V per Vendetta: recensione del film di James McTeigue
V per Vendetta è un film esplosivo, incasellato in un ritmo dialogico incalzante, un film che unisce gli effetti speciali ad un'estetica appagante, con le interpretazioni memorabili di Natalie Portman e Hugo Weaving.
V per Vendetta (V for Vendetta) è un film diretto da James McTeigue, interpretato da Hugo Weaving, Natalie Portman, Stephen Rea, Stephen Fry e John Hurt. Il film, tratto dalla graphic novel V for Vendetta, scritta da Alan Moore e illustrata da David Lloyd, ha attirato l’attenzione di due grandi nomi della cinematografia mondiale, tant’è che è stato prodotto, e poi adattato, da Larry e Andy Wachowski.
La storia è ambientata in Inghilterra, in un vicino futuro antiutopico, in cui regna sovrana una dittatura oppressiva e bellica, capitanata dall’Alto Cancelliere Adam Sutler (John Hurt). Il Regno Unito in passato è stato preda di conflitti, guerriglie civili e attentati biologici devastanti che ne hanno reciso ogni stabilità. Proprio a causa di queste turbolenze civili, nel 2015, il partito denominato Fuoco Norreno è riuscito ad ottenere un consenso spaventosamente ampio e a governare l’Inghilterra adoperando politiche edificate sulla paura, raggirando l’opinione pubblica grazie ad una totale egemonia dell’informazione, donando al popolo sicurezza e pace al caro prezzo della privazione di ogni libertà e consapevolezza.
La trama di V per Vendetta interseca personaggi affini ma estranei
In questo scenario plumbeo e senza via d’uscita s’inseriscono due personaggi affini ma estranei fino al loro incontro, Evey e V. Evey è una ragazza rimasta orfana in tenerà età che odia con tutta se stessa il governo, mentre V è un uomo misterioso che si cela dietro la maschera di Guy Fawkes, l’ultima vera speranza per l’Inghilterra per risorgere ed evadere dal suo stato di prigionia.
Evey incontra V mentre è in strada, nonostante il coprifuoco obbligato dal governo. Nel suo tragitto Evey urta tre Castigatori, la polizia segreta, che tenta di farle del male ma V le viene in soccorso, riuscendo a salvarla dalle loro grinfie. Una volta assieme, V coinvolge Evey nel suo piano di far esplodere l’Old Bailey, al fine di distruggere il simbolo della legalità e della giustizia inglese. In seguito V le confiderà ciò che ha ancora intenzione di fare: ovvero vendicarsi contro i suoi aguzzini, che in passato lo avevano imprigionato e torturato nel campo di concentramento di Larkhill e di liberare il Regno Unito da ogni sorta di oppressione. Per fare ciò, a distanza di un anno, esattamente il 5 novembre, V ha in progetto di realizzare l’atto più reazionario e anarchico immaginabile, ciò che Guy Fawkes nel 1605 non riuscì a concretizzare: far saltare in aria il palazzo del Parlamento inglese.
V per Vendetta e la liberà fatta a brandelli
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V per Vendetta è un film che traccia due percorsi di vita e li interseca perfettamente, lasciando che essi percorrano strade diverse e che si congiungano nello stesso desiderio, più o meno espresso, di ribellarsi contro una dittatura insostenibile. I protagonisti sono due personaggi pervasi da una trasparenza registica commovente e la narrazione ha un sottotesto potente e percepibile: la rivendicazione di un’idea. È determinante concentrarsi su questo particolare per capire ciò che imperversa nella pellicola. In V per Vendetta si può vedere nel ricamo narrativo, fondato sull’odio e sulla rivalsa, tutta la trama viscerale che nasce lontano, un intreccio che ricalca il vero volto del film: un’idea di libertà mortificata, a brandelli.
Siamo in Inghilterra. Londra è la cornice bruciata che circonda le vite di un popolo preso in ostaggio dal suo governo, un governo dispotico, ingannevole e punitivo. Ogni personaggio, ogni individuo è un teatro dimesso, una riproduzione delle volontà del dittatore ripetuta all’infinito. Non c’è via di scampo: o appartieni al loro regime, al loro credo, all’ideologia anglo-nazista, altrimenti sei un sovversivo indesiderato e da eliminare. Chiunque è perseguibile, dalle persone di colore, agli omosessuali, ai musulmani, nessuno è escluso.
La politica inglese scava nelle debolezze e nelle paure del popolo, indugiando nelle sue mancanze. È obiettivamente più semplice tenere sotto scacco un popolo impaurito che un popolo consapevole. Un popolo spaventato cerca solo qualcuno che lo protegga, contrariamente un popolo consapevole sa come difendersi e mettere tutto in discussione.
Il protagonista di V per Vendetta è un vaso in cui si riversa tutto, tanto, troppo
V per Vendetta è anche e soprattutto la storia di un uomo, la storia di un uomo senza volto, un uomo che abbraccia la sua vendetta non potendo sfuggire al suo odio, un uomo che incarna dentro sé la figura di un eroe, di un anarchico, incarna l’essenza stessa di un’ideologia, forte, prorompente, liberatrice, a volte mortale. V è uno e trino, è Edmond Dantès e la vox populi inascoltata, è il sorriso di Guy Fawkes e il lamento dei perseguitati, è Il fantasma dell’Opera, è Viola della La dodicesima notte, è Emma Goldman, è Macbeth. Dentro di lui c’è tanto, troppo, racchiude dentro se le identità perdute del popolo, che riacquistano la proprio individualità proprio mentre indossano la sua stessa maschera. Il popolo vince quando sa scegliere, quando prende una posizione non imposta, non ricondotta, non raggirata, con l’idea e la consapevolezza di chi sa che strada imboccare.
V per Vendetta è un film esplosivo, incasellato in un ritmo dialogico incalzante, un film che unisce gli effetti speciali ad un’estetica appagante, con le interpretazioni memorabili di Natalie Portman e Hugo Weaving, performance notevole quest’ultima, limitata all’uso della voce e della gestualità per poter veicolare e rendere il proprio personaggio. Immancabili i riferimenti letterali, a partire da 1984, a Riccardo III, Il Conte di Montecristo, Faust, Amleto. Un film che riesce sempre ad impartire generose lezioni sulla libertà individuale, sul pericolo delle dittature, una pellicola meravigliosamente colma di un romanticismo lieve, che sprona a liberarsi dalla paura e ad abbracciare un sentimento diverso; ed è esattamente ciò che abita V, ovvero uno spirito propulsivo, un ardore instancabile che ha spinto un’intera nazione a riconquistarsi il diritto di avere un pensiero autarchico. V per Vendetta è una pellicola senza tempo, impreziosita da una dialettica lirica ed indelebile, un racconto epico e appassionato che ci riguarda tutti.