Unica: recensione del docufilm con Ilary Blasi
Un po' melodramma, un po' true crime, il docufilm Netflix con Ilary Blasi che si avventura tra fatti già noti e dettagli scioccanti.
Disponibile su Netflix dal 24 novembre 2023 Unica è il docufilm in cui Ilary Blasi, intervistata da Peppi Nocera, si racconta e racconta la fine del suo matrimonio con Francesco Totti. Presenti numerose testimonianze, dalla famiglia agli amici fino ai giornalisti, con filmati che hanno invaso telegiornali e social sulla loro storia d’amore. Scritto da Romina Ronchi insieme a Nocera e diretto da Tommaso Deboni, Unica, che ha conquistato migliaia di utenti Netflix, entrando nella top 10 della piattaforma streaming, aggiunge poco materiale definibile nuovo, ma che ha un’importanza non indifferente su chi appare essere il campione al di fuori del campo.
Quando è iniziato tutto?
Un’intervista in studio dove Ilary Blasi inizia a parlare del momento di maggiore crisi tra lei e Totti, che viene poi rivelato con maggiori particolari, prima di tornare alla sua infanzia e adolescenza. Viene quindi raccontato il controllo del telefono da parte di Totti, il profilo Instagram e il ragazzo che Ilary, insieme all’amica Alessia, ha incontrato una volta a Milano, per prendere un caffè e casa sua. Il “No” che viene detto da Ilary e Alessia di fronte alla domanda di Totti, se entrambe avessero mai incontrato il ragazzo in questione, sembra essere l’inizio della fine. Il documentario torna così indietro, alle prime pubblicità fatte da una Ilary bambina, a un’adolescenza lontana dai riflettori fino al boom con Passaparola. Qualche dettaglio, molti già noti, sull’inizio della storia con Francesco Totti, partendo dal primo appuntamento con la famosa portiera della Ferrari sbattuta contro un muretto, una serie di altri aneddoti e interviste delle sorelle e di un’amica. Si ritorna poi all’intervista di Ilary Blasi che inizia a raccontare tutto ciò che è accaduto a partire dal novembre del 2021: dai sensi di colpa a quel caffè che continua a tornare, dalle voci sul tradimento alla Blasi che pubblicamente le chiama fake news e difende l’ex marito. Fin quando, da semi pedinamenti autonomi alle indagini condotte dall’investigatore privato, tutto appare chiaro e anche drammaticamente vero.
Unica è in qualche modo una prova di quanto Totti e Ilary Blasi fossero la coppia per eccellenza, la storia d’amore da favola, come si è detto più volte, la cosa più vicina a una famiglia reale italiana. Sottolineare tutte queste cose già note ha sicuramente una ragione, che rende il docufilm intimo e con un punto di vista ben definito e ben consapevole di cosa si voglia dire, ma anche solo una rappresentazione di come la crisi e la separazione vengano viste da chi le vive. Ciò che veramente Unica racconta, con un velo di amarezza e ironica verità, è che la crisi, forse, è partita dal destino che coinvolge tutti gli sportivi, dalla fine di una carriera che è stata sempre la propria vita. In realtà sembra tutto iniziato da quel caffè, ma sorge spontaneo il dubbio: “è realmente così?”. O meglio “cosa rappresentava per entrambi quel caffè?”. Unica pone delle domande a un pubblico diviso tra chi amava la coppia e la vedeva come un modello impossibile da raggiungere e chi non sentiva alcun legame, compreso chi non era tifoso di calcio e non vedeva spesso i programmi con la Blasi conduttrice. Unica descrive quasi esclusivamente i momenti di crisi, i primi rumor sul tradimento, l’accanita difesa della Blasi e la smentita di Totti.
Una narrazione tra documentario e thriller
Il docufilm appare un puzzle che piano piano prende forma. Indizi, verifiche, accertamenti, fino alle prove schiaccianti. Ecco che Unica appare un po’ come un true crime, senza reato, dove questo non è comunque solo il tradimento, come la stessa Blasi dichiara più volte, ma tutto ciò che in quei momenti e in quei contesti non è stato detto, o è stato fatto. Il docufilm non è quindi privo di difetti, anzi nei suoi 80 minuti si dilunga in molti momenti. Ma al tempo stesso vi sono tante scene che coinvolgono qualsiasi tipo di spettatore e non sono solo quelle dell’intervista vera e propria dove esce fuori del materiale che può essere definito inaccettabile. Relativo alle richieste che sembra Totti abbia fatto alla moglie al seguito della sfiducia dopo quel caffè. Sono infatti commoventi e anche romantici i filmati della maglietta con scritto “6 unica” allo stadio, del matrimonio, della costante presenza di Ilary allo stadio, così come i racconti delle sorelle e della madre di Ilary, che danno uno sguardo coinvolto e femminile, su una vicenda del quale troppo ha parlato chi non ne sapeva nulla.
Unica descrive anche come, senza dubbio, Ilary Blasi e Francesco Totti siano stati il simbolo di Roma, non solo dell’Italia, ma la coppia della Capitale, con un matrimonio in diretta, una dichiarazione fatta allo stadio e vista da milioni di persone. Una coppia sempre fotografata, con la notizia della prima gravidanza a sorpresa e in diretta tv e un pubblico, di tifosi e non, che li adorava. Nel docufilm si sentono frasi come: “Roma sapeva“, “Roma era silenziosa, ma tutti hanno iniziato a parlare“, “Roma ama parlare male“, “I romani sono pettegoli” e indipendente dal fatto che sia vero o no, è chiaro quanto questo docufilm e quanto Ilary Blasi avesse bisogno e, perché no, diritto, di dire la sua. Questa volontà, legittima, è forse però eccessivamente presente, salta fin troppo all’occhio. Unica poteva essere un ottimo prodotto, un documentario solo con la voce di Ilary Blasi che raccontava la sua versione, ma un documentario che diceva, aggiungeva e parlava anche di ciò che è stato prima e che non si concentra esclusivamente su alcuni dettagli. Una scelta che, considerando i numeri, è stata comunque vincente e anche coraggiosa. Unica presenta Ilary Blasi che parla di sé, come donna e come madre, e che, senza ripeterlo, perché è evidente ed estremamente giusto, era un po’ stanca di esser chiamata ex letterina o ex moglie di Totti.
L’universalità di Unica
Un po’ teatrale, un po’ drama, un po’ femminista, un po’ contro quel velenoso gossip che tanto attira e tanto piace, Unica suona fin troppo come una rivelazione e una rivincita, forse anche un riscatto. E questo, nonostante alcuni escamotage e una trama che poteva risultare anche interessante, rovina in parte il docufilm. Ciò che lo salva è in qualche modo questo caffè di cui si parla e cosa, alla fine dei conti, traspare. Un caffè innocente che scatena un’idea di tradimento, un’idea di aver mentito, di essere stati ingannati, ma che in realtà, sembra tanto, semplicemente un’idea di possesso. Ciò che rende Unica un prodotto di successo, considerando la visibilità, l’audience, l’entrata nella top 10 e il boom di ascolti, sta proprio nel non aggiungere nulla di più rispetto ai fatti già noti, ma nel dare a questi un’immagine più privata, personale e riservata. Se tutti i dispetti, che rasentano l’assurdità e la normalità della fine di una relazione duratura, di un matrimonio di 20 anni, non fossero stati titoli di giornale, non avrebbero avuto neanche tutto questo risalto, purtroppo accadono spesso, e non solo alle coppie famose. Ed è anche questo che rende Unica un prodotto universale.