Cannes 2021 – Un monde: recensione del film di Laura Wandel
Per Nora la scuola è un mondo tutto nuovo da scoprire e le sorprese non sono sempre piacevoli. Un monde racconta lo svelamento di un universo sconosciuto agli occhi della piccola bambina.
Abel e Nora sono i giovanissimi protagonisti di Un monde, il film firmato dalla belga Laura Wandel presentato al Festival di Cannes 2021 nella sezione Un certain regard. Abel e Nora sono due fratelli molto legati tra loro, vivono con il padre casalingo e con una madre del tutto invisibile.
Quando Nora inizia a frequentare la stessa scuola del fratello maggiore, il loro equilibrio familiare inizia a sconvolgersi, in quanto emergono tutte le frizioni e le discrepanze esistenti tra l’universo domestico e quello esterno scolastico. Nora scopre fin dal primo giorno che Abel fa parte di un gruppo di bulli e, cercando di farlo smettere, finisce col farlo diventare l’obiettivo delle angherie dei prepotenti compagni di scuola. Da qui parte una spirale di bugie svelate e di confessioni estorte e con l’intervento degli adulti la situazione sembra complicarsi ancora di più. Nora, dal canto suo, non conosce più punti fermi a cui appigliarsi: il padre tanto amato e stimato da fuori appare un disoccupato scansafatiche, il fratello maggiore da sempre ammirato diventa una vittima incapace di difendersi se non con la prepotenza, le nuove amiche di classe che inizialmente sono l’unico spiraglio di felicità diventano presto vezzose pettegole arroganti. Nora si trova quindi a dover puntare tutto su se stessa e sul suo sguardo sul mondo.
Nora è la protagonista di Un monde.
Un monde pecca sicuramente per un eccessivo didascalismo e una certa ingenuità nella narrazione dei fatti, ma senza dubbio riesce a trasmettere il senso di ingiustizia (e di totale incomprensione dei gesti) che si rispecchia negli occhi di Nora. Il fulcro delle immagini è la bambina, nelle sue molteplici identità di figlia, sorella e amica, che attraversa nell’arco di poche settimane molte fasi della crescita infantile. I suoi occhi, soprattutto sono sempre tenuti al centro delle inquadrature strette e attente al suo volto: dal primo giorno in cui a testa bassa si rifiuta di presentarsi ai compagni alla fierezza dei tentativi di difendere il fratello maggiore e, ancora, alla rabbia furente nei confronti di Abel stesso per aver involontariamente compromesso il suo status agli occhi delle nuove amiche. Laura Wandel declina nell’esperienza di Nora innumerevoli forme di prepotenza, prendendo la bambina come testimone assoluta della persistenza delle ingiustizie, senza lasciarsi sfuggire l’annotazione fondamentale che in realtà i primi a subire prepotenza e arroganza altrui sono proprio gli aguzzini.
Un monde è in corsa per la Camera d’Or della sezione Un certain regard di Cannes 2021
Un monde racconta un mondo chiuso, avulso dall’esterno, che trova forti ostacoli a comunicare con l’esterno. In questo senso, Nora si trova a dover gestire le distorsioni che il filtro di nuove prospettive apportano alle sue certezze: le prese in giro dei compagni, il trasformismo di Abel, l’atteggiamento molto poco comprensivo da parte degli insegnanti rendono tutto più ostico nel processo di apprendimento della bambina. E il dato che meglio viene sottolineato da sceneggiatura e regia è proprio la chiusura dei due mondi nei rispettivi confronti, una totale incomunicabilità persistente che divide scuola e casa, di cui il cancello a cui il padre non si può nemmeno affacciare è solo il simbolo più materico. Nel caso estremo di Nora si ritrovano gli scontri comuni, quelle divisioni intime che impongono di scegliere tra bisogni individuali e lealtà, tra senso di giustizia e complicità fraterna, tra bisogno di affermazione personale e quello di preservazione del nido familiare. Un monde non è un film completo, le molte ripetizioni degli eventi si trasformano in didascalie, ma quanto meno il fulcro tematico è messo nettamente in evidenza.