Trigger Warning: recensione del film Netflix con Jessica Alba
Action e revenge movie si mescolano sotto la direzione della regista indonesiana Mouly Surya per riportare sullo schermo Jessica Alba nel carente Trigger Warning. Dal 21 giugno 2024 su Netflix.
L’attesa mista alla curiosità di rivedere Jessica Alba alle prese con un ruolo d’azione ha fatto sì che il nuovo film che la vede protagonista, ossia Trigger Warning, schizzasse immediatamente in vetta alla top ten dei titoli più visti a meno di ventiquattro ore dal rilascio su Netflix avvenuto lo scorso 21 giugno 2024. Esito piuttosto prevedibile dato l’hype generato dall’evento e in particolare dalla figura dell’attrice e imprenditrice californiana, capace con la sola presenza in un progetto, indipendentemente dal risultato ottenuto, di calamitare a sé un elevato numero di potenziali spettatori. L’assenza prolungata dal piccolo e grande schermo che durava da circa quattro anni, ossia dalle partecipazioni alla pellicola Killers Anonymous e alla serie L.A.’s Finest, ha fatto il resto. Tutti questi fattori hanno alimentato e fatto crescere il livello di attesa, la stessa che come avremo modo di spiegare dovrà necessariamente lasciare il posto alla delusione nei confronti di un’operazione che non può soddisfare quelle che sono le esigenze, oltre che i desiderata e gli standard, richiesti dal genere in questione.
Trigger Warning si arena davanti ai soliti e cronici problemi di scrittura dei prodotti action
Il soggetto di Trigger Warning, nato da un racconto di Otep Shamaya, leader degli Otep, gruppo alternative metal, ha tra gli autori dello script anche Hally Wegryn Gross, co-sceneggiatrice del videogioco The Las of Us Part II. Nonostante il blasone del team di scrittura a disposizione, il film si è purtroppo arenato davanti ai soliti, per non dire cronici, problemi che affliggono il cinema d’azione: l’incapacità e la pigrizia degli sceneggiatori di turno di dare forma e sostanza a una storia e a dei personaggi stratificati e tridimensionali nel disegno in grado di dare un contributo alla causa e non essere solamente al servizio di un’azione che, spettacolo e adrenalina a parte, nella stragrande maggioranza dei casi appare fine a se stessa. La pellicola in questione purtroppo non fa eccezione con l’ennesima protagonista tagliata con l’accetta, glaciale emotivamente quanto letale nel mettere in mostra le sue doti marziali e balistiche, che si trova a combattere come un automa sull’onda di un perché che finisce in secondo piano. Dal canto suo l’attrice statunitense, ora quarantaduenne, si è calata con sufficiente convinzione ed efficacia esecutiva nei panni del personaggio che le è stato affidato, rispolverando la fisicità e la velocità di esecuzione dei bei tempi che furono, vale a dire di Dark Angel dove indossava i panni di Max Guevara/X5-452,al quale tra l’altro deve il successo e il lancio nel mondo del cinema.
In Trigger Warning si attinge al campionario balistico, dinamitardo e marziale normalmente in dotazione ai frequentatori del genere
A vent’anni di distanza, con qualche altro ruolo action alle spalle che però non sono passati agli annali (tra cui quelli in Trappola in fondo al mare, Stretch, Barely Lethal e Mechanic: Resurrection), la Alba ci ha riprovato interpretando Parker, un’agente delle forze speciali che vive la sua vita in missione in zone di guerra, almeno fino a quando riceve una telefonata da un vecchio amico del liceo, Jesse, ora diventato sceriffo della cittadina natale, che l’avvisa dell’improvvisa morte del padre a causa di un crollo in una miniera. La donna è così costretta a rientrare, ma una volta arrivata a casa comincerà ad accorgersi di numerose stranezze che avvolgono l’incidente di suo padre, fino a scoprire un giro illecito di armi in cui è coinvolta proprio la famiglia dello sceriffo. Facile intuire in quale direzione narrativa e drammaturgica un film e un personaggio come questi possano andare. Le traiettorie infatti puntano diritte verso il revenge-movie, con dinamiche, sviluppi e ovviamente un epilogo che fanno dell’elevato livello di prevedibilità il tallone d’Achille. Ecco che per salare il salvabile si tenta di distogliere l’attenzione del fruitore dalla schematicità e dalle mancanze dello script, gettando fumo nei suoi occhi con la proposizione di scene d’azione a intervalli regolari nel corso della timeline (su tutte quella dell’evasione della Parker dalla centrale di polizia) sino alla consueta resa dei conti. Qui si spolvera il campionario balistico, dinamitardo e marziale, normalmente in dotazione ai frequentatori del genere, ma la pioggia di piombo e le sventagliate di daghe indonesiane nel cuore desolato di un’America corrotta non servono a risollevare le sorti di Trigger Warning.
L’interpretazione di Jessica Alba e la regia della cineasta indonesiana Mouly Surya non sono sufficienti a cambiare le sorti di un revenge movie narrativamente prevedibile
Nemmeno la presenza e l’apporto in cabina di regia di Mouly Surya, cineasta di comprovata esperienza e dal profilo perfetto per portare sullo schermo una storia come quella al centro del film non ha, suo e nostro malgrado, capovolto la situazione e cambiato il destino del progetto. Alla sua prima esperienza in lingua inglese, l’autrice del pregevolissimo Marlina. Omicida in quattro atti non ha inciso come avrebbe dovuto e potuto, limitandosi a mettere in quadro ciò che le è stato affidato. Peccato perché ciò che aveva fatto in passato in termini tecnici e narrativi con la pellicola del 2017 se riproposto in altra chiave in Trigger Warning, adeguandosi alle esigenze e alla natura produttiva di quest’ultimo, avrebbe garantito al progetto ben altro risultato. Ma purtroppo non è andata così, con l’abbonato di Netflix e lo spettatore in generale che deve accontentarsi del minimo sindacale.
Trigger Warning: valutazione e conclusione
A quattro anni di distanza dall’ultima apparizione nella serie L.A.’s Finest, Jessica Alba torna sugli schermi, stavolta di Netflix, in un revenge-movie in salsa action che nonostante la presenza in cabina di regia di Mouly Surya non convince e non soddisfa gli abituali frequentatori dei generi in questione. Al netto di qualche scena degna di nota sul piano marziale e balistico, Trigger Warning offre allo spettatore l’ennesimo e prevedibile percorso di vendetta con protagonista una figura bidimensionale e tagliata con l’accetta, messa al servizio di una storia drammaturgicamente parlando ridotta ai minimi termini da una scrittura pigra e incapace di staccarsi dagli stilemi dei modelli di riferimento. L’attrice californiana ci mette tutta se stessa, destreggiandosi come ai vecchi tempi di Dark Angel nelle sequenze più dinamiche, ma non è sufficiente a invertire la rotta di un’operazione destinata a finire nel dimenticatoio una volta esaurito l’hype che si portava dietro prima del rilascio sulla piattaforma a stelle e strisce.