The Peacemaker: recensione del thriller con Nicole Kidman e George Clooney

The Peacemaker è un thriller d'azione con protagonisti Nicole Kidman e George Clooney. Ecco la nostra recensione del film

Il compito di un thriller è tenere sulle spine, riempire il corpo del suo spettatore di adrenalina. The Peacemaker è un action thriller (l’aggettivo “action” aggiunge ancor più significato alla sua presupposta natura eccitante), ma non ha nulla a che vedere con l’adrenalina. Il film di Mimi Lader con George Clooney e Nicole Kidman è sorprendentemente noioso, privo di effettivi elementi tipici del thriller e, come se non bastasse, si adagia sulle esplosioni e sugli inseguimenti d’auto per definirsi cinema d’azione.

Ci troviamo in Russia. Due treni si scontrano da qualche parte nella steppa notturna e si consuma la tragedia: uno di essi trasportava una carica nucleare. Ma si tratta davvero di un incidente? No, almeno secondo l’esperta della Casa Bianca Julia Kelly (Kidman) e il Colonnello delle Forze speciali Thomas Devoe (Clooney). Insieme i due dovranno indagare e scoperchiare una cospirazione che coinvolge Europa e Stati Uniti, ma il tempo scorre: alcuni terroristi in cerca di vendetta potrebbero scatenare un attacco nucleare da un momento all’altro.

Insomma, anche solo leggendo distrattamente la trama ci si rende conto che The Peacemaker non aggiunge nulla di nuovo al cinema d’azione.

Il film si muove mollemente tra una rivelazione e l’altra, ognuna delle quali fallisce nel portare suspense o effettiva sorpresa sullo schermo. Sono davvero troppi i momenti che annoiano inevitabilmente uno spettatore che (a circa vent’anni dall’uscita della pellicola) perde troppo facilmente l’attenzione – e non manca di lanciare uno sbadiglio tra un dialogo insulso e l’altro – e, in fin dei conti, non trova un valido motivo per seguire le vicende dei due protagonisti.

The Peacemaker

Parliamoci chiaro, non è tanto l’elemento anagrafico a costituire un problema: quasi tutti i migliori film d’azione provengono dagli anni Ottanta e Novanta. The Peacemaker subirebbe lo stesso trattamento anche se fosse stato realizzato lo scorso anno, con l’utilizzo delle tecnologie più innovative che il cinema moderno possa offrire. Qui non si parla di qualità dell’azione – gli effetti speciali sono decisamente buoni – bensì di narrazione poco efficace, di messa in scena difficoltosa, che si inceppa e si muove a rallentatore proprio quando dovrebbe correre a trecento chilometri all’ora.

A contribuire alla poco soddisfacente riuscita del film sono, purtroppo, i due protagonisti. Entrambi, George Clooney (Money Monster – L’altra faccia del denaro) e Nicole Kidman (L’inganno – The Beguiled), fanno parte di quella categoria banalmente definibile con “o li ami o li odi”. I due attori dividono il pubblico tra fan adoranti, fedeli sostenitori che giureranno in tutte le lingue conosciute di apprezzare ogni loro interpretazione, e accaniti detrattori. Unire due attori del genere (per quanto siano pilastri fondamentali della loro generazione hollywoodiana) è rischioso almeno quanto affidare la regia a Mimi Leder (che dopo The Peacemaker dirige Deep Impact, entrato sì negli annali dei disaster movie, ma ben lontano dal definirsi un capolavoro), qui al suo primo incarico dietro la macchina da presa di un lungometraggio.

The Peacemaker

Scelte rischiose insomma, soprattutto considerando che The Peacemaker è il primo film prodotto dall’allora neonata Dreamworks SKG, ma sono coraggiose o incoscienti?

In fondo Clooney e Kidman erano tra le star più influenti del pianeta e lanciarsi nel business con un action movie, non è una mossa poi così audace. Parliamo allora, di poca consapevolezza dei limiti, propri e delle proprie scelte. Persino la colonna sonora, composta da uno dei mostri sacri della musica nel cinema, Hans Zimmer, tentenna e non ingrana, nonostante analizzando i singoli brani (analisi che potete trovare QUI), è innegabile che l’abile e riconoscibile mano dell’autore sia ben presente.

The Peacemaker è uno strano miscuglio di elementi che, per natura, sono calamite per il successo di un film: due protagonisti fascinosi e famosissimi, un’azione che punta al cardiopalma, una musica di sottofondo epica ed elettronicamente pop. A mancare è, forse, un ingrediente segreto, ma l’impressione è che, purtroppo, ad essere tremendamente sbagliata sia la ricetta stessa.

 

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 1

1.7