The Outsider: recensione del film Netflix con Jared Leto

The Outsider è un film che risente delle contaminazioni del cinema americano e dei gangster movie asiatici.

The Outsider è un film del 2018 diretto da Martin Zandvliet (Land of mine) e con protagonisti Jared LetoTadanobu Asano. Presente in una piccola parte anche Emile Hirsch, noto principalmente per la sua interpretazione in Into the Wild. Dopo l’abbandono del progetto da parte di Michael Fassbender, Tom Hardy, Daniel EspinosaTakashi Miike, The Outsider è entrato ufficialmente in produzione nella seconda metà del 2016, ed è poi stato acquistato da Netflix per la distribuzione sul suo celeberrimo servizio di streaming.
The Outsider cinematographe

Nella Osaka del 1954, il prigioniero ed ex soldato americano Nick Lowell (Jared Leto) viene liberato grazie all’aiuto del suo compagno di cella Kiyoshi (Tadanobu Asano). Per sdebitarsi, Nick è costretto a entrare a fare parte della celebre organizzazione criminale nipponica yakuza, entrando di conseguenza nei meandri più reconditi dei sui rigidi codici e dettami.

The Outsider: la fallimentare contaminazione fra cinema americano e gangster movie asiatici

The Outsider cinematographe

Martin Zandvliet cerca di gettare un ponte fra la grande tradizione del cinema malavitoso asiatico e la cultura americana, mettendo in scena una pellicola di rara superficialità e di sconfortante monotonia, che non riesce né a calarsi adeguatamente nelle pieghe della malavita organizzata nipponica né a dare ritmo e nervo a una storia costantemente prevedibile e colma di forzature. Le immancabili accuse di whitewashing a The Outsider, sorte per la scelta di affidare il ruolo di protagonista di una storia sulla yakuza a un occidentale, vengono così ampiamente superate da una sceneggiatura piatta ed estremamente sciatta, che alla strada di calarsi con umiltà e spirito di ricerca in una realtà così diversa da quella occidentale preferisce arrogantemente un percorso affidato prevalentemente a banalità e stereotipi capaci di avvilire anche le persone meno ferrate sull’oriente e sulla sua malavita organizzata.

Assistiamo così a un intero campionario fatto di intrighi e rispetto, fedeltà e tradimenti, ascese e sconfitte, gettato in faccia allo spettatore senza un minimo di approfondimento necessario a rendere il tutto credibile o perlomeno godibile. Il tutto è inoltre accompagnato da disarmanti e inutili inserti come lottatori di sumo e tatuaggi orientali, che non fanno altro che confermare la faciloneria dell’intero progetto. Ma la mediocrità di The Outsider si riflette anche sugli altri aspetti della pellicola, da uno sviluppo sommario e frammentato del protagonista, che lo rende poco credibile sia come impacciato occidentale alle prese con una cultura diversa sia come belva assetata di sangue e violenza pronta a esplodere da un momento all’altro, a una pessima fotografia, che cerca malamente di dare un tono cupo al racconto scegliendo continuamente inquadrature inutilmente buie e confuse, inframezzate dall’immancabile ricorso alle luci al neon nipponiche.

The Outsider: la pessima e inconsistente prova di Jared Leto

L’emblema del fallimento di The Outsider è sicuramente Jared Leto, che continua la sua scoraggiante involuzione cominciata dopo l’acclamazione e l’Oscar per Dallas Buyers Club, che lo porta a essere spesso e volentieri l’anello debole delle pellicole a cui prende parte. Abbandonati le espressioni allucinate e istrioniche di Suicide Squad e Blade Runner 2049, il leader dei Thirty Seconds to Mars si rende protagonista di una prova apatica e inespressiva, che impedisce a un personaggio comunque mal scritto di generare empatia nello spettatore. Il regista Martin Zandvliet ci mette del suo, accentrando la vicenda sul taciturno e poco carismatico personaggio di Nick e sulla sua ascesa ai vertici della yakuza anche quando non necessario, disperdendo così gli spunti potenzialmente interessanti generati dal personaggio di Kiyoshi e dal suo conflitto fra gratitudine e lealtà.

Gli unici scossoni a una pellicola profondamente tediosa diventano le improvvise esplosioni di efferata violenza, intorno alle quali si snoda un racconto di rara inconsistenza e privo di un accettabile livello di tensione.

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In conclusione, The Outsider si rivela un nuovo fragoroso fallimento di Netflix, che, salvo pochissime eccezioni, continua a mancare clamorosamente il bersaglio nel momento in cui alza il tiro verso le grande produzioni cinematografiche. Un film privo di qualsiasi spunto originale e di una vera e propria spina dorsale, utile solo come esempio per comprendere come l’approccio approssimativo a realtà diverse dalla nostra sia foriero di sventure e figuracce.

The Outsider è disponibile su Netflix dal 9 marzo.

Regia - 2
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 1.5
Recitazione - 1.5
Sonoro - 2
Emozione - 1.5

1.6