Un principe per Natale: recensione

Una commedia sentimentale che strizza l'occhio a Cenerentola, risultando però piatta e poco gradevole.

Un principe per Natale (A Christmas Prince in originale) è un film originale Netflix del 2017 diretto da Alex Zamm e interpretato da Rose McIver (iZombie, C’era una volta), Ben Lamb e Sarah Douglas. La pellicola si inserisce nel sempreverde filone del cinema natalizio, ed è disponibile per tutti gli abbonati al celeberrimo servizio di streaming a partire dal 17 novembre.

Un principe per Natale

Amber (Rose McIver) è un’aspirante giornalista americana, frustrata per una carriera che stenta a decollare, relegandola a ruoli di secondo piano per la testata in cui lavora. L’occasione per cambiare il suo destino lavorativo arriva con la chiamata per un servizio nel principato di Aldovia, in procinto di passaggio della corona dopo il decesso di Re Richard. Giunta sul posto, Amber riesce a entrare nelle grazie della famiglia imperiale facendosi passare per la nuova insegnante della principessa Emily. Questo le dà modo di conoscere la vera personalità del designato successore al trono Richard (Ben Lamb), che si rivela essere ben lontano dalla figura di playboy fanfarone con cui viene dipinto dai media.

Un principe per Natale: una scialba rilettura in chiave natalizia e moderna della favola di Cenerentola

Un principe per Natale

Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, Netflix punta sull’atmosfera del periodo e sull’utilizzo dei più collaudati schermi del cinema fiabesco per mettere in scena una riproposizione in chiave moderna della favola di Cenerentola, in cui la protagonista non è un’orfana sfruttata come sguattera dagli odiosi parenti, ma una giornalista precaria spedita nell’immaginaria Aldovia alla caccia di un servizio potenzialmente interessante. Questo accenno al cambiamento (non sempre positivo) delle dinamiche del giornalismo, sottolineato dalla caccia ai like dei colleghi della protagonista Amber, è l’unica debole concessione alla modernità di un film che sembra provenire da un’altra epoca, vecchio di almeno 30 anni per struttura, messa in scena e semplicismo narrativo, ma privo anche della statura tecnica e intellettuale necessaria per rielaborare o almeno omaggiare i grandi classici del passato.

Un principe per Natale rivela fin dai primi minuti una sconcertante superficialità in termini di sceneggiatura (basti come esempio la facilità con cui una persona qualunque si inserisce in quella che viene presentata come un importante e prestigioso principato) e un’imbarazzante prevedibilità di tutti i principali snodi narrativi, al punto da rendere lampante anche allo spettatore più ingenuo il canovaccio del film. Non potendo contare su un solido e originale materiale di partenza, la produzione e il regista Alex Zamm optano per fondere questa storia dai contorni fiabeschi con la magia del Natale, instillando nel racconto una pretestuosa atmosfera natalizia che, se da un lato non aggiunge nulla alla storia, dall’altro ha il pregio di rendere almeno visivamente gradevole la pellicola, camuffando così alcuni dei suoi tanti difetti.

Un principe per Natale: una fiaba sentimentale adolescenziale piatta e scontata

Un’accettabile, seppur troppo ovattata, messa in scena (da menzionare in particolare i costumi e la ricostruzione degli interni del principato, credibili e sfarzosi al punto giusto) e la buona prova della protagonista Rose McIver, nettamente più espressiva ed efficace della sua controparte maschile Ben Lamb, evitano a Un principe per Natale di scadere apertamente nel trash, disegnando la naturale parabola di una favola sentimentale usa e getta, costruita unicamente sull’incantato e sognante clima del periodo: tanto effimera e innocua nei confronti dello spettatore quanto atavicamente povera di contenuti.

Un principe per Natale

Come ipotizzabile fin dal titolo e dalle prime sequenze del film, Un principe per Natale non è niente di più e niente di meno di una fiaba sentimentale adolescenziale, che gioca sul logoro meccanismo di contrapposizione fra nobiltà e umiltà e sul significato più intimo della famiglia per mettere in scena una scontata e didascalica storia d’amore, composta da tanti buoni sentimenti e priva di un seppur minimo dettaglio che possa in qualche modo inquietare o sorprendere lo spettatore. Un vistoso passo falso e tradizionalista per una piattaforma come Netflix, che negli ultimi tempi ha invece saputo trarre buoni risultati dall’azzardo e dal coraggio produttivo.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.2

Tags: Netflix