The World is Flat: recensione del film di Matteo Carrega Bertolini
Una narrazione intensa, profonda, personale. The World is Flat è lo sguardo pulito e sincero di un giovane e interessante cineasta sulla cronistoria della vita.
Un incontro, un’amicizia, una Parigi bella e struggente. Queste sono solo tre delle linee guida su cui poggia e si costruisce The World is Flat, il primo lungometraggio di Matteo Carrega Bertolini – partecipa al ShorTS International Film Festival 20 di Trieste nella sezione Nuove Impronte -, un interessante film in bianco e nero in cui si riflette sul vivere, sulla costruzione della propria identità.
The World is Flat: Matteo Carrega Bertolini racconta una storia di amicizia
The World is Flat in cui riecheggia l’omonimo libro di Thomas Lauren Friedman dove l’autore descrive l’evoluzione della globalizzazione – trovando nella storia mondiale 10 tappe che avrebbero contribuito all’appiattimento – è una storia che racconta un’altra evoluzione, questa invece umana e spirituale. Se nel libro si tratta di Storia, di economia, di grandi eventi che hanno appiattito proprio quel mondo del titolo, qui invece Carrega Bartolini riflette sulla piccola storia e su come una generazione di giovani uomini tenti in un modo o nell’altro di ribellarsi allo stato di apatia e di omologazione. Il film pone al centro un racconto di amicizia che si sviluppa in tre anni e che sopporta le difficoltà di una società che schiaccia e vampirizza l’uomo, le sue emozioni e i suoi slanci (Jean appunto è ridotto, prima di incontrare Antoine, al grado zero). Jean (Nicolas Foussard) e Antoine (Federico Uguccioni) vivono ogni cosa fianco a fianco, ma poi ad un tratto, all’improvviso come all’improvviso si sono “uniti”, si allontano alla stregua di ciò che avviene nella vita: le amicizie sono tanto forti ma sanno anche crollare e lasciano un enorme vuoto.
The World is Flat: tutto incomincia dal primo incontro tra Jean e Antoine
Il film è costituito da due parti: la prima in cui vediamo l’incontro tra i due uomini e la seconda in cui si allontanano e Jean tenta di ricucire il rapporto. Carrega Bertolini, in The World is Flat, film sull’amicizia e sulle incertezze della vita, segue e insegue nella prima parte Jean, ragazzo timido, alla fine degli studi, talmente chiuso da avere difficoltà nel socializzare e nello “stare al mondo”. Quando arriva a Parigi incontra quasi subito Antoine, un uomo molto più maturo di lui, un suonatore di sax, in attesa di un’importante audizione a cui anela. Se l’audizione andrà bene da quel momento in poi tutto sarà diverso e il suo mondo cambierà completamente.
Proprio nell’incontro tra Antoine e Jean c’è molto del tema centrale del film: il mondo piatto del titolo è ciò da cui si deve cercare di fuggire, un mondo imbrigliato in regole ben definite e determinate che stritolano l’individuo. Proprio in un bar “a caso” di Parigi, quei due, tanto diversi, diventano amici e per tre anni non si separeranno mai, condivideranno ogni cosa; la loro amicizia inizia, di fronte ad un bicchiere, facendo discorsi profondi sullo stare al mondo e sull’identità. “Jean è un nome piatto” – la piattezza del mondo è la stessa del suo nome, che non lo fa vivere né emergere – dice Antoine a Jean per pungolarlo e per smuoverlo da quella rigidità in cui sembra bloccato, il primo mezzo per mostrarsi al mondo, per mostrare la propria identità è il nome. Si apre tra i due un dialogo su chi ha il nome più “battagliero” o almeno meno piatto; a Jean basta la provocazione di uno sconosciuto per uscire da quel torpore e reagire, svegliarsi, riprendere in mano la propria vita.
The World is Flat: è una narrazione intensa, profonda, personale
L’amicizia con Antoine fa sì che Jean decida che strada intraprendere, accetti la sua relazione con Eve (Berangere McNeese); The World is Flat è un’opera profonda e personale, un buddy-movie che celebra la Nouvelle Vague francese. I due compagni, legati da una potente amicizia, vivono il loro viaggio, si scambiano idee, emozioni, spirito e inclinazioni. Infatti il percorso e la parabola narrativa dei due sembrano passarsi il testimone e come nella vita chi prima era il forte è colui che ha bisogno di sostegno, di una spalla, chi era il più fragile si trasforma in colui che è pronto a sguainare la spada e a salvare l’amico in difficoltà.
The World is Flat è il racconto asciutto, lento e inesorabile di un’amicizia, è lo sguardo pulito e sincero di un giovane e interessante cineasta, sulla cronistoria della vita, fatta di fallimenti, tristezze, dolori ma anche di gioie e momenti di “trascurabile” felicità. Nel film di Matteo Carrega Bertolini non sempre e non tutto va come deve andare, anzi, si cade, si inciampa, ci si scontra con la realtà ma si prendono anche decisioni importanti (per Jean è meglio lasciare il lavoro invece di crollare sotto un asfittico conformismo). Al centro, collante di tutto c’è uno dei sentimenti più vitali e necessari e se si sposta leggermente lo sguardo il regista mostra anche quel mormorio di troppo, tutto ciò che passa e che sembra non “attaccarsi” a noi mentre viviamo.