Uno di famiglia: recensione del film di Alessio Maria Federici
Uno di famiglia, il film di Alessio Maria Federici con Pietro Sermonti e Lucia Ocone nel cast, non sembra spiccare per originalità ma risulta tutto sommato godibile!
La malavita, un tema popolare nel cinema italiano, è il soggetto di Uno di famiglia. Pietro Sermonti è Luca, protagonista di una vicenda grottesca, con dei risvolti tragicomici. La trama non ha un’idea originale alla base, eppure la caratterizzazione dei personaggi riesce a far reggere il film. Luca è un uomo rispettoso della legge, che in difficoltà finanziaria accetta di trarre dei vantaggi dalla malavita calabrese. Non tiene in conto però delle ripercussioni che si trasformano in limiti e svantaggi. L’ambiguità di queste situazioni che il protagonista tratta con leggerezza sono il pretesto comico del film, che continua fino alla fine.
Luca diventa uno di famiglia per i Serranò
Il montaggio è classico e questo dà al film un’andatura regolare, senza nessuna particolare scossa. Luca è un logopedista che insegna dizioni a diversi attori, tra cui il figlio del boss calabrese Serranò. Ignaro della situazione conosce la famiglia di Mario (Moisè Curia). Senza saperlo Luca ha salvato la vita del ragazzo e per questo la famiglia gli è debitrice e deve dimostrarne la gratitudine.
Così Luca comincia a essere molto pagato per il suo lavoro e a ricevere regali di ogni sorta. Infatti, grazie al potere della famiglia di Peppino Serranò (Nino Frassica), i soldi per Luca non sono più un problema e neanche chi lo ostacola. Regina (Sarah Felberbaum), la fidanzata di Luca, però comincia a comprendere il guaio in cui si stanno cacciando. Ma Luca è troppo ingenuo per capire che Zia Angela (Lucia Ocone) lo sta manipolando. In un batter d’occhio Luca diventa uno di famiglia, tanto da ritrovarsi a dormire sotto lo stesso tetto dei Serranò.
L’interpretazione della famiglia calabrese in Uno di famiglia, tra usanze e dialetto
Una sorta di settimana da Dio per un uomo goffo e senza malizia. Funziona la semplicità del personaggio, abbinata a quella di Regina. Lei è meno ingenua, ma comunque fa parte del mondo dei buoni. Uno di famiglia riesce in questo modo a mantenere la realtà ancora a terra, mostrando questo divario di giustizia e moralità. Da una parte ci sono i fuori legge e dall’altra una coppia di gente comune, che capovolgono i loro destini incontrandosi.
Uno di famiglia è una commedia leggera insomma, che non ha un umorismo tagliente. Dato che il dialetto calabrese non è valorizzato nelle sue sfumature, non si crea il giusto ritmo comico. Gli attori hanno mostrato un forte impegno, ma questa inflessione appena pronunciata e la staticità del corpo li relega in una dimensione piatta. La famiglia Serranò è tracciata come un cartone animato, dove ci sono dei tipi fissi, con una linearità di azione e reazione; quindi spesso prevedibili.
L’unica che ha più margine di variazione è Zia Angela “della Morte”, che in Uno di famiglia ha un ruolo focale. Infatti è lei a introdurre Luca alla famiglia e a creare un rapporto più intimo. In relazione alle aspettative del film e al livello di comicità scelta, la sua interpretazione è puntuale e concreta. Riesce a sostenere il dramma di Luca, dandogli degli ostacoli da superare, che lo mettono in crisi, generando situazioni assurde.
Fondamentalmente Uno di famiglia presenta un linguaggio da televisione italiana, non essendoci nessun azzardo registico nella composizione delle scene, né nel linguaggio visivo e sonoro. In primo piano c’è la narrazione, che trova aderenza grazie alla recitazione, senza vantare brillantezza né originalità. Va bene per tutti insomma e per nessuno in particolare.
Uno di Famiglia è in uscita nelle sale il 25 ottobre 2018, distribuito da Warner Bros..