Viking: recensione del film storico di Andrei Kravchuk
La recensione di Viking, film storico del 2016 diretto da Andrei Kravchuk, con Alexander Ustyugov, Danila Kozlovsky e Svetlana Khodchenkova
Viking è un film storico del 2016 diretto da Andrei Kravchuk, con Alexander Ustyugov, Danila Kozlovsky e Svetlana Khodchenkova.
Rus’ di Kiev, fine del 10 ° secolo. Dopo la morte di Svyatoslav I (re di Rus’ di Kiev), tre fratelli e figli del re, Jaropolk, Oleg e Vladimir, si trovano a contendersi il trono di imperatore. Il giovane principe Vladimir è costretto all’esilio per sfuggire al suo fratellastro Jaropolk, infido e sanguinario. Jaropolk, infatti, uccide senza pietà suo fratello Oleg, con l’unico fine di conquistare il trono e il territorio di Rus’ di Kiev. Il vecchio capo guerriero Sveneld convincerà Vladimir a radunare un plotone di mercenari vichinghi per affrontare l’insediamento dell’Impero bizantino e per poter riconquistare il suo territorio.
Viking: il film storico di Andrei Kravchuk sulla figura di Vladímir I di Kiev
Basato sulla Cronaca degli anni passati, Viking racconta la storia di Vladimir, figura eroica dell’epopea medievale della storia russa: il principe Vladimir, sovrano del X secolo, fu determinante per la conversione della Russia, infatti egli abbandonò, per ragioni politiche, il paganesimo e rese il cristianesimo ortodosso la religione di stato. Ma per poter realizzare tutto questo dovette riconquistare e governare su tutti i domini del padre Svyatoslav I e toglierle dalle mani del fratello Jaropolk.
Viking è un film storico che ci mostra come Vladímir I di Kiev, detto il Santo o il Grande, costruisce e affronta la sua strada verso il potere, superando i suoi principeschi fratellastri e respingendo diversi nemici e sfide lungo la strada. Il film russo rivisita gli eventi storici, in modo più o meno attendibile, per offrirci prima di tutto lo spettacolo di una curiosa saga guerriera, guidata da vichinghi barbuti, vestiti di pelli di animali, tatuati, sporchi e selvaggi.
Viking offre un’ambientazione convincente, sia dal punto di vista dell’atmosfera medievale sia dello stile di vita delle persone in quel periodo. Le scene di rappresaglia e gli scontri vengono sempre impreziositi delle immancabili grida gutturali dei vichinghi, tra torture, saccheggi, incendi, omicidi e brutalità di ogni tipo. Le guerriglie culminano nell’esplosione di scontri epici, realistici e brutali, dopo i quali non rimane altro che un mare di sangue e cadaveri. Le scene di guerriglia, inoltre, sono enfatizzate nella loro violenza da movimenti lenti e distorsioni del suono.
Eppure nonostante la buona resa visiva delle scene e i molti effetti speciali usati, spesso in modo eccessivo, il risultato finale è molto pesante nel complesso. Gli scontri, per quanto distruttivi e sanguinari, non riescono ad impressionare fino in fondo. La presenza di belle scene, soprattutto nel paesaggio innevato, nei costumi e nel combattimento, non eleva la pellicola dall’essere irrimediabilmente deludente. Viking, la cui realizzazione è durata sette anni, non possiede una storia particolarmente coerente, la trama sembra senza vita, quasi lacerata e illogica. Il film, pur durando più di due ore, non ha una trama progressiva, l’approccio alla storia è caotica e l’uso della voce fuori campo non aiuta a rendere gli eventi più significativi o più nitidi dal punto di vista drammaturgico.
Viking non possiede alcuna forza narrativa
Inoltre nessuno dei personaggi sembra possedere una motivazione o uno sviluppo personale. Il modo in cui viene sviluppata la relazione tra i personaggi non è del tutto chiara. Questa saga familiare e guerriera, anche se piena di scontri fratricidi, non sempre ne chiarisce l’origine ed esemplifica ciò che muove i personaggi. Viking, in fin dei conti, se non si conosce a fondo la storia da cui si ispira, si rivela complicato e difficile da seguire nel frastuono delle infinite lotte. Viking, in ultima analisi, riesce ad affascinare solo attraverso i luoghi e gli effetti visivi, ma non riesce a mostrare la sua forza narrativa, deludendo ogni aspettativa.