The Hours: recensione del film di Stephen Daldry
Dal romanzo di Michael Cunningham, nel 2002 con la regia di Stephen Daldry, nasce The Hours, un film che ha ricevuto ben 9 candidature agli Oscar. La trama si sviluppa attorno a tre storie: quella di Virginia Woolf intenta a scrivere il suo famoso romanzo, Miss Dalloway, quella di Laura Brown, una casalinga infelice del 1951 che vive con il marito e il figlio piccolo e, infine, quella di Clarissa Vaughan, un’editrice lesbica che sta preparando una festa per il suo ex amante Richard malato di Aids.
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The Hours – Clarissa in una scena del film
Queste tre storie, ambientate in epoche diverse e apparentemente slacciate tra loro, sono in realtà presentate su uno stesso livello: quello di una profonda solitudine nell’animo e di una disperata ricerca della serenità.
The Hours: la storia di tre donne alla ricerca del proprio equilibrio e della propria felicità
Virginia Woolf, come narrano i fatti storici, non è mai riuscita a trovare la serenità, arrivando al suicidio e sperando appunto di porre così fine ai suoi tormenti e avere una seconda possibilità dalla vita. Questa drammaticità e impotenza di fronte ad alcuni accadimenti, ritorna in Miss Dalloway, libro che viene letto sia da Laura Brown che da Clarissa. E così, ritorna anche in questi due personaggi femminili, la prima incastrata in una vita che la rende infelice e la seconda in un’amicizia complicata che la pone di fronte ai suoi più grandi demoni del passato.
Mentre Laura, la felicità deve andare a cercarsela, anche a costo di provocare sofferenza a chi le sta attorno, Clarissa ce l’ha di fronte, un lavoro appagante e una donna che ama, ma quello che non ha ancora sotto mano è la chiave per lasciarsi alle spalle il proprio passato e vivere la vita come arriva.
Ad interpretare questa disperata ricerca di equilibrio, c’è un cast d’eccezione, con Nicole Kidman, vincitrice dell’Oscar come migliore attrice protagonista, Julianne Moore e Maryl Streep che dimostrano qui, tutto il talento e l’esperienza necessari per interpretare donne complesse, ricche di sfaccettature emotive e caratteriali, ma al tempo stesso estremamente sensibili verso la vita.
The Hours: Nicole Kidman, Meryl Streep e Julianne Moore, insieme per creare tre bellissimi personaggi femminili
The Hours è in grado di esplorare – attraverso i suoi personaggi principali, Richard compreso – la complessità dell’animo e l’infinito flusso di coscienza che ne può scaturire.
Un film delicato, sceneggiato con maestria e interpretato magistralmente da attrici che si sono messe a disposizione per interpretare delle donne fragili e incomplete.
Un’incompletezza che per tutta la vita le ha fatte sentire spezzate e con la sensazione che per loro non esista una via d’uscita. Ma, seguendo tutta la narrazione, vediamo che a modo loro, questi personaggi trovano la loro strada, talvolta dolorosamente, talvolta senza altra scelta. Ma quella strada c’è.
The Hours: un inno alla vita
Per questo motivo The Hours è un inno alla vita, un film che mostra le diverse decisioni che una persona può prendere, alcune molto drastiche ed estreme, altre invece rigeneranti e nel momento in cui le donne nel film hanno la loro epifania e si rigenerano, lo può fare anche lo spettatore credendo davvero che ci possa essere sempre una speranza per cambiare la propria storia.