The Vatican Tapes: recensione dell’horror di Mark Neveldine

Le pellicole legate al mondo del paranormale invadono ogni anno i nostri cinema, in particolare intorno al periodo del 31 ottobre oppure scaglionate nel corso dei mesi, pellicole moderne che si prestano ai jumpscare più classici per intrattenere adolescenti o coppiette innamorate al cinema. In particolare, i film che funzionano di più sia a livello visivo che emotivo sono quelli legati alla possessione diabolica: da capolavori come L’Esorcista, a cult come Possession, film votati all’azione come Giorni Contati oppure che utilizzano la possessione come strumento indiretto per narrare una storia e incantano il pubblico come nel caso di The Conjuring.
Sfortunatamente per lui (e per noi che lo abbiamo visto), The Vatican Tapes (trailer) non rientra neanche lontanamente nelle opere sopraelencate eppure tenta di emularle tutte, creando un film senza inizio e senza fine, senza spina dorsale, che sembra un carnevale di situazioni tentate ma mal riuscite.

The Vatican Tapes: perché?

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La lotta suprema tra il bene e il male, tra Dio e Satana. Angela Holmes è una donna di 27 anni che conduce una vita normale finché la sua presenza inizia ad avere effetti devastanti su chiunque le sia vicino, provocando gravi incidenti e morte. La donna viene esaminata e si sospetta sia posseduta dal diavolo. Quando però il Vaticano è chiamato a compiere l’esorcismo, la possessione si rivela essere dovuta alla presenza di un’antica forza satanica più potente di quanto si fosse mai immaginato. Spetta a padre Lozano combattere contro questa forza satanica per salvare non solo l’anima di Angela, ma anche il mondo come lo conosciamo…

Come da titolo la domanda sorge spontanea: perché?
Perché i produttori continuano a dare soldi in mano a Mark Neveldine, reduce da disastrosi e sonori flop cinematografici nonostante la buona tecnica? Perché ci si ostina a voler scopiazzare grandi cult del passato, raccontando storie ormai viste e straviste che annoiano fino allo sfinimento?
La regia di The Vatican Tapes non brilla né per tecnica né per originalità, presentando un’accozzaglia di stili senza senso e che non portano, non raccontano e non trasmettono nulla se non un enorme senso di vuoto. A livello di immagini si potrebbe salvare la fotografia di Gerardo Mateo Madrazo, se non fosse che va legata alla regia e di conseguenza perde numerosi punti, nonostante l’impegno a livello cromatico per la resa finale sull’atmosfera del film.
La sceneggiatura di Christopher Borrelli e Michael C. Martin è totalmente nulla nonostante i rimandi a Friedkin siano palesi, ma forse i due giovani sceneggiatori hanno voluto strafare, inserendo lunghe sequenze all’interno di ospedali per sottolineare il terrore legato alla malattia e alla non conoscenza, tralasciando però un piccolo particolare: di William Peter Blatty ne esiste solo uno, se bisogna omaggiarlo bisogna farlo a dovere, così si rischia solo ed esclusivamente di offendere.

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Ciò che si può salvare invece a livello attoriale di The Vatican Tapes è la performance fisica di Olivia Taylor Dudley che rientra in pieno nell’olimpo delle possedute con una resa convincente su schermo. Stiamo però parlando di performance fisica e non attoriale, sì perché seppur gli attori siano veramente bravi e di alto livello, i personaggi su schermo non hanno spessore, non hanno un background e non sanno dove vogliono andare a parare né tantomeno da dove provengono, come se fossero delle marionette su schermo senza un buon burattinaio, abbandonati a loro stessi e spostati dalle “correnti d’aria” (per usare una metafora) degli eventi assurdi presenti all’interno della pellicola.

The Vatican Tapes è sicuramente un film da dimenticare, che non ha stile, non porta a nulla se non a tanti sbadigli e ad un perenne sopracciglio alzato nello spettatore incredulo per lo show triste che sta visionando

The Vatican Tapes arriverà al cinema il 7 gennaio distribuito da Koch Media.

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Giudizio Horror House

Regia - 1
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 1.2
Recitazione - 1.2
Sonoro - 1
Emozione - 1

1.1

Voto Finale