The Kill Team: recensione del film

È la dura legge del branco quella che viene messa in scena in The Kill Team, storia vera sui campi afghani e le pressioni dell'esercito americano. Ecco la nostra recensione.

È la dura legge del branco. Una condizione sociale codificata, dove è lo spalleggiarsi tra i compagni, in un processo di fraternizzazione più totale, a sostenere i pilastri del gruppo proprio alla loro base. Il coprirsi, lo spingersi oltre anche dove non si aveva intenzione di arrivare, tutto perché protetti dallo stesso armamento che si è auto-edificato, in cui è il solo potersi affidare al silenzio e alle incitazioni della schiera a far trovare un coraggio che, altrimenti, avrebbe ben più remore nel palesarsi. E quando la pressione collettiva va comprimendosi nell’isolamento comune dei campi da guerra, il senso della lealtà verso la propria comitiva viene amplificato da un senso ben più costrittivo di lealtà, andando gradualmente a distruggere pezzi di sé, facendoti ritrovare parte di quel medesimo branco più di quanto, alla fine, avresti sperato. È ciò che è accade, spesso, nella realtà ed è ciò che è avvenuto nel nuovo film del regista americano Dan Krauss. The Kill Team è la rappresentazione, nelle sue differenti fasi, dell’oppressione militare e machista, il tentativo di riuscire a distaccarsi da quella realtà da cui, come con la guerra, non puoi scappare, prigionieri di un cameratismo tossico che oltrepassa i limiti del dovere.

The Kill Team: la caccia ideologica di un sergente e i suoi soldatiThe Kill Team cinematographe.it

Andrew Briggman (Nat Wolff) vuole prepararsi al meglio per la sua missione in Afghanistan. Il ragazzo crede veramente nel valore dell’esercito USA, sentendo di partecipare a qualcosa di ben più grande e cercando di adempiere con onore ai propri servizi, in nome degli Stati Uniti. Ma la verità che si ritroverà a vivere sarà meno lungimirante di come se la era prospettata. Una guerra che non solo difende il proprio Paese e i civili tutti, ma che preferisce utilizzare trucchetti e sopraffazioni pur di acquisire informazioni, abusando del proprio ruolo e arrivando fino all’omicidio ingiustificato. Arriverà così, per Andrew, il momento di decidere: diventare complice di atti di violenza non necessaria o rivelare tutto alla polizia militare.

“Buona caccia”. L’augurio di un sergente ai propri commilitoni, una visione della guerra e dei servigi a cui i militari devono prestarsi che non teme di essere sanguinaria e, secondo propria giustificazione, anti-etica. È l’ideologia dei metodi drastici di un plotone che non ha potere di scelta, che deve sottostare alla guida di un’autorità come quella del sergente Deeks interpretato in The Kill Team da Alexander Skarsgård e così conformarsi ai suoi procedimenti rettamente anti-convenzionali. Il fine che, secondo il comandante, giustifica i mezzi, annullando la responsabilità dei singoli, per rendersi alleati e sostenitori di una causa che, vista la furia animale che tira fuori, perde di vista i veri obiettivi e, soprattutto, la bussola morale che dovrebbe dirigerli.

The Kill Team: la pallottola della coscienza che unisce tuttiThe Kill Team cinematographe.it

È la “pallottola della coscienza” quella che incatena agli atti disdicevoli del gruppo di giovani rappresentati in The Kill Team, il senso di condivisa appartenenza a una missione che dovranno affrontare secondo delle regole impreviste, ma che implicano violenza e supremazia sul nemico e il supporto incondizionato dei propri colleghi. Il campo di battaglia, tra la polvere e la nebbia dei fumogeni, su cui lo spettatore si affaccia permette la vista privilegiata sulla più classica delle dinamiche relazionali, la più tradizionale delle oppressioni sociali che, per preservarsi, giunge fino alla paura e alla minaccia.

Dan Krauss delinea un racconto diretto come gli ordini del sergente Dreeks, semplice pur dovendosi rapportare alle dinamiche imbrogliate in cui il protagonista Andrew Birggman si troverà implicato. The Kill Team è come si diventa parte della storia non per il rispetto che si sperava ricevere, ma per il rimorso di essere andato contro i propri principi, contro quelli di una nazione intera. Il tentativo di distaccarsi dal branco e rimanervi, purtroppo, aggrovigliato, trovando la propria debolezza proprio nell’omertà condivisa.

The Kill Team, prodotto da Nostromo Pictures e Temple Hill Entertainment, sarà nelle nostre sale dal 17 ottobre, distribuito da Eagle Pictures.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8