Titina: recensione del film d’animazione

Titina, il film ispirato alla storia vera della prima cagnolina a mettere zampa al Polo Nord, è un racconto fatto di scoperte e leggerezza.

In Titina la creatività di Kajsa Næss esplode in un’animazione che con umorismo e allegria ci immette nell’affascinante storia (quasi) vera di Umberto Nobile e della sua mirabolante missione alla volta del Polo Nord, seguito dalla cagnolina che dà il titolo al film d’animazione.

Presentato al Giffoni Film Festival e al cinema dal 14 settembre 2023 con BiM Distribuzione, Titina segna il debutto al lungometraggio di Kajsa Næss (tra i suoi cortometraggi ricordiamo It Was Mine del 2015 e Deconstruction Workers del 2008), la quale mette a punto una regia leggiadra, precipitosamente incline a destreggiarsi tra realtà e immaginazione e atta a mostrarci questa grande impresa con gli occhi innocenti di una terrier randagia adottata dall’ingegnere Nobile.

Il punto di vista della simpatica quattro zampe monopolizza quasi l’intera narrazione, al punto che tutti gli altri esseri umani, con le loro paturnie inerenti vita privata e professionale, sembrano passare in secondo piano per dare spazio a una visione più innocente e fiabesca e per tale ragione probabilmente di maggiore appeal per un pubblico più piccolo.

Titina: una storia (quasi) vera

Titina recensione cinematographe.it

Come dicevamo in apertura, Titina si ispira a una storia vera, ovvero l’incontro tra l’ingegnere aeronautico italiano Umberto Nobile e l’esploratore norvegese Roald Amundsen, promotore dell’idea di partire alla volta del Polo Nord insieme all’ideatore del dirigibile, a cui chiede supporto in questo viaggio.
Siamo nel 1926 e quella terra ghiacciata è ancora un mistero per tutti, motivo per cui trapelano così tanta ansia, orgoglio e ammirazione. Ma nel film d’animazione questa enfasi sembra perdere leggermente intensità, mitigata da un non ottimale bilanciamento in fase di sceneggiatura (l’autore è Per Schreiner) e da una poca definizione della realtà. Se l’immagine ridicolizzata del Duce è apprezzabile, mancano infatti dettagli in grado di definire al meglio il periodo storico di riferimento e di trasmettere allo spettatore l’eccitazione che aleggia nell’aria.

Un bagno di innocenza e leggerezza

Siri Dokken disegna linee fatate, sbizzarrendosi soprattutto nella creazione degli spazi esterni e sottolineando le espressioni buffe di Titina, i bizzarri difetti umani, i colori brillanti e tenui, colpevoli della nostra immersione in un mondo surreale e magico. Apprezziamo il candore di certe immagini e certe accortezze di stile che ci innalzano verso le espressioni del musical (le musiche di Kåre Chr. Vestrheim e l’operato del sound designer Gisle Tveito ci irrorano le orecchie di una poetica frivolezza) o ci pongono sotto il naso situazioni parallele, in un incastro di linee geometriche danzanti.

Se il personaggio di Titina resta predominante, implorandoci di sintonizzarci sulla gioiosa complicità della cagnolina, sulla sua innocenza e anche sulla naturale paura di affrontare situazioni di pericolo, il profilo umano di Umberto Nobile e Roald Amundsen corre sulle vie dei temperamenti umani, alternando la stima e l’amicizia alla mancanza di rispetto e poi alla sportività, in un affresco di situazioni in cui successi e sconfitte si alternano di pari passo alla natura calcolatrice e a quella spontanea che caratterizza rispettivamente l’animo umano e quello animale.

Titina: valutazione e conclusione

Titina; cinematographe.it

In ultima analisi potremmo dire che con Titina – che vede come direttore artistico Emma McCann, come direttore d’animazione Marie-Laure Guisset, come Lead Story Artist Dyveke Skøld e al montaggio Jens Christian Fodstad, Anders Bergland e Zaklina Stojcevska – Kajsa Næss confeziona un film d’animazione gradevole a cui l’animazione a mano conferisce fascino e peculiarità, mentre la storia ci impone di affacciarci maldestramente su due mondi e due culture, stimolandoci ad approfondire ulteriormente la verità storica dietro la finzione e al contempo facendoci sorridere dinnanzi ad alcune semplificazioni legate al modo d’essere italiano.
Un film che, come abbiamo già spiegato, soffre di qualche sbilanciamento, ma che apre gli occhi su un mondo fatto di piccole gioie e di purezza d’animo, in cui si riesce tranquillamente a spostare l’attenzione su Titina, vivendo le sue stesse emozioni con un candore sovrumano.

Che dire? Se avete bisogno di leggerezza e bellezza questo il film che fa al caso vostro! Prodotto da Tonje Skar Reiersen, Lise Fearnley e Viviane Vanfleteren per Mikrofilm e Vivi Film, Titina è al cinema dal 14 settembre 2023.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8