Toglimi un dubbio: recensione del film di Carine Tardieu
Un intreccio di storie d'amore in cui protagonisti sono principalmente i padri, gli uomini che pensano di aver fallito con i loro figli ma che hanno utilizzato l'unico strumento necessario per la loro felicità: l'amore.
In uscita il 21 giugno, Toglimi un dubbio è il terzo lungometraggio diretto dalla regista francese Carine Tardieu, una brillante commedia romantica su una famiglia non convenzionale ispirata a una storia vera.
Erwan (François Damiens) è un artificiere quarantenne, vedovo e alle prese con Juliette (Alice De Lencquesaing), la figlia 23enne incinta e single: la sua vita verrà presto sconvolta quando all’improvviso scoprirà che l’uomo che lo ha cresciuto non è suo padre biologico. Dopo lo shock iniziale e con mille dubbi Erwan deciderà di andare alla ricerca del suo vero padre e scoprirà che è un vecchio militante di sinistra, Joseph Levkine (André Wilms), che frequentava insieme alla madre un circolo culturale durante gli anni ’70. Da questo momento in poi il protagonista metterà in discussione tutta la sua vita, scavando nel suo passato e dentro sé stesso.
Toglimi un dubbio: scoprire il passato come un artificiere
Non è un caso che Erwan sia proprio un artificiere: un uomo che scava nella terra e fa esplodere bombe sepolte. È la metafora non troppo velata con la quale la regista ha voluto ritrarre il protagonista che, in procinto di diventare nonno, scopre di avere due padri: Erwan indagando sulle sue origini porterà alla luce dei segreti sconvolgenti. Ma si tratta di una commedia e il dramma prende presto il posto all’ironia e all’ilarità tipica di molti film francesi capaci di cadenzare abilmente sarcasmo e riflessione. Questo aspetto si rispecchia in particolar modo nel personaggio della passionale Anna (Cécile De France), un’affascinante dottoressa della quale Erwan presto si innamorerà, scoprendo poco dopo che si tratta della figlia del suo “nuovo” padre Joseph.
È un intreccio di storie d’amore per Erwan: quella impossibile con Anna, quella con il padre ritrovato con il quale nasce da subito una grande complicità, senza dimenticare Bastien (Guy Marchand) il buon uomo che lo ha cresciuto . E poi il tormentato rapporto con la figlia Juliette, una giovane e forte donna che non vuole coinvolgere il ragazzo con il quale ha concepito sua figlia durante una notte brava. In questo senso Anna e Juliette, cresciute entrambe senza madre (una partita e l’altra morta prematuramente), si ritrovano entrambe nel difficile compito di fare da “mogli dei loro padri”, finendo per avere delle pessime esperienze con l’altro sesso.
In questa che la stessa Anna definisce una sua personale versione della “saga degli Atridi” è proprio il caos a portare chiarezza in ognuno dei protagonisti: non sarà difficile per loro scoprire che a volte la famiglia e gli affetti più profondi non sono per forza riconducibili a legami di sangue.
Toglimi un dubbio: una saga familiare
Toglimi un dubbio indaga e racconta la famiglia in maniera sincera e mai banale: tutto gira intorno alla paternità, spesso sottovalutata, svantaggiata come ruolo rispetto alla maternità. Juliette pensa di poter fare a meno di un padre per sua figlia; Erwan si domanda se sia giusto “tradire” l’uomo che lo ha cresciuto con amore per voler accogliere nella sua vita quello che lo ha concepito.
Cambiando più volte registro il film investe il pubblico con le numerose emozioni e vicende che vivono i protagonisti: la felicità per la scoperta di una persona speciale, la bellezza di un amore che sboccia dopo tanto cercare, la meraviglia per una nuova vita che viene al mondo. I personaggi raccontati dalla regista hanno tutti una forte personalità, testardi, orgogliosi e nevrotici, hanno il dono dell’ autoironia attraverso la quale riescono ad affrontare con un sorriso (spesso amaro) gli ostacoli che la vita pone loro d’avanti.
È principalmente una storia di padri, di uomini che pensano di aver fallito con i loro figli ma che hanno utilizzato l’unico strumento necessario per la loro felicità: l’amore. Toglimi un dubbio è un inedito racconto sull’uomo e sulle sue fragilità, sulla tenerezza commovente che si cela dietro la scorza virile che solo le donne come Anna e Juliette, e come la regista stessa, riescono a tirare fuori.