Ti amo in tutte le lingue del mondo: recensione del film di e con Leonardo Pieraccioni
Leonardo Pieraccioni è il professore di educazione fisica Gilberto Rovai in Ti amo in tutte le lingue del mondo, una commedia romantica con il tipico tocco comico del regista toscano.
Comicità genuina, semplicità e amore: i film di Leonardo Pieraccioni si basano su pochi elementi fondamentali che però ne garantiscono il successo. Da Il ciclone, passando per Il pesce innamorato e Il paradiso all’improvviso, il regista toscano ha dimostrato ogni volta di saper giocare con questi pochi fattori, riuscendo a portare sullo schermo un film capace di rimanere impresso nel pubblico e Ti amo in tutte le lingue del mondo si inserisce perfettamente in questa linea di pensiero.
Ti amo in tutte le lingue del mondo: ridere con semplicità
Per il suo settimo film da regista e protagonista, Leonardo Pieraccioni ha deciso di portare sullo schermo la storia di Gilberto Rovai, un professore di liceo di educazione fisica da poco tradito e lasciato dalla moglie. In compagnia del fratello Cateno, balbuziente e bidello nella stessa scuola dove insegna, ma anche dei suoi amici e colleghi, Gilberto decide di andare avanti, tra il lavoro e la vita di tutti i giorni. L’uomo deve soprattutto cercare di fermare la giovane allieva Paolina, follemente innamorata di lui, che continua a lasciargli numerosi biglietti con la scritta “Ti amo” tradotta in tutte le lingue del mondo. All’improvviso però, nella vita di Gilberto, fa il suo ingresso Margherita.
Come spesso accade per il film di Pieraccioni, anche la trama alla base di Ti amo in tutte le lingue del mondo, non è delle più complesse.
Il film tuttavia riesce a conquistare il pubblico sfruttando al massimo proprio quegli elementi citati in precedenza, che rappresentano la base della commedia “pieraccioniana”. Il punto di forza del film, come di tutti quelli scritti e interpretati dall’attore toscano, è quello di riuscire a far ridere con semplicità, senza mai cadere nel volgare anche se si parla di sesso. Spesso infatti si abusa della volgarità, vista come facile fonte di risata, correndo così il rischio di sconfinare nel cattivo gusto: nei film di Pieraccioni questo non accade mai. La grande qualità delle opere come Ti amo in tutte le lingue del mondo è quella di saper sfruttare al meglio le situazioni normali, le vicende quotidiane e trasformarle in vere gag comiche. Basta pensare allo scambio di battute tra Gilberto e il fratello Cateno quando sono intenti a lavare il pavimento: un’azione semplice come quella di pulire diventa spunto per creare una vera scenetta comica, che si ripete più volte nel corso del film. Oppure se ci soffermiamo sulla condizione lavorativa di Gilberto, vediamo come il regista sia riuscito a sfruttarla a suo favore: il professore di educazione fisica è quello di solito meno considerato dai genitori e la scena dei colloqui scolastici ne è la rappresentazione perfetta.
In Ti amo in tutte le lingue del mondo poi è possibile rintracciare un ulteriore punto di forza della commedia in stile Pieraccioni: la capacità di circondarsi di attori brillanti e di saperne sfruttare al massimo le potenzialità. Nel cast del film troviamo Giorgio Panariello nei panni del fratello Cateno, Rocco Papaleo in quelli del professor Anselmi e l’immancabile Massimo Ceccherini, qui nel ruolo di frate Massimo, un prete un po’ particolare. Tutti e tre riescono a conquistare lo schermo, mettendo quasi in ombra il protagonista mentre sono al suo fianco: Paneriello riesce a dare vita ad un personaggio dolce ma capace anche di frecciatine velenose, che portano alla vera risata di cuore; Papaleo con il suo dialetto pronunciato e il suo essere fuori dagli schemi, è esilarante in qualsiasi occasione; Ceccherini infine si cala in un ruolo delicato per quanto riguarda la trama generale, ma che non risulta assolutamente pesante, anzi diventa fonte di continue risate.
E ancora giochi di parole, scenette comiche, battute intelligenti e pungenti: Ti amo in tutte le lingue del mondo è arricchito da piccole scene e momenti comici che servono a portare avanti la storia principale. Una storia che come spesso accade nei film di Pieraccioni è una semplice ma bellissima storia d’amore.
La commedia degli equivoci
Rientrando perfettamente nello schema generale delle commedie di Leonardo Pieraccioni, Ti amo in tutte le lingue del mondo si basa fondamentalmente su un equivoco, un semplice misunderstanding che dà il via però a tutti gli eventi successivi. Gilberto infatti si innamora di Margherita, una donna conosciuta per caso che si scoprirà però essere legata a una delle sue allieve, proprio quella follemente innamorata di lui. Il film ruota intorno quindi ad un fragile filo, che si spezza nel momento in cui la verità viene a galla e colpisce in pieno Gilberto.
Il film è poi interamente basato su semplici costruzioni narrative che riescono però a dare al racconto una marcia in più, nello stile tipico dei film di Pieraccioni. Come la scena all’inizio del film dove, tra le tante donne presenti nella villa per scambisti dove Gilberto viene portato da Anselmi, l’uomo riesce a imbattersi proprio nella sua ex moglie. Semplici incastri che permettono al racconto di evolvere ma soprattutto di arricchirsi di battute, gag e espressioni davvero esilaranti.
Sicuramente quindi ciò che rimane più impresso di Ti amo in tutte le lingue del mondo non è tanto la trama principale o la storia d’amore tra i due protagonisti, quanto piuttosto le piccole scene, quelle più semplici che però riescono a far ridere veramente di cuore. Prima tra tutte troviamo l’indimenticabile siparietto con Salvatore, “l’orsetto lavatore che devi dondolare sennò vuol vomitare“. La filastrocca inventata da Gilberto per tranquillizzare l’animale è forse la parte più esilarante e geniale dell’intero film.
Comicità genuina, semplicità e amore: Ti amo in tutte le lingue del mondo può essere riassunto in questi tre elementi citati all’inizio, quelli che Leonardo Pieraccioni è capace di sfruttare al massimo creando così piccoli universi e regalando agli spettatori battute esilaranti che, in un modo nell’altro, sono entrate a far parte ormai dell’immaginario cinematografico del pubblico italiano.