Tòkunbọ̀ – Una corsa contro il tempo: recensione del film Netflix
La recensione del thriller dalle venature action diretto dal regista e attore nigeriano Ramsey Nouah, disponibile su Netflix dal 23 agosto 2024.
Nollywood: così è stata battezza l’industria cinematografica nigeriana, che dalle sue modeste origini nel 1992 al suo attuale status è, carte alla mano, tra quelle di maggior successo e influenza al mondo, seconda solo a Bollywood come numero di film prodotti. Si parla infatti di più di duemila lungometraggi a stagione, girati prevalentemente in video con un budget basso e distribuiti in formato direct-to-video. per un fatturato annuo che si aggira intorno ai 1,2 miliardi di dollari. Il segreto del boom avuto nell’arco di un trentennio lo si deve anche al fatto che le opere realizzate da quelle parti sono spesso molto vicini al cittadino medio, affrontando questioni sociali e problemi che i vivono quotidianamente e sentono come propri. No fa eccezione l’ultimo film arrivato in casa Netflix dal titolo Tòkunbọ̀ – Una corsa contro il tempo, l’action-thriller diretto da Ramsey Nouah, rilasciato il 23 agosto 2024 sulla piattaforma a stelle e strisce, la stessa che non molto tempo fa ha accolto The Black Book del connazionale Editi Effiong, balzato in cima alle classifiche della grande N, facendo registrare un risultato storico per un film nigeriano.
Tòkunbọ̀ – Una corsa contro il tempo mescola dinamiche e stilemi del cinema di genere con contenuti e tematiche dal peso specifico rilevante come la corruzione politica dilagante
Il terzo film del regista di Owo ricalca in pieno il modus operandi della produzione locale, mescolando senza soluzione di continuità dinamiche e stilemi del cinema di genere con contenuti e tematiche dal peso specifico rilevante. Il ché concorre di fatto a dare forma e sostanza a un’opera che, al di là della qualità o del livello di gradimento raggiunti, non rappresenta un mero vuoto a perdere votato all’intrattenimento fine a se stesso, bensì a lasciare una traccia del suo passaggio per ciò che dice o prova a dire allo spettatore di turno. L’industria cinematografica nigeriana solitamente affronta temi come le sfide socioeconomiche e la corruzione che affligge il Paese, una nazione alle prese con gravi turbolenze che colpiscono profondamente la sua popolazione. Ed è principalmente su quest’ultima che si va a concentrare Tòkunbọ̀ – Una corsa contro il tempo, un film che sotto le vesti del thriller non nasconde sfumature drammatiche piuttosto accentuate che chiamano in causa le argomentazioni forti e scomode di cui sopra, portando sullo schermo un ritratto senza fronzoli della dura realtà della Nigeria. La narrazione è incentrata ovviamente sulla difficile situazione che si trova ad affrontare il protagonista della vicenda, con questa che è a sua volta incastonata e legata a doppia mandata al tema della corruzione politica endemica. Su questo strato di tensione, dramma e sottotrame intrecciate che tengono il pubblico occupato per due ore circa, si sviluppano le tappe dell’odissea metropolitana ambientata tra le strade, gli infratti e i luoghi di potere di Lagos, laddove un ex contrabbandiere di auto di nome Tòkunbò (interpretato da un Gideon Okek non sempre convincente e a suo agio nelle parti più drammatiche) ha tre ore di tempo per consegnare la figlia di un funzionario governativo al suo rapitore, altrimenti la sua famiglia ne subirà le conseguenze.
Un film che ingrana la marcia giusta nella seconda parte quando dalle parole si passa ai fatti e l’azione si prende il palcoscenico
La mente per analogie nella trama torna di default a Minuti contati, la pellicola del 1995 di John Badham che vedeva il malcapitato interpretato da Johnny Depp impegnato sotto ricatto in una corsa contro il tempo per salvare la figlia in cambio dell’omicidio della Governatrice dello Stato. Proseguendo lungo la timeline emergono poi anche altre di similitudini con Man on Fire o Ransom – Il riscatto, tante che una volta sommate con quelle scaturite dal ricordo del film di Badham da togliere un’abbondante dose di originalità a Tòkunbọ̀ – Una corsa contro il tempo. A non essere intaccato è il quantitativo di adrenalina che Nouah somministra alle scene, con un sostanziale incremento nella seconda parte, quando dopo un abbondante rodaggio (forse eccessivo) in cui la storia inizia a carburare, l’azione si prende il palcoscenico spostandosi sulle quattro ruote. Da quel momento in poi il film ingrana la giusta marcia e con essa a un ritmo più incalzante accompagna lo spettatore verso la scoperta della verità sui motivi del sequestro e la resa dei conti dell’epilogo. Gli stop & go e i passaggi a vuoto del motore nella prima parte rendono meno fluida la visione, ma non ne arresta fortunatamente la corsa. Da rivedere completamente l’impianto sonoro, davvero scadente rispetto alle esigenze di un film dove a cantare dovrebbero essere in primis i motori. Cosa che invece la presa diretta e il sound design non riescono a garantire.
Tòkunbọ̀ – Una corsa contro il tempo: valutazione e conclusione
Da Nollywood un thriller che parte con il freno tirato per poi carburare e ingranare la marcia giusta dopo il giro di boa della prima ora. Quando dalle parole si passa ai fatti e il regista decide di spingere sul pedale dell’azione il film cambia passo aumentando il livello di intrattenimento e coinvolgimento dello spettatore. Come in gran parte delle pellicole nigeriane anche in Tòkunbọ̀ – Una corsa contro il tempo si affrontano tematiche rilevanti, mettendole al centro della narrazione, a cominciare dal problema della corruzione politica endemica che affligge i Paese. Ciò nobilita e dona un senso a un’opera altrimenti dichiaratamente di genere, sulla quale però pesa una mancanza di originalità nel plot che emerge dalle numerose assonanze con lungometraggi precedentemente realizzati ad altre latitudini. Dal punto di vista tecnico disastrosa è la componente sonora, mentre la regia e la recitazione funzionano a fasi alterne.