Trois Amies: recensione della commedia francese da Venezia 81

Emmanuel Mouret presenta, in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 81, un classico della commedia francese.

Ma perché l’amore deve essere sempre indecifrabile? Non potrebbe essere semplice, non potrebbe essere l’istante infinito tra persone completamente assorte nei loro sguardi, motore di aspre dolcezze e iperboli sentimentali? Trois Amies, visita il già noto luogo sentimentale del regista francese Emmanuel Mouret, proponendo un tema già visto seppur, apparentemente, per nulla scontato; tre amiche, mille incomprensioni, speranze deluse, amore espressione di nuove dipendenze linfatiche, girotondi affettivi resi nella consueta leggerezza di un cinema tipicamente francese che evita il dramma nonostante la tragedia. Presentato in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 81.

Trois Amies: la moltiplicazione del tre

Trois Amies; Cinematographe.it

Victor (Vincent Macaigne), è la voce narrante del film nonostante esca dalla scena in modo tragico quasi subito, rappresentando già un primo e possibile finale del film ma in realtà è soltanto il principio di una intricata costruzione narrativa ripresa, screpolata, annodata a situazioni che si sdoppiano, si avviluppano, si moltiplicano. Tre donne, tre insegnanti che si inseriscono perfettamente l’una nell’altra senza realmente comprendere il motivo del loro legame riproponendo un insolito triangles amoureux, filo conduttore di molta storia del cinema francese.
In una commedia francese, dentro la solita mise en place che stavolta stende il suo servizio nella città di Lione, Trois Amies è la Woody Allen Estetic di cui non ci si riesce a liberare, ironia e amarezza.  

Tradimento, noia e pretesto di un preciso stato sociale

Il tradimento è il personaggio invisibile che occupa la scena, dentro appartamenti che rappresentano, nel più classico dei modi, quel “disordine d’arredo” tipicamente francese.
Il film, si concentra più sui particolari che sulla trama che, per quanto intricata, sembra rimettere in ordine alfabetico le lettere di ogni singola parola.

Ma il gusto della felicità è un affare rivolto a tutti. La capacità di cambiamento; la rivoluzione dinamica in confronto a una quotidianità fin troppo ordinaria; l’avventura di una ricerca volta all’esperienza del viversi, dell’innamoramento, della convivenza. La fragilità personale del senza età, il privilegio del dubbio, dell’osservazione e dell’incurante avversità in ciò che non produce alcuna passione. Trois Amies, a suo modo, insegna la corrispondenza primaria verso l’istinto e il piacere di se stesso per se stesso.

Il sentimentale commediale della Mostra del Cinema di Venezia non infuoca in termini emotivi; esprime piuttosto la retrospettiva di una filmografia francese della Nouvelle Vague che sbava in una contemporaneità troppo nostalgica e inadeguata.
L’attinenza al tema potrebbe essere l’unica prospettiva su cui elaborare un’analisi logica cinematografica. Trois amies persevera e riattacca il telefono ogni qualvolta il fascino attrattivo della storia comincia a emergere; non propone una visione partecipativa, coinvolgente; tende ad elemosinare un’attenzione che invece gradualmente evapora e non incide nella trasmissione linguistica ed emotiva.

Trois Amies: valutazione e conclusione

Emmanuele Mouret, in Concorso per il Leone d’oro, non convince!
L’elaborazione di scrittura non sempre rende la riuscita di un’architettura cinematografica solida. L’amore tossico è stato raccontato, è stato dissipato, definito in un’estetica trascendentale tale da condizionale il nostro approccio relazionale ed è forse per questo che risentiamo, almeno sul grande schermo, di una narrazione nella sua normalità vissuta e rivissuta.  

Trois Amies è la commedia diretta da Emmanuel Mouret con Camille Cottin in Concorso per la Mostra del Cinema di Venezia 81. Il film sarà distribuito da Lucky Red, nelle sale italiane, il prossimo dicembre.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.5