The Wife – Vivere nell’ombra: recensione del film con Glenn Close
The Wife - Vivere nell'ombra: parte da un ritratto di donna veramente interessante e da un rapporto matrimoniale che ben rispecchia la realtà delle coppie di sempre, ma non riesce purtroppo a portare a galla il vero significato della storia.
The Wife – Vivere nell’ombra è il nuovo film dello svedese Björn Runge, tratto dall‘omonimo e acclamato romanzo di Meg Wolitzer (2003) con Glenn Close, Jonathan Pryce e Christian Slater; una storia d’amore e di orgoglio, di matrimonio e di talento, in un alternarsi di flashback e presente nell’eterno scontro fra sessi.
The Wife – Vivere nell’ombra: una carriera costruita ad arte
Joe Castleman (Jonathan Pryce) è un famoso scrittore acclamato per le sue numerose e profonde opere letterarie; con la moglie Joan (Glenn Close) ha collezionato una vita di successi che sta per giungere al culmine con l’assegnazione della rinomata onorificenza del Premio Nobel per la letteratura. Pur con un passato di continui tradimenti, Joan ha tenuto fede al proprio amore per il marito, trascurando forse anche la realizzazione del figlio maschio David (interpretato da Max Irons), frustrato scrittore in erba che soffre del complesso con la figura prepotente del padre, mito irraggiungibile.
Ma la fedeltà di Joan sarà messa a rischio dalla prova d’amore più dura di tutte: sostenere il marito e non tradire il segreto che custodiscono insieme dal momento in cui si sono conosciuti anni prima, all’Università, quando Joe era l’affascinante professore e Joan la promettente studentessa. Imbeccata dall’astuto Nathaniel Bone (Christian Slater), scrittore che vorrebbe screditare Joe con una biografia che sveli la verità, Joan arriverà al punto di rottura, in una climax purtroppo scontato e privo di pathos.
The Wife: il cliché della moglie costretta a vivere nell’ombra
“Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna” è uno dei più classici proverbi di sempre; una massima che sta a sottolineare come in una coppia entrambi i partner siano fondamentali, e che spesso il marito splenda di una luce riflessa e debba il proprio successo anche alla propria “dolce metà”, una donna in grado di dividere lavoro e vita privata e di sostenere il marito senza rivalità o invidia. The Wife gioca col delicato equilibrio matrimoniale messo a dura prova dal peso di una zavorra troppo pesante da nascondere, anche se condivisa per tanti anni.
Ma anche se nella realtà sia Joan la reale autrice di tutte le opere di Joe, ciò che porta al punto di rottura non è la pantomima creata e perpetrata da marito e moglie per anni, quanto la continua e imperterrita ostinazione di Joe nel tradire la moglie e, peggio ancora, nell’adorarla continuamente di fronte agli altri, senza avere il coraggio o la franchezza di ammettere la propria natura. Attenzione quindi a non vedere in The Wife il ritratto di una donna oppressa dal marito, quanto cogliere la forza della protagonista che fino alla fine sa tenere il ruolo che ella ha scelto consapevolmente di costruire e rivestire negli anni.
The Wife – Vivere nell’ombra: grande cast per una sceneggiatura che non regge
Pur partendo quindi da un ritratto di donna veramente interessante e da un rapporto matrimoniale che ben rispecchia la realtà delle coppie di sempre, la sceneggiatura di Jane Anderson non riesce a portare a galla il vero significato della storia, ancorandosi all’interpretazione del cast nella speranza di portare a casa il risultato. Grazie ai protagonisti principali ma anche a Slater e Max Irons (figlio di Jeremy Irons e che abbiamo visto nel recente Mistero a Crooked House), The Wife tiene il ritmo per più di metà pellicola, andando terribilmente a scadere nell’ultima parte, in cui il climax dovrebbe raggiungere l’apice per la conclusione; anche questa si rivela scontata e prevedibile, mentre la regia di Runge niente aggiunge alla trama, confezionando un prodotto che non si farà ricordare.
The Wife – Vivere nell’ombra è al cinema dal 4 ottobre 2018 con Videa.