Vinyl: recensione pilot

Chi l’ha detto che il rock è morto? Martin Scorsese di certo no, e questo pilot di Vinyl, nuova sfrontatissima serie HBO in pieno rock ‘n roll anni ’70 ne è la prova!

Più che un pilot un film, più che un film un vero e proprio trip di immagini, suoni e il mood di un’epoca che ha visto la nascita degli Dei del Rock! Ma, attenzione, lasciate che vi avvisi subito: questa non è una serie per perbenisti; questa non è una serie per chi si scandalizza con poco; questa è Vinyl, ed è un capolavoro che va ascoltato al massimo del volume del vostro televisore.

New York, 1973. Siamo nel tempio del rock ‘n roll, della droga e del sesso sfrenato. Parola d’ordine? Osare. Promiscuità. Eccitazione. Sballo. Luci psichedeliche, corpi uniti e amplificatori a mille. In un mondo perfetto, nella sua imperfezione, come questo, molto difficile è riuscire a mantenere un proprio equilibrio senza avere la constante tentazione di valicare il limite; e questo, Richie Finestra (Bobby Canavale), produttore musicale e fondatore della casa discografica American Century Records, lo sa fin troppo bene.

“Ho orecchie d’oro, lingua d’argento e palle di bronzo. Il problema è il mio naso e tutto quello che ci metto dentro.”

Vinyl

Una scena di VYnil

Richie è uno che parla schiettamente con il suo spettatore, mostrandosi immediatamente per quello che è: un finto pezzo di merda  con un amore talmente tanto grande per la musica da vendersi ad essa.

Il tema di questo primo episodio, grande esordio che preannuncia un continuo esplosivo, è la rinascita. Richie è una vittima del rock ‘n roll, ma anche la conseguenza delle sue stesse scelte. Ma quali scelte? Bhè, questa è la materia prima della narrazione, che scorre tra tre tempi diversi. Si apre al presente, continua tra un passato prossimo ed uno più remoto – che ci riporta direttamente agli albori della carriera nel campo della musica, ancora considerata pura e non contaminata dal denaro nemico – per poi chiudere nuovamente in un presente che suona ancora più aggressivo.

Richie, dopo vent’anni nel campo della musica e un orecchio sopraffino, è costretto dopo alcuni flop a vendere baracca e burattini ad una compagnia tedesca, la Polygram, ma l’impresa sarà tutt’altro che semplice. E alcuni contratti in ballo, tra cui uno molto succoso con dei giovanissimi Led Zeppelin, metteranno la sua pazienza a durissima prova.

Vinyl

Dai Savoy Brow ai Black Sabbath, dagli Slade a Ruth Brown, fino a Chuck Borris e la sua Rock ‘n Roll Music, Vinyl è una serie torbida, sfrontata e feroce proprio come il periodo che si prefissa di raccontare. Protagonista assoluta è la musica, che non abbandona mai la scena ma, anzi, diviene vero e proprio personaggio invisibile ma onnipresente.

Vinyl, la nuova serie di HBO, è un trip visionario tra luci psichedeliche, droghe allucinogene e musica.

Vinyl è 1h48min di puro rock ‘n roll. Passione viscerale, emozioni e sensazioni che musica e personaggi, in particolar modo il nostro protagonista, riesco a trasmettere allo spettatore.

Magistralmente diretta da Martin Scorsese, inevitabile è sentire anche la prepotente mano dell’esperienza di Mick Jagger, frontman dei Rolling Stones, creatore e produttore della serie. Chi meglio di lui, che quel periodo l’ha vissuto appieno, in ogni sua sfumatura languida e oscura, in ogni successo ed esaltazione da palcoscenico, poteva raccontare una storia come questa? Nessuno! E se a questo duo ci uniamo anche una mano che le serie le sa davvero scrivere, una mano come Terence Winter, il risultato è davvero garantito.

Vinyl

Se Jagger e Scorsese avevano iniziato a parlare del progetto ben vent’anni fa, Scorsese e Winter sono compagni di storie e di lavoro; infatti, Winter oltre ad aver scritto serie di enorme successo e importanza come The Sopranos, è anche lo sceneggiatore di quel gigante monumentale seriale che è Boardwalk Empire, e il tormentone cinematografico che ingiustamente non ha “omaggiato” Leonardo Di Caprio con un bell’Oscar, The Wolf of Wall Street.

La mano di Winter si fa sentire dal contesto storico, assolutamente importante per una serie come questa, e per un America ancora reduce da quelli che sono i pregiudizi postbellici, fino al dialogo, ricercato e tagliente, sofisticato ma ironico. Funge quasi da supervisore alle scelte più scoppiettanti, e dettate indubbiamente dalla passione, di Scorsese e Jagger. Ma, fidatevi, se questo pilot vi ha totalmente esaltato ed estasiato, la sottoscritta è abbastanza sicura che il futuro ci prospetta dei veri e propri twist da cappelli alla Ziggy Stardust.

Martin Scorsese quando le cose non le vuole fare, le fa davvero bene, e quando le vuole fare bene, fa dei veri capolavori. Vinyl rientra indubbiamente in questa seconda categoria, spiccando per la sua qualità tecnica, la minuziosa attenzione al dettaglio e i giochi scenici, tra cinema d’autore e serialità, che la rende unica nel suo genere.

Vinyl

Bobby Canavale è indubbiamente l’anima di questo primo episodio, ma iniziano a delinearsi anche tutte le sottotrame, legate sia al presente che al passato, che mettono in luce personaggi come quello di Olivia Wilde, moglie di Finestra, o Juno Temple, nei panni dell’intraprendente Jamie, aspirante manager musicale, per ora solo “la ragazza dei panini” dell’American Century. Altri nomi importanti costellano questo primo episodio, facendo del cast uno dei cavalli di battaglia di questo piccolo gioiello, assieme a “piccoli” figli d’arte come il giovanissimo James Jagger (già figurante nel cast di una serie dal sapore rock, Sex&Drugs&Rock&Roll), nei panni di uno scapestrato  Kip Steveson – frontman dei The Nasty Bits – o Jack Quaid, figlio di Dennis Quaid e Meg Ryan, nei panni di un aspirante talent scout dell’American Century.

Vinyl ha in serbo per noi ancora molte cartucce, possiamo solo aspettarci il meglio da una serie come questa che, già dal suo esordio, è entrata nelle serie evento di questo 2016.

Vinyl è trasmessa ogni domenica notte in diretta americana e il lunedì sera su Sky Atlantic, non fatevela scappare!

 

Giudizio Cinematographe

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 4.5
Fotografia - 5
Recitazione - 4.5
Sonoro - 5
Emozione - 4.5

4.7

Voto Finale