RomaFF12 – The movie of my life: recensione del film con Vincent Cassel
La dissoluzione dell'innocenza è il fulcro di The movie of my life, un film poetico, espressivo e doloroso.
The movie of my life è un film brasiliano diretto da Selton Mello, presentato alla Festa del cinema di Roma, tratto dal libro dello scrittore cileno Antonio Skarmeta, ed è interpretato da Johnny Massaro, Vincent Cassel, Bruna Linzmeyer, Selton Mello e Ondina Clais.
1963. Tony Terranova è un ragazzo che vive al sud del Brasile, appassionato di poesia e di cinema, molto introverso, con un padre francese e una madre bellissima brasiliana. Tony ben presto lascia la sua città, Remanso, per cominciare gli studi per diventare insegnante e, una volta tornato in suolo patrio, scopre che il padre parallelamente sta partendo per un viaggio di cui non rivela nulla. Il padre di Tony da quel giorno svanisce, lui e la madre rimangono soli, senza sapere dove sia e perché li ha abbandonati.
Tony è un romantico, soffre l’abbandono del padre e si confida con un vicino di casa, che lo incita ad andare avanti e a non pensare che egli possa far ritorno. Tony è attratto fortemente da una ragazza, con cui ha tante difficoltà, non riuscendosi a proporsi; non crede in se stesso e non ha nessuno che lo possa comprendere. Ha nella mente le parole del padre, lo sguardo interrotto della madre e una vita da dover scrivere.
The movie of my life: un film che si sorregge interamente sul modo in cui Tony scopre il mondo
The movie of my life è un dramma sentimentale, la cui trama è sorretta totalmente dallo sguardo di Tony, dal suo desiderio di vivere le sue prime volte, di scovare le proprie esperienze, rendendo la propria vita come un film, un girato eterno, un piano-sequenza edificante, la cui voce fuori campo assiste le immagini durante la narrazione.
Una frase che ripete il padre di Tony è che spesso “guarda i film concentrandosi sull’inizio e la fine, poiché sono le parti principali, quelle felici, attese”. Senza badare alla parte centrale, che contrariamente ha una valenza spesso maggiore. Questa sua riflessione porta lo spettatore a dover considerare che ci si trova in un contesto in cui il film riflette se stesso, si guarda allo specchio mostrandosi in una doppia veste, in cui il protagonista ne argomenta la trama, partecipa alla stesura della sua vita, in modo cosciente, consapevole, come se la sua mano fosse sempre visibile, un motore immobile che decodifica alcuni momenti della pellicola con la sua voce.
Il regista realizza un film che ha molti tratti caratteristici del melò, senza eccedere, che guarda alla tradizione francese, in cui Tony attraversa la propria personale educazione sentimentale. The movie of my life è caratterizzato da una fotografia precisa, che rivela molto della narrazione, con l’intelligente uso dei colori ora confusi, smisurati, ora freddi e asciutti. La prosa filmica è quasi liturgica, pulita, poetica, che si inchina al proprio creatore, la settima arte. All’interno della storia torna spesso la tematica del treno o un’inquadratura di un binario, di un treno a vapore. Il treno a volte è un oggetto divisivo, un ostacolo alla felicità di Tony, ma riesce ad essere guardato come un elemento aggregante, un veicolo che porta al piacere.
In The movie of my life si nota come i ragazzi che vivono in questo ambiente cittadino, sono contraddistinti da una tenera innocenza, che li paralizza, che li impedisce di avere contrasti, rapporti, lasciando che le loro vite siano guardate da un occhio esterno che li spinge a perdersi, a sperimentare. Ed è questo un tema centrale della pellicola, la dissoluzione dell’innocenza, dell’aureola, in cui si trova inevitabilmente la poesia, lo stupore, l’attrazione per chi si scopre e si cerca.
The movie of my life è un film poetico, espressivo e doloroso
Tony durante il film rammenta attimi del passato, vivendo momenti onirici, ideali, malinconici, esprimendosi attraverso i suoi ricordi, in cui il padre era accanto a lui durante le sue prime esperienze infantili, come imbracciare la bicicletta, andare al cinema e poi i gesti della madre, le accortezze di uno sconosciuto. Una rievocazione che drammatizza perfettamente l’atemporalità del mondo interiore, che è sorretto da regole emotive, ed è così che Tony continua e decidere di procedere, alla ricerca di quell’incanto, dello stupore che lo rendeva in cima, felice, abitando la propria gioia: la gioia di essere al mondo, di avere un corpo, di avere il tatto, gli occhi, la gioia di farsi male, di godere, di nascondersi, di aprirsi, la gioia di parlarsi, di guardarsi, di costruire la propria storia.
The movie of my life è un film che può essere guardato senza fardelli cronologici, che ha una sua temporalità, un suo costrutto, un paradigma che è reso perfettamente da Johnny Massaro. Tony cercherà disperatamente il padre, rintracciandolo nella sua mente e nel mondo che costruisce con le sue mani. The movie of my life è un film poetico, espressivo, doloroso, che racconta quanto sacrificio si cela dietro decisioni difficili, con un cast che non delude mai portando avanti una storia ampia, universale, senza cinismo, senza svilirsi.