Venezia 74 – The Insult: recensione del film
La recensione di The Insult, il film libanese in concorso alla 74esima Mostra d'arte Cinematografica di Venezia, una narrazione precisa e pulita
The Insult è un film libanese diretto da Ziad Doueiri, con Adel Karam, Kamel El Basha, Camille Salameh e Diamand Bou Abboud. The Insult è attualmente in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.
Toni è un meccanico libanese, che vive a Beirut. Un giorno un operaio palestinese gli chiede il permesso di poter mettere a posto una grondaia fuori al suo balcone che disturba i lavori e non è a norma. Toni si rifiuta e tra loro nasce una discussione che li porta prima ad un accesso diverbio poi alla violenza. Yasser è un rifugiato , e non è ben visto dalla comunità cristiana. Toni pretende delle scuse che non arrivano, così decide di procedere per vie legali, portando ad un processo di dimensioni inimmaginabili. Dal loro scontro lentamente un’intera comunità si mobilita, riaprendo antiche ferite che il popolo non ha mai sanato, spaccando il paese in due, in cui cristiani libanesi e palestinesi rivivono sulla propria pelle una storia inenarrabile.
The Insult è una pellicola aspra, cinica che guarda alla realtà libanese con sofferenza e disapprovazione
The Insult è un film di divisioni, di rancori, che tenta di spiegare al proprio interlocutore la sofferenza, la storia e in qualche modo la piaga che vive ancora un paese come il Libano, che ha su di sé ancora cicatrici pulsanti, conseguente di una guerra civile di 15 anni conclusasi nel 1990.
Un paese come il Libano è stato caratterizzato, soprattutto nel dopoguerra, da coesistenze religiose ed etniche differenti, e un popolo come quello palestinese non è mai riuscito a radicarsi, vivendo sempre in un paese che in qualche modo ha provato a rigettarlo.
Queste sono le basi di una pellicola aspra, cinica ma che guarda alla realtà libanese con sofferenza e disapprovazione, poiché il dolore che tutti hanno attraversato durante la guerra civile è ormai quasi indottrinato, difficile da maturare ma da cui è necessario distanziarsene per poter voltare pagina. Ecco cosa fa l’opera di Ziad Doueiri, cerca di riesumare la storia di una città, di un popolo che non dimentica, guardando dal un lato verso una biografia personale, dall’altro non dimenticandosi di tracciare una linea coerente facilmente assimilabile anche per chi ignora il passato del Libano.
The Insult ha tanti punti a suo favore, con una narrazione precisa, pulita e avvincente
Molto interessante notare come anche nelle note polemiche non manchi mai l’umorismo, ed una speranza che Toni e Yasser possano riconciliarsi, con una stretta di mano, anche solo con uno sguardo. The Insult è impostato come un duello, come un vecchio western in cui i due pistoleri sanno come puntare la propria arma e ferire. Un’arma che è la parola, che può fungere da strumento salvifico, attraverso quello che poi diventa un caso nazionale e mediatico. Nato da un battibecco innocente tra persone comuni, diventa il simbolo di una universalità, la cui ostinazione è solo un pretesto.
The Insult è una pellicola che tenta di spiegare attraverso immagini, ricordi, discorsi di politici ma soprattutto tramite la coscienza di due persone assolutamente normali, cosa imperversa in una terra che sembra mai essere totalmente libera dai conflitti. Il ruolo che assumono le donne in questa pellicola è determinante, sono coloro che tentano di creare una strada per il pacifismo, provano a guardare quella situazione in termini assoluti, non dimentiche di ciò che loro stesse hanno vissuto. The Insult è sicuramente una pellicola che farà parlar di sé, che ha tanti punti a suo favore, con una narrazione precisa, pulita e avvincente che conosce il peso di ogni singola parola e lo rammenta all’occorrenza.