The Good Nurse: la recensione del film Netflix
In un ospedale, un'infermiera riceve l'aiuto di un nuovo collega: ma l'uomo nasconde un segreto spaventoso.
The Good Nurse è un film di Tobias Lindholm disponibile su Netflix dal 26 ottobre 2022.
Ecco la guida al cast di The Good Nurse
The Good Nurse: generi e commistioni
Era probabilmente inevitabile che l’imporsi delle piattaforme avrebbe portato alla nascita e/o relativa proliferazione di nuovi generi: circostanza puntualmente avvenuta, non tanto però con la creazione di veri e propri generi, ma piuttosto con forme espressive crossoverizzate.
Il caso più evidente, e forse anche più metaforico e socialmente rilevante, è quello del cortocircuito che si è ormai creato tra documentario, reality, docu-fiction e dramatization vere e proprie: ovvero un fatto reale che viene raccontato sotto diverse forme a seconda dei livelli che separano la rappresentazione dalla realtà.
C’è prima di tutto il cinema del reale: che ibridandosi è lentamente travasato nel reality (vedi 28 Giorni Paranormali) che ha una scrittura di base e poi un libero svolgimento; che a sua volta si è unito al racconto cronachistico ottenendo la docu-fiction, ovvero una ricostruzione di un evento filtrata però dall’ottica del suo autore; arrivando alla ben nota fiction, ovvero un racconto interamente di frizione che però racconta un fatto realmente accaduto.
In questo mare magnum, è chiara la necessità sociale di poter avere differenti approcci alla lettura del reale, a seconda di quanta distanza sembra necessaria mettere tra sé e il mondo.
È il caso del processo a Michael Peterson (prima una docu-fiction, poi una miniserie), di Jeffrey Dahmer (identico percorso), o ancora di Wanna Marchi o Emanuela Orlandi (inchieste giornalistiche sotto forma di fiction con un minimo di dramatization), per finire al caso eclatante di The Watcher (splendida miniserie di Ryan Murphy che racconta un fatto vero vestendolo da thriller lynchiano).
Una storia vera
E su Netflix, capofila di questo genere crossover, arriva anche The Good Nurse, il film di Tobias Lindholm -che aveva già fatto vedere di cosa era capace firmando la sceneggiatura di alcuni grandi film di Thomas Vinterberg e la regia di tre episodi della serie Mindhunter, basata sul libro La Storia Vera Del Primo Cacciatore di Serial Killer Americano-, opera rarefatta e insinuante tratta dal libro del giornalista Charles Graener The Good Nurse: A True Story Of Medicine, Madness, and Murder.
George Clooney: un medico indimenticabile!
Alla base, quindi, ancora una vota una terribile storia di cronaca nera: Amy Loughren, infermiera al Somerset Hospital nel New Jersey con due figlie a New York, soffre di cardiomiopatia che le causa difficoltà a lavoro e in famiglia.
Un suo nuovo collega, Charlie Cullen, sembra prodigarsi per aiutarla a casa e in ospedale, finché una morte apparentemente non sospetta non fa suonare un campanello di allarme in polizia e fa partire un’indagine sotterranea nei confronti di Charlie.
Che alla fine si rivelerà autore di una spaventosa serie di omicidi in diversi ospedali, e sarà chiamato Angelo della Morte dai media in quando la polizia identificherà almeno 29 vittime ma gli investigatori parleranno di 400 come numero reale di morti. Cullen non ha mai spiegato il motivo che lo spingeva a compiere i suoi delitti.
Un film valorizzato da interpreti di eccezione
Oltre alla professionalità del regista, The Good Nurse può contare su due interpreti d’eccezione, Jessica Chastain e Eddie Redmayne.
Entrambi affiatatissimi, riescono a tenere sulle spalle le due ore di film dando il ritmo ad un racconto d’atmosfera, sospeso tra le tecniche del procedural con l’inquietudine claustrofobica dell’ospedale nel quale è ambientato il racconto.
Jessica Chastain e…. gli spaghetti!!!
E nonostante sia tutto filtrato da una scenografia raggelata nei torni glaciali delle corsie, in un sonnacchioso equilibrio tra vita e morte, l’impianto visivo riesce a saturare la pasta dei colori per rendere luminoso anche il buio.
Creando in questo modo una frattura interessante tra una fotografia da dramma familiare e una trama nerissima: in questo modo, The Good Nurse non si preoccupa di tenere alta la tensione, ma lascia spazio ai suoi attori per poter raccontare la banalità del Male senza enfasi ma con la sola forza di dialoghi in punta di penna.
Senza dimenticare che il film mette in primo piano una critica, mai banale e anzi sempre necessaria, al sistema medico statunitense: se già il bel serial The Resident aveva raccontato la vita in corsia puntando il dito contro le assurde ingiustizie di un sistema allo sbando con intelligenza ma soprattutto con la giusta dose di sottigliezza, The Good Nurse ne fa risaltare in maniera ancora più evidente le falle e nello stesso tempo illuminando le inaccettabili negligenze che hanno permesso al killer di agire indisturbato per anni – riuscendo a fare ancora più spessore al testo di fondo, per raccontare in modo più spaventoso quanto il Male sia vicino e insinuato nel nostro quotidiano.