U.S. Palmese: recensione della commedia calcistica dei Manetti Bros.
Dal 20 marzo 2025 al cinema la commedia dei Manetti Bros., U.S. Palmese. Rocco Papaleo coinvolge il comune di Palmi in una bizzarra raccolta fondi per acquistare un calciatore della serie A.
Il 20 marzo 2025 arriva nelle sale cinematografiche italiane l’ultimo film dei Manetti Bros., U.S. Palmese una favola calcistica ambientata nel comune di Palmi, in provincia di Reggio Calabria. Il film – già presentato in anteprima in occasione della Festa del Cinema di Roma 2024 – vede come protagonisti Blaise Alfonso e Rocco Papaleo, nei panni, rispettivamente, di un calciatore finito in una baraonda mediatica, e di un pensionato con il sogno di risollevare il club calcistico del suo paese. Completano il cast Giulia Maenza, Max Mazzotta, Lisa Do Couto Texeira e Claudia Gerini.
U.S. Palmese: di cosa parla il nuovo film dei Manetti Bros.
Don Vincenzo (Rocco Papaleo), agricoltore in pensione, ha un sogno: risollevare le sorti della sua squadra del cuore, la U.S. Palmese, club dilettanti del comune di Palmi. La stramba occasione per scalare le vette della classifica si presenta quando un promettente calciatore della serie A e della nazionale francese, Etienne Morville (Blaise Afonso), viene squalificato dopo diversi comportamenti inappropriati. Don Vincenzo, leggendo della vicenda sui giornali, architetta un’idea folle quanto geniale: organizzare una raccolta fondi per le vie di Palmi al fine di ingaggiare Morville e ridare speranza alla squadra di calcio locale.
Una favola calcistica ambientata nel comune di Palmi

“Per fare una certa impresa occorre una certa dose di follia”, questa è la frase che meglio rappresenta lo spirito di U.S. Palmese. In un contesto, quello dell’Italia interna, in cui i piccoli comuni, a causa di politiche errate e di una grave mancanza di fondi e di servizi, faticano ad andare avanti, un cittadino illuminato vuole dare nuova speranza al paese, inoltrandosi in un’impresa folle quanto stimolante. Ovviamente, in paese c’è chi tenta di riportare Don Vincenzo con i piedi per terra; è il caso, ad esempio, della figlia Concetta, la voce della gioventù, che ben conosce i problemi del vivere in un piccolo centro: manca l’ospedale da più di dieci anni, non c’è il pronto soccorso, le strade hanno le buche, mancano le strutture, e gli edifici crollano. Insomma, acquistare un calciatore viziato e dalla testa dura sembra proprio l’ultima delle priorità del comune di Palmi. Eppure, qualcosa di straordinario accade: la gente, a poco a poco, comincia a credere nel sogno di Don Vincenzo, appoggiando economicamente ed emotivamente la causa Morville; perfino la poetessa Adele Ferraro (Claudia Gerini), da sempre ostile al mondo calcistico, decide, infine, di dare il suo contributo. Incredibilmente, l’impresa per ingaggiare il calciatore della serie A ha successo, ed è allora che viaggio dell’eroe del protagonista Morville ha inizio.
Alfonso porta sullo schermo l’azzeccato stereotipo del giovane fenomeno che si lascia trascinare nel lato oscuro del mondo calcistico, fatto di soldi, feste, ed automobili ultra-costose. Il protagonista ha perso la sua identità, proprio come il calcio della serie A e delle grandi competizioni internazionali. Ed è qui che risiede la forza del film: raccontare il calcio in un’ambientazione opposta a quella dei grandi stadi; è il calcio di provincia, del popolo, delle squadre fatte sì di dilettanti ma, soprattutto, di appassionati di questo sport. Uno sport che, nel corso del film, Morville stesso ammette di aver sempre amato ma che, con il tempo, ha tradito.
In U.S. Palmese non è il comune di Palmi ad essere l’espediente per parlare di calcio, ma viceversa. È attraverso la metafora calcistica che i registi ci narrano di un paese che hanno vissuto sin da piccoli, e della Calabria in generale, che ha sì tutti quei problemi tipici anche di altri comuni del sud Italia – ma dell’Italia interna in generale – ma che è anche uno spazio di aggregazione, e luogo privilegiato per dinamiche di solidarietà e di innovazione sociale.
U.S. Palmese: valutazione e conclusione

U.S. Palmese è una favola calcistica che utilizza codici narrativi in parte surreali, per raccontare qualcosa di estremamente reale della società in cui viviamo: in un mondo sempre più individualizzato e veloce, la provincia può rappresentare lo spazio ideale per la nascita di idee creative, in grado di dare nuova linfa ai luoghi marginali.
C’era un forte rischio che la pellicola cadesse nei cliché che raccontano i piccoli comuni come luoghi spersonalizzati e bucolici, lontani dal traffico metropolitano ma, fortunatamente, nel film dei Manetti Bros. i problemi dei comuni come Palmi sono ben visibili, e non nascosti, a dimostrazione della profonda conoscenza che i registi hanno di questo territorio. Una strada simile a quella intrapresa da Riccardo Milani nella commedia Un mondo a parte, che si fa beffe di chi pensa ai piccoli comuni come luoghi ameni, immersi nella natura, senza tener conto dei problemi che affrontano gli abitanti. Tuttavia, a dispetto dei numerosi elementi positivi, ci sono anche temi del film che avrebbero meritato forse uno spazio maggiore, come quello queer – portato brevemente sullo schermo da Giulia Maenza – o la storia d’amore, poco approfondita, tra Morville e una sua vecchia fiamma.
In ogni caso, come prevedibile, i Manetti Bros. tornano a stupire il pubblico con una divertente commedia costruita attorno a dei personaggi a cui è davvero facile affezionarsi. Una menzione speciale va, infine, alle sequenze calcistiche, in pieno stile Holly e Benji, e alla colonna sonora, composta da brani originali, come il singolo Impegno del rapper Oscar Uaild.