolarmente ordinata il racconto della vita e della carriera del suo celeberrimo predecessore.
Il risultato è una narrazione gonfia di parole e a tratti ridondante (abbiamo perso il conto di quante volte vengono pronunciate espressioni come “Non è vero, Orson?” o “Indovina, Orson”), che dissemina però sulla sua strada alcune interessanti (ma non inedite) riflessioni sul percorso dell’artista e dell’uomo, come la sua instabilità affettiva, la coesistenza in lui di egocentrismo e goliardia o la sua abilità nel disegno, fondamentale per comprendere il senso delle particolari prospettive delle sue inquadrature o la sua maestria nell’utilizzo della profondità di campo.
Fra immagini di repertorio e immortali sequenze tratte dalle opere di un vero e proprio genio del ‘900 (fra cui l’incompiuto Don Chisciotte), The Eyes of Orson Welles ci offre uno sguardo avvinto ma allo stesso lontano dall’agiografia dentro l’anima di un artista complesso e travagliato, in equilibrio perfetto tra megalomania e genialità, fra autodistruzione e impegno politico, fra la passione per punti fermi della letteratura come Shakespeare e Kafka e la determinazione nell’innovare e rivoluzionare quella splendida macchina chiamata cinema.
Lo sguardo di Orson Welles: il lascito di Orson Welles in un documentario appassionato ma a tratti ridondante
Pur comprendendo le difficoltà di sintetizzare la vita di un artista di simile portata in poco meno di 2 ore, avremmo però apprezzato da parte di Lo sguardo di Orson Welles un maggiore livello di approfondimento in alcuni risvolti della vita di Welles, come l’abbandono di Hollywood, le crescenti difficoltà nel reperire finanziamenti per le sue opere o il suo controverso rapporto con l’universo femminile, che vengono invece soltanto accennati, indebolendo così il quadro generale di questa straordinaria esistenza.
Più che ciò che viene mostrato o narrato, a rimanere maggiormente impressa nello spettatore è così una riflessione implicita ma non marginale su quanto le opere del cineasta statunitense fossero universali e in anticipo sui tempi. In un’epoca segnata dalle fake news, da una sfiducia generalizzata nelle istituzioni e da una preoccupante avanzata di violenza verbale e posizioni retrograde, Lo sguardo di Orson Welles ha infatti il merito di porre l’attenzione sul coraggio di un’artista che più di 80 anni fa sfidò ripetutamente la morale e le dittature dell’epoca, evitando sempre qualsiasi tipo di compromesso e lanciando illuminanti e inquietanti moniti alla società, prima tramite la radio e poi grazie alla magia del cinema.
Tirando le conclusioni, Lo sguardo di Orson Welles è un’apprezzabile opera di divulgazione della carriera di uno dei più importanti registi della storia del cinema, indebolita da una gestione a tratti ripetitiva e superficiale dei tanti temi messi sul piatto. Il documentario di Mark Cousins si rivela così un prodotto paradossalmente più godibile per gli spettatori a digiuno del cinema di Orson Welles che per i cinefili più incalliti, che si troveranno di fronte a spunti e aneddoti narrati con passione e competenza, ma fondamentalmente già noti.
Lo sguardo di Orson Welles è in uscita nelle sale dal 16 dicembre 2018 con I Wonder Pictures.