Upon Entry – L’arrivo: recensione del film 

La recensione della pluripremiata opera prima della coppia hispano-venezuelana Alejandro Rojas e Juan Sebastián Vásquez con Alberto Ammann e Bruna Cusí. Nelle sale dal 1° febbraio 2024.

La realtà può essere un serbatoio inesauribile dal quale sceneggiatori e registi possono, quando le idee originali e l’immaginazione scarseggiano, attingere storie che hanno tutte le carte in regola per diventare un film. Quante volte vi sarà capitato di leggere una didascalia posizionata all’inizio della pellicola di turno che annuncia che ciò che state per vedere da lì a poco è un racconto tratto o ispirato a eventi realmente accaduti. Tantissime siamo sicuri e quello al centro di Upon Entry – L’arrivo è il prossimo al quale avrete modo di assistere a partire dal 1° febbraio 2024, quando la EXIT Media distribuirà la pluripremiata opera prima di Alejandro Rojas e Juan Sebastián Vásquez.   

Upon Entry si basa sulla vicenda realmente accaduta ai due registi

Upon Entry - L'arrivo cinematographe.it

Quanto accaduto alla coppia hispano-venezuelana ha davvero dell’incredibile, tanto che hanno voluto trasferire sullo schermo la spiacevolissima esperienza autobiografica che li ha visti protagonisti qualche anno fa e renderla pubblica. E a giudicare dal lungo e fortuna percorso nel circuito festivaliero internazionale che ha preceduto l’uscita nelle sale nostrane gli autori hanno raggiunto il loro scopo. Ovviamente la storia è stata romanzata per andare incontro alle esigenze cinematografiche, con qualche cambiamento per quanto riguarda il plot e i personaggi, ma il grosso delle dinamiche è rimasto pressoché invariato. Upon Entry ci porta al seguito dell’urbanista venezuelano Diego e della compagna Elena, ballerina di danza contemporanea di stanza a Barcellona, che dopo avere ottenuto i visti decidono di trasferirsi negli Stati Uniti per iniziare una nuova vita e cogliere delle opportunità per dare un ulteriore slancio alle rispettive carriere. Loro malgrado però una volta atterrati, all’area immigrazione dell’aeroporto di New York affiorano i primi problemi con le autorità. La giovane coppia, infatti, viene sottoposta ad un estenuante trafila di controlli e a una serie di interrogatori da parte degli agenti di frontiera che faranno venire a galla segreti dell’uno e  dell’altro che erano rimasti nascosti fino a quel momento.

Dramma e mistery si mescolano senza soluzione di continuità dando forma e sostanza a un thriller psicologico avvincente e carico di suspence

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Dramma e mistery iniziano così a mescolarsi senza soluzione di continuità dando forma e sostanza a un thriller psicologico avvincente e carico di suspence, attraverso il quale gli autori denunciano l’abuso di potere, l’insensatezza di una certa burocrazia e le contraddizioni del sistema americano. Ma nelle intenzioni di Rojas e Vásquez c’era probabilmente molto di più e basta sapere leggere attentamente tra le righe del plot, delle situazioni e dei dialoghi per scorgere una vera e propria metafora sociale che punta del dito e accende i riflettori su un sistema ingiusto che si sta espandendo sempre di più in tutto il mondo, non solo negli Stati Uniti. Lo dice la cronaca e le innumerevoli vicende analoghe che si leggono sulle pagine dei giornali o si vedono ogni giorno ai TG. Ecco perché Upon Entry è un film attualissimo, destinato purtroppo a rimanere tale chissà ancora per quanto. L’odissea umana e l’incubo ad occhi aperti vissuti dalla coppia protagonista sullo schermo e prima ancora dai due registi nella vita reale si fa portatrice di un magma incandescente di tematiche dal peso specifico rilevante oltre a quelle già citate. Al carico si va ad aggiungere infatti anche il razzismo e la vulnerabilità e l’impotenza di fronte a determinate situazioni.

Le performance attoriali di Alberto Ammann e Bruna Cusí sono uno dei punti di forza di Upon Entry

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I registi sono stati straordinariamente efficace nel trasferire tutto questo in una timeline di poco più di un’ora, come potentissime sono state le performance attoriali di Alberto Ammann e Bruna Cusí, rispettivamente nei ruoli di Diego ed Elena. E non sono da meno coloro che sono stati chiamati a vestire i panni degli agenti di frontiera, ossia Ben Temple e da Laura Gómez. In tal senso il lavoro davanti e dietro la macchina da presa consente al film di toccare vette altissime da un punto di vista del coinvolgimento emotivo, della tensione e dell’ansia. Regia e interpretazioni, con il contributo di un incedere narrativo serrato dettato da un montaggio ritmato e ben orchestrato, fanno salire via via la temperatura sino al punto di ebollizione. L’atmosfera si fa infatti sempre più incandescente passando dalle attese snervanti ai controlli sino alla grandissima pressione psicologica alla quale vengono sottoposti i personaggi principali all’interno dei pochi metri quadri delle stanze degli interrogatori. Tutto o quasi si svolge all’interno di queste quatto mura asettiche e anonime dalle quali non è consentito uscire. Il risultato è un asfissiante kammerspiel che si consuma in unità spazio-temporale, dove con la cinepresa a mano resta costantemente attaccata ai personaggi restituendo ancora di più la tensione del momento e una fortissima sensazione di claustrofobia da togliere il fiato.

Upon Entry – L’arrivo: valutazione e conclusione       

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Basato sull’esperienza autobiografica dei registi, Upon Entry – L’arrivo denuncia l’abuso di potere e le contraddizioni del sistema americano attraverso la costruzione di un thriller psicologico ricco di tensione ed emozioni forti. Gli autori firmano un’opera prima coraggiosa e affilata come una lama, che si trasforma in una potente metafora sociale. Il risultato è un asfissiante kammerspiel che tiene incollati gli spettatori allo schermo grazie a un efficace e qualitativamente elevato ensemble di scrittura, regia, confezione e interpretazioni. Un plauso in particolare va ai due protagonisti, Alberto Ammann e Bruna Cusí, straordinari nel trasferire con le rispettive performance l’intera gamma di stati d’animo e sensazioni cangianti che attraversano i personaggi nell’arco di un vero e proprio incubo ad occhi aperti.      

Regia - 4
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4.5

4.2