The New World – Il nuovo mondo: recensione del film di Terrence Malick

The New World - Il nuovo mondo usa i corpi dei suoi attori come se fossero uno strumento musicale, risultando un film affascinante e doloroso.

“Tutti i figli del re erano bellissimi, ma lei, la più giovane, lo era a tal punto che il sole stesso, nonostante la vedesse sovente, si sorprendeva quando lei arrivava al suo cospetto”; è questo il “dipinto” che si trova davanti John Smith/Colin Farrell quando, arrivato nel 1607 in (quella che sarà la futura) Virginia, alla scoperta del Nuovo Mondo, incontra Pocahontas/Q’Orianka Kilcher, figlia prediletta del capotribù dei Powhatan.  Così inizia The New World, il quarto film di Terrence Malick – dopo La sottile linea rossa, del 1997 -, che narra il complicato incontro/scontro tra gli inglesi e gli aborigeni.

The New World – Il nuovo mondo: l’amore intenso tra John e Pocahontas

Ciò che sostanzia il film di uno dei registi più lirici e complessi del cinema moderno è il rapporto d’amore impossibile e “stregante” tra il capitano Smith e la bella indigena Pocahontas, e l’incontro tra due universi così distanti da sembrare incompatibili e votati ad un inesorabile conflitto.

La meravigliosa creatura, incarnazione del mito di quella principessa che va oltre le razze, e il seducente capitano si riconoscono nonostante tutto, nonostante le differenze e le barriere che li separano: parlano due lingue diverse, sono vissuti in modo diverso, sono cresciuti secondo “leggi” e culture diverse eppure creano un legame e si capiscono.

Malick, come solo lui sa fare, parla con i silenzi, con il non detto, narrando una storia che è fatta di tutto questo, accompagna lo spettatore nel Nuovo Mondo respirando, sentendo e udendo i rumori e la voce della Natura ma anche quella più profonda e interiore degli esseri umani. Lo scorrere del fiume culla, calma e colma, i sussurri dei fili d’erba parlano, solleticati dal vento, testimoni dei corpi di John e Pocahontas che unendosi e staccandosi, sfiorandosi e baciandosi si amalgamano in un’unione d’amore, di gesti morbidi e curiosi, di carezze delicate e  lunghe, di abbracci e baci estasiati.

The New World – Il nuovo mondo: col corpo capisco

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John e Pocahontas, stranieri l’uno per l’altra, immersi nella Natura, sono riparo accogliente e affascinante, luogo diverso e lontano da “apprendere” e da sperimentare in ogni suo angolo. C’è lirismo toccante e malinconia struggente tra i loro corpi, tra le loro carni, nelle loro mani, nei loro occhi e sulle loro labbra: lei lambisce con le dita ogni parte del corpo del capitano, come se le sue mani fossero l’unico idioma da lei posseduto, come se fossero l’unico mezzo per conoscerlo. Lui “insegna” a lei gli occhi, le labbra, le orecchie e così si capiscono, si parlano non tanto e non solo con le parole ma con tutto, con ogni loro cellula. Darsi e imparare, essere ciò che si è, essere la propria cultura e trasmetterla. Il loro incontro è privo di qualunque malizia ed esplode nelle parole dell’indigena: “tu scorri attraverso me, come un fiume”.

Pocahontas supera i linguaggi, percepisce ogni cosa, vive di sguardi intensi e pieni, e si fa Sole mentre lo invoca, vento mentre vi danza nel suo vortice, diventando Natura: tocca ciò che la circonda con lo stupore del bambino, con lo sguardo meravigliato del primitivo, avverte sempre come se fosse la prima volta, tra le sue dita, la corteccia degli alberi, sente tra le sue dita l’acqua, conosce e riconosce il corpo dell’uomo che ama.

The New World – Il nuovo mondo usa i corpi dei suoi attori come se fossero uno strumento musicale, una cassa armonica che risuona di un canto soave e armonioso, che altre volte si fa violento e feroce (durante le scene di battaglia tra gli indigeni e coloni).

The New World – Il nuovo mondo: un racconto affascinante e doloroso

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Malick utilizza anche qui la voce fuori campo, elemento ricorrente nel suo cinema: la voce interiore dei personaggi che si apre di fronte a noi e così fluiscono parole riportate al loro valore semantico, sono pensieri umani e divini che raccontano di quella Madre Natura in cui la giovane si immerge e di cui è infusa. Mentre lei ha mente incontaminata e per questo pronta a sacrificarsi, lui tenta di abbandonarsi alla Natura, di dimenticare tutto ciò che è, spinto e sospinto dalla sua amata e dal mondo che lo circonda, ma, alla fine, il suo essere lo fa ritornare indietro per timore, per incapacità di rinuncia.

The New World porta lo spettatore in un mondo affascinante, lirico e doloroso, raccontando di un amore tormentato, intenso e soggetto ai mutamenti come le stagioni, Malick immerge ogni cosa in un paradiso perduto che sorprende e commuove.

Regia - 3.5
Sceneggiatura  - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione  - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.3