Un amore all’altezza: recensione del film con Jean Dujardin
Diane è una bella donna, un brillante avvocato, affascinante e dalla personalità forte. Divide lo studio con il suo ex marito e socio, con cui riesce a lavorare, ma non esattamente in armonia.
Poi un giorno, dimentica il cellulare in un bar e lo ritrova un certo Alexandre. Un uomo che la chiama a casa per restituirglielo. Al telefono, Alexandre è brillante, intelligente, una voce suadente e lei ne è subito colpita. Così tanto da accettare di incontrarlo.
Appena lo vede, Diane scopre che quell’uomo non è per niente come se l’era immaginato, perchè è sì un affascinante e ricco architetto, ma è alto 1 metro e 37.
Un amore all’altezza, la commedia francese con Jean Dujardin
Inizia così questa commedia francese diretta da Laurent Tirard e nata da un riadattamento di un grande successo argentino del 2013 intitolato Corazon del Lèon.
Anche se la trama può ingannare, lasciando pensare alla solita commedia romantica piena di equivoci o situazioni comiche, in realtà il film si sviluppa in modo solido e non banale.
Al centro della narrazione, non c’è solamente la differenza di altezza, ma c’è il pregiudizio. Il pregiudizio della gente che li vede insieme e che è divertita dal fatto che lui sia così piccolo confronto a lei e che di conseguenza, si sente in pieno diritto di ridere, fare battute e sentirsi superiori. E tutto questo rende la situazione per Diane ancora più complicata: divisa tra il suo evidente amore per Alexandre e lo sguardo degli altri.
Vivere la situazione di Diane, sinceramente combattuta, fa riflettere lo spettatore su quanto può essere influente il giudizio degli altri nelle nostre vite, che si tratti di persone a noi vicine o di sconosciuti che stanno passando per strada in quel momento. Fa anche riflettere sulle aspettative che ognuno di noi ha nella vita, come quelle di Diane. Lei si immaginava il principe azzurro, quello bello e alto che arriva a prenderla lasciando tutti senza fiato, invece, Alexandre, sebbene abbia tutte le carte in regola per essere quel principe, semplicemente non è alto. E questo è sufficiente per far traballare tutta la struttura alla base del loro rapporto.
Un amore all’altezza, uscirà nelle sale il 9 settembre 2016 distribuito da Lucky Red
Poi ci sono due sguardi fuori dal coro in questa narrazione, il primo è quello del figlio di Alexandre. Un bel ragazzo, alto senza lavoro, ma senza neanche troppa voglia di fare fatica e molto legato al padre. Per lui, non è una questione di altezza, non ci ha mai fatto caso. Ha iniziato a notare, che suo padre era diverso, solo quando a scuola, i suoi compagni hanno iniziato a farglielo notare. E ancora qui, si inserisce il giudizio degli altri che prova a far traballare una situazione stabile.
E poi c’è lo sguardo di Coralie, la segretaria ficcanaso dello studio legale di Diane, che sin dall’inizio del film non sembra brillare per sensibilità, ma poi spiazza tutti parlando con franchezza al suo capo e mostrando di averla capita più di altri.
Il regista Laurent Tirard riesce a portare in scena una commedia con il tipico stile di comicità francese
In realtà sei tu la nana. Hai Un piccolissimo cuore con all’interno dei piccolissimi sentimenti.
E con una semplice frase, riesce a spostare l’attenzione dall’altezza di Alexandre all’immaturità emotiva di Diane e anche quella delle altre persone. Perchè in questo caso, è il pregiudizio che rende piccoli, non un parametro scientifico.
Il regista Laurent Tirard riesce a portare in scena una commedia con il tipico stile di comicità francese, senza cadere in questo caso, nel ridicolo o nell’ecceso. Complici anche i due attori protagonisti Virginie Efira e Jean Dujardi, perfetti nel ruolo che interpretano e una colonna sonora folk molto azzeccata firmata da una giovane cantante australiana Emilie Gassin.
Un amore all’altezza, uscirà nelle sale il 9 settembre 2016 distribuito da Lucky Red. Un film che fa divertire e fa riflettere sullla diversità e come questa, di qualsiasi genere sia, provochi molto spesso degli scompensi nelle aspettative che noi tutti ci creiamo per le nostre vite e quelle degli altri.