Tutta un’altra vita: recensione della commedia con Enrico Brignano
Per essere felici bisogna per forza diventare ricchi? Ce lo mostra Alessandro Pondi nella sua nuova commedia: ecco la recensione di Tutta un’altra vita.
Ha alle spalle tanti titoli della commedia italiana basati anch’essi sullo scambio di persona tra poveri e ricchi. Così guardando Tutta un’altra vita, il nuovo film di Alessandro Pondi, riaffiorano dalla memoria Miseria e nobiltà, Un povero ricco, Poveri ma ricchi.
Enrico Brignano è Gianni, tassinaro insoddisfatto che durante l’ennesima estate di lavoro nel traffico traduce la vita in numeri da giocarsi al lotto, mentre la moglie, Paola Minaccioni, dal loro appartamentino a Garbatella cerca di spedire i due figli al mare, almeno per un giorno, cercando di affibbiarli al vicino di casa cinese. Mai una gioia, verrebbe da dire. Ma un giorno il nostro eroe borbottone si ritroverà con le chiavi della villa di una coppia facoltosa in partenza per le Maldive. Una settimana tra piscina, smoking, ascensore in casa e corse in Lamborghini basterà a cambiare la vita di Gianni?
Tutta un’altra vita: amore o ricchezza?
L’inadeguatezza di questo personaggio lo porta a desiderare l’impossibile, ma scollandosi dalla realtà. Brignano lo interpreta pennellando il suo tassista di furberia giuggiolona. Ilaria Spada sarà invece la donna del mistero che durante una festa ne rapirà il cuore. L’attrice interpreta una donna che nasconde doppi fini, ma sogna pure lei una vita migliore di quella che si è ritrovata addosso. Sogna una storia d’amore dove la ricchezza faccia solo la misura della tranquillità economica, anche se il vero agio non la disturba affatto.
Quindi ci si deve accontentare o no della vita che si ha? L’autore mette in stretto confronto i suoi personaggi con la misurazione della vita attraverso i beni materiali. “I soldi non fanno la felicità, figuriamoci la miseria” tuonava un vecchio detto. È proprio il caso dei tre protagonisti, Brignano, Minaccioni e Spada, che intrecciano una serie di doppi giochi tra l’amore per Gianni, Brignano, e la necessità di una vita migliore.
Pondi, da buon autore di commedia, mette in bocca alle sue creature di celluloide solo un apparente buonismo. In realtà siamo di fronte a nuovi piccoli mostri, caratteri che potrebbero far capo ai grandi maestri della commedia all’italiana. Così la leggerezza di Gianni nello scaricare i figli, o il suo stesso egoismo nel godersi la piscina in gran segreto dalla famiglia lo dipinge come un antieroe politicamente scorretto. La battuta è sempre presente nelle gag. Importantissime le parole in questa sceneggiatura romanesca che sceglie di capovolgere i fronti tante e tante volte, mantenendo sempre vivo il dubbio sul come andrà a finire. Chi sceglierà Gianni, la moglie o l’amante?
Tutta un’altra vita: uno show di caratteristi
Il film di Pondi scorre piacevolmente sul grande schermo. Ogni tanto s’incanta un po’ troppo sulle panoramiche della grande casa, ma sembra quasi la soggettiva imbambolata del suo temporaneo inquilino travolto dalla sua nuova vita a scadenza. Gianni/Brignano tra le tante cose sogna di vincere un’ambita gara di ballo. Sua compagna è una donnina formosa e intraprendente interpretata da Daniela Lettieri. Fanno la differenza in Tutta un’altra vita anche i personaggi che ruotano intorno ai protagonisti. Così la coppia danarosa che dimentica le chiavi è formata da un burbero Paolo Sassanelli e una stizzita Monica Vallerani.
Ma il pezzo forte lo fa Maurizio Lombardi, che con il suo stilista fintamente effeminato delinea con una sottilissima cattiveria un altro mostro moderno. In più si può contare sulla partecipazione di Giorgio Colangeli, forse uno dei pochi personaggi positivi il suo, puro d’animo. Ed è da segnalare anche la composizione musicale di Cris Ciampoli, musicista anche di Gabriele Muccino, che pizzica le giuste note per accompagnare i nostri personaggi nelle loro avventure tra sogni e realtà.
Insomma, la nuova stagione cinematografica comincia a scaldare i motori con una storia che alleggerisce lo spettatore con la sua ora e mezza di visione. Coraggiose le molte scelte narrative di Pondi e Rai Cinema, che hanno optato per un prodotto d’intrattenimento apparentemente liscio, ma in realtà parecchio sfaccettato e in grado di aggrappare il pubblico da molti punti di vista. Le intenzioni della satira corrosiva ci sono, quindi non aspettatevi il buonismo con la solita morale telefonata, perché i larghi sorrisi per le freddure cacio e pepe di Brignano si alterneranno a molte risate a denti stretti.