The Strain 3: recensione del finale di stagione, “The Fall”
Domenica 30 ottobre è andato in onda il season finale di The Strain 3, la serie horror creata da Guillermo del Toro e Chuck Hogan. Lo show è tratto dalla trilogia di libri Nocturna, scritta dagli stessi del Toro e Hogan. Il primo libro, intitolato La progenie (The Strain), ha ispirato la prima stagione; il secondo libro, La caduta (The Fall) ha ispirato la seconda. Questa terza stagione, è tratta dal terzo e ultimo libro: Notte eterna (The Night Eternal).
L’articolo conterrà alcuni spoiler della decima e ultima puntata di The Strain 3, The Fall, quindi se non l’avete ancora vista, ritenetevi avvisati.
The Strain 3: il finale di stagione
Considerando che le tre stagioni di The Strain hanno coperto tutti e tre i libri della serie, i fan si aspettavano un epilogo. Le aspettative si erano infrante quando FX aveva annunciato una quarta e ultima stagione, prevista per il 2017. La terza stagione, per questo motivo, è stata caratterizzata da un’atmosfera di passaggio che ha reso ben chiaro, nella mente degli spettatori, che nulla sarebbe stato definitivo.
Questa linea è stata portata avanti fino alla fine, fino all’ultimo secondo dell’ultima puntata. Gli eroi dello show – gruppo attualmente composto dal dottor Ephraim Goodweather (Corey Stoll), Abraham Setrakian (David Bradley), Vasiliy Fet (Kevin Durand), Dutch Velders (Ruta Gedmintas) e il Nato, Quinlan (Rupert Penry-Jones) – hanno attuato un piano volto ad imprigionare per sempre il Maestro, che attualmente ha preso le fattezze del miliardario Eldritch Palmer (Jonathan Hyde). Tutto fila per il verso giusto, fino a quando Zach (Ben Hyland) – il figlio di Goodweather – decide di far esplodere un ordigno nucleare.
È il secondo season finale di fila rovinato dal giovane Zach. Ricordiamo che lo scorso anno, il ragazzino aveva causato la morte di Nora (Mia Maestro). Zach, ora, sembra essere passato ufficialmente al lato oscuro, sotto l’ala protettiva del nazista Thomas Eichhorst (Richard Sammel). Non sappiamo se il ragazzino, effettivamente, deciderà di tornare sulla retta via, eventualmente. Quello che è certo è che. almeno nell’immediato futuro dello show Zach sarà un ostacolo, e parecchio grande, da superare per Ephraim.
The Strain 3: il rischio di allungare il brodo
The Strain 3 è stata una stagione sofferta. Il voler allungare il brodo ancora per un’altra stagione, ha portato a tempi eccessivamente dilatati. Per la maggior parte del tempo, purtroppo, si ha avuto l’impressione che non stesse succedendo nulla. Gli avvenimenti clou – davvero pochi in questa terza stagione – erano seguiti da attese infinite e stratagemmi riempitivi, che è stato difficile non notare.
L’idea di base della serie è brillante: affrontare un simbolo horror classico come possono essere i vampiri, in chiave scientifica (grazie al personaggio di Ephraim e, da questa stagione, di Dutch) è sicuramente interessante. The Strain è una serie horror che è riuscita ad aggiungere un elemento originale ad un genere saturo, ma ha commesso un errore che ormai sembra essere davvero troppo comune nella serialità: il voler sfruttare fino all’osso quell’idea che sembra funzionare.
The Strain 3, nonostante tutto, non è sicuramente da bocciare. Abbiamo assistito a momenti interessanti e il dubbio che, davvero, la razza umana potrebbe estinguersi, rimane forte e chiaro. Sarà proprio l’incertezza del finale a tenere i fan (o almeno quelli più affezionati), incollati alla serie. Continueranno a guardarla con interesse e la conferma che l’epilogo arriverà con la quarta stagione, lascia agli spettatori la speranza di riuscire ad arrivare alla fine senza vederla completamente spolpata.