Thelma: recensione del film di Josh Margolin
La vendetta non è mai stata così dolce e buffa. L’esordio alla regia di Josh Margolin è gentile quanto la sua protagonista, molto. Tanto da lasciare il segno? In sala da mercoledì 18 settembre 2024.
In base a quali criteri stabiliamo il peso effettivo di una grande star hollywoodiana? Forse dalla sua capacità di influenzare masse e singoli individui? Forse. Di certo è abbastanza per Thelma Post (una straordinaria June Squibb), che osservando le titaniche e folli imprese, tanto cinematografiche, quanto reali di Tom Cruise, decide che è tempo, nonostante l’età visibilmente avanzata, di darsi alla fuga (sia chiaro, chi cerca nonna è semplicemente la famiglia, o almeno in primo luogo) per rivendicare un torto subito, rispetto al quale le forze dell’ordine nulla possono. Se non sproloquiare inutilmente in merito alle numerose trappole del web e del “mondo fuori”, per un soggetto a rischio come Thelma. Un’anziana dunque, che nonostante le patologie, il corpo non più giovane e così la mente, non intende affatto abbandonarsi al lento e graduale declino, bensì reagire agli ostacoli della vita, facendosi giustizia da sé.
Tom Cruise, rabbia anziana e riscatto morale
Qualcuno infatti ha privato Thelma di un bene ben preciso. Un bene che Thelma cercherà, troverà e farà proprio un’altra volta. Premesse queste che sembrerebbero chiamare in causa e non a torto Io vi troverò di Pierre Morel, uno dei vengeance movies più riusciti degli ultimi anni di cinema. Come detto però, tutto comincia – e finisce – con il divo Cruise, che meglio e più di ogni altro; perfino di Liam Neeson; ha saputo dar forma, voce, contenuto alle Mission Impossible della vita quotidiana di agenti sotto copertura CIA/MI6, riflettendo sulle conseguenze della perdita, dell’amore e inevitabilmente del dolore. Tutto si sposta su ciò che improvvisamente si ritrova a vivere la povera Thelma. Una truffa virale – ne siamo sommersi ogni giorno, forse perfino ogni ora -, diecimila dollari da recuperare e una famiglia dalla quale fuggire e appena dopo, in modo unico e bizzarro, da recuperare. Chi meglio di Tom Cruise avrebbe potuto animare un’avventura tanto folle e spregiudicata?
Così come Cruise non necessita di stunt man, June Squibb dà prova più e più volte di volersi muovere nella medesima direzione, a partire dall’adrenalinica ed esilarante sequenza di fuga dalla casa di cura, con tanto di furto di motorino, che segna probabilmente il momento più (dis)tensivo dell’intero film. Quello che una volta per tutte svela le carte e ci dice che sì, Thelma è un film sulla senilità, ma non su quella che intende lasciarsi andare, piuttosto su di una carica vitale, divertita, angosciante e irriverente, che nulla può arrestare, nemmeno gli scam del mondo moderno, dietro i quali spesso e volentieri si cela il disagio più profondo, i fantasmi della società spietata e il dolore generato dalla solitudine e dall’incapacità di assecondare cambiamenti, umori e necessità della società d’oggi.
Non è più rabbia giovane, bensì rabbia anziana. Scordate dunque il dolcemente malinconico Ella & John – The Leisure Seeker di Paolo Virzì e tornate al provincialismo rude, testardo e disperato di Nebraska, tra i migliori film di carriera di Alexander Payne e ancor prima al viaggio solitario e in qualche modo perfino metafisico, pur essendo ai limiti del documentarismo, al centro di Una storia vera di David Lynch, cui l’esordiente Margolin rivolge ben più di qualche occhiata, facendo propria però tutt’altra stilistica e declinazione narrativa e di genere.
Thelma: valutazione e conclusione
Se infatti del viaggio che Thelma e l’amico Ben (Richard Roundtree) intraprendono a bordo di uno scooter biposto per anziani tra le pericolose strade di Los Angeles, ci incuriosisce soltanto qualche incontro, è la motivazione alla base dell’intera esperienza a fare breccia nel cuore dello spettatore, il riscatto morale. Thelma non dà la caccia ai suoi truffatori esclusivamente per i soldi, piuttosto per vendicarsi senza mai procurare alcun dolore, riparando ad un danno subito, soltanto dopo averne conosciuto le ragioni dell’atto e mai prima. Basti pensare che a darle, sarà niente meno che il luciferino ed eternamente villain e malvagio Malcolm McDowell di Arancia Meccanica ed Evilenko.
Parallelamente, qualcuno dà la caccia a Thelma. La famiglia sommersa dal suo stesso caos? Il timore della morte? La solitudine? A ciascuno la risposta, poiché abilmente Margolin non la dichiara, permettendo ad ognuno di noi di riflettere ed elaborare al meglio, a partire dal meraviglioso rapporto tra Thelma ed il giovane e problematico nipote Danny (Fred Hechinger), che annullato dall’amor perduto, si ritrova a vivere solo e confuso, nella speranza di rivedere l’amata nonna almeno per un’ultima vota e forse per molto di più. Andrà tutto per il verso giusto? Non resta che scoprirlo.
Passato per l’edizione scorsa del Sundance Film Festival, Thelma di Josh Margolin è un film gentile come la sua stessa protagonista, che riscrivendo topos e linguaggi del vengeance movie, ritrova in essi l’irriducibile chiave comica, o meglio, ferocemente comica di un certo cinema che ad oggi non sembra aver più alcuno spazio, come quello dei Monty Python e di Arthur Hiller, capace di deriderlo con grande umiltà e maturità e al tempo stesso d’onorarlo.
Due sono le cose certe. June Squibb è straordinaria e l’esordiente John Margolin è da tenere d’occhio fin da ora, ci riserverà grandi sorprese, questo è certo.
Sulla rabbia senile e la confusione giovanile. Un film splendido, minimalista, esilarante e riflessivo. Thelma è in sala a partire da mercoledì 18 settembre 2024, distribuzione a cura di Universal Pictures.