The Idol: recensione del film di Hany Abu-Assad
Mohammed Assaf, il ragazzo palestinese da milioni di visualizzazioni su youtube e vincitore del talent show Arab Idol, è il protagonista del film ispirato alla sua storia intitolato The Idol diretto da Hany Abu-Assad (Paradise Now, Omar).
La speranza di riscatto attraverso il canto è il tema principale del film, che percorre la storia del giovane ragazzo fin da quando, spinto dalla tenace sorella Nour, decide per gioco di formare una band insieme ai loro amici Ahmad e Omar. I bambini non hanno i soldi necessari per permettersi di comprare dei veri strumenti musicali, così si ritrovano in un parchetto a cantare e suonare per finta, con pezzi di plastica, legno e cassette della frutta.
Ma Nour è certa che il fratello abbia talento, lo spinge a prendere lezioni di canto e inizia a fargli balenare nella mente l’idea che possa diventare famoso partecipando al talent show Arab Idol. Inizialmente tutto questo è solo un sogno, soprattutto per l’isolamento della striscia di Gaza, i confini di filo spinato e una continua guerra che non sembra avere fine. Come può Mohammed (Toufic Barhoum) oltrepassare il confine del proprio stato e viaggiare verso l’Egitto? Come può raggiungere Il Cairo e realizzare il suo sogno?
Se il ragazzo non sembra del tutto consapevole delle proprie doti canore, del tutto convinta sembra la sorella, determinata a guadagnare soldi, comprare veri strumenti musicali, fare pratica e costruire col tempo una vera e propria band. Purtroppo la sua tenacia viene spenta da una malattia che non le permette di affiancare il fratello fino al compimento della sua grande realizzazione. Da questo momento in poi è Mohammed a lottare per il suo sogno.
The Idol: Gaza si rialza con la voce di Mohammed Assaf
Sono molti i temi che vengono affrontati in The Idol: l’isolamento di uno stato perennemente in guerra e la distruzione tangibile ad ogni inquadratura risultano in netto contrasto con la voglia, l’energia e la determinazione di giovani ragazzi che con il loro talento vogliono costruire qualcosa di nuovo. Il mezzo di comunicazione con il mondo intero diventa quindi la Musica, la voce di Mohammed, che può finalmente gridare al mondo la sua presenza, la sua determinazione nell’oltrepassare i confini palestinesi, il rischio di raggiungere l’Egitto solo per avere il diritto di provare ad entrare in un talent show. Quest’ultimo rappresenta un altro tema importante di The Idol: non solo la Musica si eleva a massimo strumento di comunicazione ma “la scatola preconfezionata” del talent show, che segue le stesse regole in qualunque parte del mondo, si conferma come uno dei pochi luoghi da cui può essere inviato un messaggio forte e preciso: se la musica viene schiacciata da regole di eliminazione e di televoto, è anche vero che la risonanza mondiale del fenomeno riesce a fare arrivare il messaggio di Mohammed in qualunque parte del mondo e in pochissimo tempo. E questo non per forza si lega alla coscienza del ragazzo di quello che sta facendo, tanto è vero che Mohammed capisce l’effetto politico della sua presenza all’interno di Arab Idol solo verso la fine del film, quando il forte stress gli causa una crisi che lo porta a rimandare una delle esibizioni all’interno dello show.
The Idol: le macerie della guerra non spengono la voce di Mohammed Assaf
Come cresce il senso di responsabilità di Mohammed, cresce l’interesse di Gaza per il ragazzo su quale tutti nutrono speranze di vittoria: almeno per una serata Gaza ha un motivo per festeggiare e vedere le macerie accantonate sul ciglio della strada come un lontano presente.
The Idol uscirà nelle sale italiane il 14 aprile distribuito da Adler Entertainment.