Twister: recensione del film con Helen Hunt
I cacciatori di uragani Jo e Bill inseguono il tornado perfetto, per studiarne le caratteristiche interne grazie alla loro nuova invenzione. Una missione audace e folle, ad altissimo tasso d'adrenalina.
Scritto dal Michael Crichton di E.R. – Medici in prima linea e prodotto dalla Amblin Entertainment di Steven Spielberg, Twister è quanto di meglio il cinema catastrofico potesse produrre a metà degli anni ’90, esattamente nel 1996. Uno di quei film che ha segnato l’immaginario collettivo, radicandosi nella memoria ben oltre i suoi reali meriti ma al contempo stabilendo lo stato dell’arte cinematografica di puro intrattenimento dell’epoca. Un prodigio di effetti speciali e tecnologia, come testimoniano le due nomination agli Oscar e l’MTV Movie Award per la Miglior Sequenza d’Azione.
A Twister spetta anche un curioso primato: è stato infatti il primo film ad essere stampato in dvd. Una scelta ponderata e studiata con arguzia, come se la meraviglia visibile sullo schermo irradiasse inevitabilmente il supporto destinato a riprodurla. È un periodo di scoperte e virtuosismi, che travolgono il pubblico: basti pensare che nel ’96 i tre maggiori incassi mondiali sono stati – in ordine di posizione – l’impareggiabile Independence Day, Twister e il primo Mission: Impossible. E anche il regista Jan de Bont, a suo modo, è una garanzia, avendo alle spalle il midcult Speed, realizzato due anni prima.
Twister: La quiete prima della tempesta
Pur non essendo esattamente il punto forte della pellicola, la trama merita di essere perlomeno accennata: si narra di un manipolo di cacciatori di uragani (in americano stormchaser) impegnato nell’inseguimento di un tornado che sta devastando l’Oklahoma. Uomo contro natura, in estrema sintesi, ed è interessante constatare come rispetto al classico film americano in cui i buoni devono salvare il mondo da un cattivo in carne e ossa e/o da una minaccia tangibile (di solito il terrorismo, ma va bene anche un meteorite), qui il villain sia aereo e del tutto incontrollabile. E per questo scateni una diversa e maggiore angoscia.
A rendere Twister originale, poi, contribuisce anche la sua struttura: si parte dal concetto di disaster movie, ovviamente, declinato tuttavia attraverso una narrazione che guarda maggiormente al fantasy e al film di guerra. La squadra capeggiata da Helen Hunt e Bill Paxton – due fra gli attori più gettonati in quella decade – si prepara a sperimentare un innovativo strumento in grado di studiare la struttura interna dei vortici, e procede come in una missione a tentativi da portare a termine. E quegli stessi tentativi, inoltre, sono come battaglie all’interno di un medesimo e più ampio conflitto.
Vortici apocalittici, tornadi catastrofici… e mucche volanti
Raccontato così, questo caleidoscopio di inseguimenti a rotta di collo, esaltato ritmo sincopato (la firma autoriale di de Bont) e umorismo-emotività-avventura sapientemente orchestrate e dosate rischia di passare per il capolavoro che non è. Twister è ripieno di retorica filmica anni ’90, dall’estetica machista in stile Schwarzenegger alle superficialità assortite di una sceneggiatura che oggi riterremmo imperdonabili. Anche il discorso sul ruolo della donna è zoppicante: la futura moglie del protagonista, Melissa, è in pratica una macchietta comica passiva e in balìa degli eventi, mentre la tosta Jo è emancipata solo perché imita l’uomo e il suo comportamento.
Per godere appieno dell’opera è necessario chiudere gli occhi e riaprirli fingendo di essere spettatori in sala di quell’ormai lontanissimo 1996, col sense of wonder ancora intatto e non corrotto alle fantasmagorie che dai 2000 circa in poi renderanno spesso indistinguibile computer grafica e live action. In Twister la differenza fra le due componenti si tocca con mano, è ben visibile e riscontrabile. Può sembrare un paradosso, ma in fondo è anche questa sua umanità e matericità ad averlo reso un film iconico e irripetibile, anello di congiunzione fra un passato che si ricorda sempre con nostalgia e un futuro di cui è stato prototipo e prova generale.