Un oggi alla volta: recensione del film di Nicola Conversa
Al cinema dal 25 luglio 2024, Un oggi alla volta ci spiega l’importanza di vivere ogni giorno con chi amiamo, come se fosse l'ultimo.
“Sembra di stare in una commedia romantica, però brutta perché italiana” e, invece, la pellicola di Nicola Conversa – al suo esordio dietro la cinepresa – è fresca, divertente e significativa per i temi trattati e il messaggio che vuole lanciare: ognuno ha i suoi tempi, perché è questo mondo che, forse, va un po’ troppo di fretta. Un oggi alla volta arriva al cinema dal 25 luglio 2024 per raccontarci la storia di Marco e Aria, interpretati da due luminosi e giovanissimi attori: Tommaso Cassissa e Ginevra Francesconi.
Classe 2000 e content creator lui, classe 2003 e attrice con alle spalle già diversi film e serie TV lei (Il mio nome è vendetta, Don Matteo e altri). Prodotto da One More Pictures e Vision Distribution in collaborazione con RAI Cinema e Sky, Un giorno alla volta racconta la storia d’amore di due adolescenti ma, soprattutto, dell’amore verso la vita, alla quale non vorremmo mai dire addio perché siamo perennemente affamati di tempo.
Un oggi alla volta: la paura di essere in ritardo
“Dedicato a chi crede di perdere tempo”, così esordisce Conversa prima che le immagini della sua fatica inizino a scorrere sullo schermo. Al centro c’è, infatti, la costante paura di essere sempre in ritardo rispetto agli altri e questo aspetto viene affrontato attraverso le storie dei suoi protagonisti che sembrano tutti rincorrere qualcosa. Filo conduttore è la fame di tempo che tutti noi abbiamo: desideriamo raggiungere i nostri obiettivi, ma con i nostri tempi. “Chi decide qual è il tempo giusto”, in fondo?
Ansioso maturando, Marco sta studiando per cercare di non perdere l’anno, ma non è particolarmente social e non considera lo smartphone un’appendice come i suoi coetanei, costantemente connessi alla rete e un po’ meno alla realtà. Attraverso gli occhi di Marco, viviamo la sua crescita personale, le sue gioie e i suoi dolori. Studiare e pensare al proprio futuro è fondamentale, ma altrettanto lo sono i rapporti umani: quelli con i propri familiari, gli amici e la persona amata. Nicola Conversa ci racconta quanto possa essere difficile essere teenager e adulti oggi e come tutto possa diventare più leggero quando, al nostro fianco, ci sono persone pronte ad ascoltarci e supportarci.
Franco e l’importanza di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo
Marco è un ragazzo simpatico, imbranato che, per una serie di circostanze, conosce Aria attraverso uno smartphone, ma desidera mettere questo da parte e vivere con lei l’amore. Il suo sogno più grande? Innamorarsi. Una cosa semplice e bellissima che, oggi, sembra essere diventata quasi un’impresa. Battute irresistibili che non faticheranno a conquistare i più giovani, ma anche gli adulti che amano ancora sognare.
Un oggi alla volta ci mette davanti a un’evidenza: il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo e non è mai abbastanza. Aria deve convivere con Franco: è il nome con cui la ragazza chiama la sua malattia degenerativa, la sindrome di Steinert perché “se dai un nome alle cose brutte, fanno meno paura”. Sul suo braccio ha tatuato la frase “Un oggi alla volta” – che dà il titolo alla pellicola – perché lei vuole vivere, non sa – più di tutti – cosa le riservi il futuro e si è promessa di vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo.
Un oggi alla volta: valutazione e conclusione
Scritto da Nicola Conversa con Giulia Uda, Un oggi alla volta affronta con estrema delicatezza, rispetto e sensibilità il difficile percorso della malattia, con le sue sfide fisiche e psicologiche, riuscendo a darne una visione realistica e ad alternare il tutto con toni leggeri. Le interpretazioni di Tommaso Cassissa e Ginevra Francesconi sono emozionanti: gioiamo e soffriamo con loro. Una storia di amore e amicizia, con temi portanti come la paura e l’inclusione che rendono il film di forte impatto e ricco di spunti di riflessione. Tutti noi abbiamo o abbiamo avuto paura di sprecare il nostro tempo, di essere in qualche modo in ritardo, ma la verità è che dovremmo imparare a rallentare e a goderci il tempo che abbiamo con i nostri affetti.