Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F. – recensione del film Netflix
A trent’anni di distanza dall’ultima volta tornano le avventure del celebre poliziotto interpretato da Eddie Murphy nel quarto capitolo della saga di di Beverly Hills Cop. Su Netflix dal 3 luglio 2024.
In un’annata segnata dai grandi ritorni c’è stato spazio anche per quello di Eddie Murphy e del suo Axel Foley, che per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, dato il lungo periodo trascorso dall’ultima apparizione sullo schermo, è il protagonista di Beverly Hills Cop. La popolarità ottenuta negli anni Ottanta è stata tale da avergli fatto raggiungere la posizione numero 78 nella classifica dei cento migliori personaggi cinematografici di tutti i tempi redatta da Empire. Un po’ questo, un po’ la nostalgia, ma anche una buona dose di furba strategia legata a un’operazione commerciale studiata a tavolino, ed ecco che a quarant’anni dal primo e a trenta dal terzo il celebre personaggio nato dalla penna Daniel Patrie Jr. e Danilo Beach ha ripreso in mano pistola e distintivo per tornare in servizio in un quarto capitolo della saga dal titolo Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F. Un capitolo, questo, che a differenza dei precedenti non è stato distribuito nelle sale, ma visti i tempi e le rivoluzioni avute nel frattempo nel mercato dell’audiovisivo è approdato direttamente in rete con Netflix. Ed è sulla piattaforma a stelle e strisce che i fan lo potranno trovare a partire dal 3 luglio 2024.
A godersi il quarto capitolo di Beverly Hills Cop saranno soprattutto i fan e i nostalgici della saga
Come sempre in questi casi alla grande attesa fa seguito e si mischia una curiosità altrettanto grande, quelle di rivedere una figura iconica, entrata nell’immaginario collettivo, ritornare in azione. E per fortuna, sua e nostra, non sono stati commessi gli stessi errori che hanno accompagnato quello di un altro storico e amato personaggio culto interpretato anch’esso dall’attore newyorchese, ossia l’Akeem Joffer de Il principe cerca moglie, riesumato nel 2021 per dare vita a un improbabile quanto pessimo sequel battezzato Il principe cerca figlio. Il regista Mark Molloy, qui al suo esordio in un lungometraggio, con la complicità del team di sceneggiatori (Will Beall, Tom Gormican e Kevin Etten), hanno trovato l’equilibrio giusto tra passato e presente per permettere il ritorno di un mito hollywoodiano, anche se a dire il vero a goderselo saranno prevalentemente gli appassionati della saga. Coloro che non avevano avuto precedenti contatti con essa, con il protagonista e il suo universo, difficilmente infatti riusciranno ad enrare in sintonia con questo nuovo episodio. Sta qui il limite dell’operazione, anche se siamo sicuri non impedirà al film di accumulare un discreto numero di visualizzazioni.
Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F mantiene l’impianto, lo stile e i toni dell’originale
Sta di fatto che Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F mantiene l’impianto, lo stile e i toni dell’originale, non a caso solito il copione vede Foley ritornare nella pittoresca Los Angeles al fine di fare luce su un caso di corruzione nel dipartimento per poi farsi arrestare entro un’ora, disubbidire agli ordini di tutti i suoi superiori e distruggere mezza città dopo avere messo a ferro e fuoco la sua Detroit, sventando una rapina a bordo di uno spazzaneve. Il tutto accompagnato dalle note dell’immancabile motivetto (Axel F di Harold Faltermeyer) e dall’inconfondibile risata del protagonista. Il ché cavalca – come è giusto che sia – l’onda della vena nostalgica, ma al contempo rende il tutto piuttosto prevedibile e già visto da un punto di vista narrativo e drammaturgico se non fosse che stavolta papà Foley dovrà provare a sistemare il rapporto problematico con la figlia Jane, che per mestiere fa l’avvocatessa in quel di Los Angeles e proprio con lei fa squadra insieme a un nuovo partner e a vecchie conoscenze come Rosewood, Taggart e Serge per svelare un complotto.
Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F è un sequel capace di intrattenere e divertire, anche se non con la carica esplosiva dei bei tempi che furono
Insomma la sostanza non cambia con la ricetta del buddy-cop movie in salsa action-comedy old school rimasta intatta e se da una parte rappresenta una certezza, dall’altra può annoiare chi si aspettava qualcosa che desse una sprezzata di novità alla saga, proprio in previsione di possibili e futuri sviluppi. A cambiare semmai è lo stesso Foley, biologicamente cresciuto, perché del resto gli anni passano per tutti. Lo ritroviamo infatti un po’ fuori forma e invecchiato, ma sempre capace di cacciarsi nei guai e con il solito gusto per un’azione rocambolesca a base di botte da orbi, sparatorie e inseguimenti. Ingredienti, questi, che anche stavolta non vengono meno e consentono allo show di intrattenere e divertire, anche se non con la carica esplosiva dei bei tempi che furono sotto la guida di John Landis, Tony Scott e Martin Brest.
Un piedipiatti a Beverly Hills: Axel F. – valutazione e conclusione
A quarant’anni dal primo e a trenta dal terzo tornano le avventure di Axel Foley nel quarto capitolo della saga di Beverly Hills Cop. All’attesa e alla curiosità nel confronti di questo nuovo sequel farà seguito un film divertente in grado di intrattenere soprattutto i nostalgici e i fan del cult degli anni Ottanta. Il copione e la formula restano inalterati, il ché garantisce delle basi solide sulle quali proseguire il cammino del franchise, ma al contempo potrebbe annoiare coloro che, al di là di qualche new entry, si aspettavano una sprezzata di novità nella trama per rilanciare la saga e attualizzarla un po’. Insomma chi si accontenta gode.