Vengo Anch’io: recensione del film di Nuzzo Di Biase
Corrado Nuzzo e Maria Di Biase debuttano sul grande schermo con Vengo Anch'io, la commedia che ci porta on the road alla ricerca della felicità, al cinema dal 5 marzo con Attilio De Razza e Medusa Film.
Nuova coppia, nuova commedia cinematografica: Corrado Nuzzo e Maria Di Biase sono passati dalla dimensione della televisione e della radio a quella del cinema, non solo ponendosi frontalmente alla macchina da presa ma sperimentando con il loro film, Vengo anch’io, anche il difficile ruolo di dirigere una pellicola.
Diretta infatti dai due comici e scritto da loro assieme alla collaborazione di Edoardo de Angelis e Devor De Pascalis, la pellicola di Nuzzo Di Biase mescola road movie e ricerca della felicità aggrappandosi alle stranezze dei propri personaggi, ognuno con il suo particolare vissuto e la sua personale peculiarità. Un’unione che li condurrà verso una diversità da condividere insieme.
Vengo anch’io – Corrado Nuzzo e Maria Di Biase tra efficacia e ingenuità
Maria (Maria Di Biase) è appena uscita dal carcere e Corrado (Corrado Nuzzo) ha deciso di suicidarsi. Il loro incontro è casuale, avvenuto grazie a un’applicazione che permette di viaggiare con la medesima macchina. Entrambi vogliono tornare nel Salento, uno per compiere l’estremo atto dopo aver lasciato il giovane con la sindrome di Asperger – Aldo (Gabriele Dentoni) – dal padre, l’altra per poter vedere la figlia Lorenza (Cristel Caccetta) gareggiare nella finale di canottaggio. Ma i due si scoprono non proprio così sconosciuti, in una corsa in macchina attraverso i territori dell’Italia che potrebbe condurli verso un futuro diverso.
Passare dalla televisioni al cinema non è più una novità. Molti comici sono stati attratti dal richiamo del grande schermo, cedendo alle aspettative di realizzare commedie per un pubblico più ampio e che potessero mostrare le loro abilità nel saper gestire la reazione alla risata anche aldilà delle trovate ben collaudate che li avevano visti impegnati soltanto in sketch dall’impatto più immediato. C’è stato chi è riuscito a diventare un vero e proprio fenomeno nazionale come Checco Zalone e le sue “avventure” di Luca Medici e chi nel suo piccolo, con una distribuzione massicciamente mirata, ha saputo raggiungere un pubblico di affezionati, come gli Arteteca di Enzo Iuppariello e Monica Lima. Discreti vincitori, ma anche moltissimi vinti, tutti invasori del cinema italiano.
Corrado Nuzzo e Maria Di Biase con il loro primo lavoro Vengo anch’io si collocano esattamente nel mezzo dell’efficacia di quella comicità derivante da altre sponde, rivelandosi adatti per la vena positiva che sono in grado di portare e scivolando con l’inesperienza del medium con cui non tutti sono capaci di comunicare al meglio. Il film della coppia ha infatti, nella sua cercata semplicità, momenti di spirito che funzionano perché mostrano la volontà di riuscita del duo e di conseguenza un lavoro evidente sulla sceneggiatura, ma al contempo si rivela quanto mai palese l’ingenuità verso l’approccio ai ritmi comici di cui il cinema ha bisogno.
Vengo anch’io – Un invito a cercare la propria serenità
È soprattutto nella seconda parte che il film sembra perdere leggermente quel brio che aveva introdotto alla storia di Corrado e Maria, il quale rimane comunque fino all’arrivo dell’epilogo finale, ma che nel viaggio verso il Salento sapeva esprimersi con maggiore efficacia. E se Nuzzo e Di Biase sanno essere convincenti pur nelle loro bizzarrie, a sembrar meno convincenti sono i giovani attori che li affiancano, il ragazzo affetto da Asperger Gabriele Dentoni e la figlia desiderosa di avere una famiglia normale Cristel Caccetta, nonostante poi riescano a portare a compimento il percorso dei loro personaggi.
Vengo anch’io, su suggerimento del titolo, rimane dunque un invito per trovare in compagnia la propria serenità, che possa questa essere afferrata o meno, come può avvenire con il risultato di film.