Vita Nova: recensione del film
Presentato in concorso al festival del documentario Visioni Fuori Raccordo 2017, Vita Nova è il film di Laura D'Amore e Danilo Monti che affronta la delicata tematica della fecondazione assistita.
Laura e Danilo sono una coppia, una coppia artistica e nella vita privata. Non riuscendo ad avere un figlio decidono di intraprendere la strada della fecondazione assistita. Nei mesi che precedono il primo tentativo di PMA (Procreazione Medicale Assisitita) sono spaesati e si rendono conto non solo della complessità dell’esperienza che stanno per affrontare, ma anche della componente emotiva che mette in discussione tutta la loro vita, come singoli e come coppia. Decidono allora di filmarsi per lasciare una traccia di quello che stanno vivendo, per elaborare e in futuro poter condividere con altre persone, attraverso un film – intitolato Vita Nova – questa esperienza intensa e inaspettata.
Vita Nova: un film per testimoniare l’esperienza della fecondazione assistita
Presentato nella sezione Concorso Italiano del festival del documentario Visioni Fuori Raccordo, Vita Nova è stato diretto da entrambi i protagonisti: Laura D’Amore e Danilo Monti.
Vita Nova è un documentario e, come tale, presenta i canoni tecnici tipici di questo genere, con inquadrature statiche, meccanismi registici semplici e tempi di narrazione senza una connessione filmica che non sia quella dettata dai tempi che altro non sono se non i tempi della vita vera. Ciononostante la particolarità, e il pregio di Vita Nova, è proprio quello di essere un film teneramente spontaneo. Chi lo guarda, si trova profondamente intenerito e scosso dalle reazioni di entrambi i protagonisti – ma soprattutto di Laura – quando ha novità importanti circa l’arrivo di una gravidanza, di una vita nuova.
Il documentario è un’opera generosa concepita come un reportage, in cui i desideri di due persone vengono esposti con purezza e disincanto, senza retorica e con una sapiente dose di dolcezza, espressa come sentimento naturale che unisce due persone in un percorso intimo e molto profondo come può essere quello della fecondazione assistita, inseguendo il sogno di diventare genitori, del miracolo della vita come fatto assolutamente non scontato e dell’attuale condizione di una coppia in cerca di un figlio.
Il racconto di Vita Nova è quanto più espresso in maniera diretta e ci conduce in tempo reale nella vita di coppia di Danilo e Laura, permettendoci di toccare con mano le loro aspettative e le loro speranze, fino a – purtroppo – la loro cocente delusione. Il film, però, termina con una riprova di ennesima fiducia da parte della coppia, esternata amorevolmente proprio da Laura al telefono con la sua mamma. Altri momenti di emozione e affetto sono quelli del confronto tra i due protagonisti della vicenda: le coccole, un’improvvisata danza nel salone di casa, le diverse telefonate per informare chi aspetta di ricevere una bella notizia. Sono gli attimi scanditi dalla semplicità a fare di Vita Nova un film da giudicare guardando oltre il mezzo filmico, per apprezzarne solo il messaggio.
Con un linguaggio minimale ma non per questo semplicistico, il film di Monti e D’Amore, riesce a essere un documentario particolarmente significativo per chi ha vissuto o sta pensando di intraprendere un percorso di (iniziazione alla) vita come quello dei protagonisti, riuscendo però anche a coinvolgere chi non è per niente a conoscenza di dinamiche possibili solo in un determinato frangente.
Vita Nova è un film dettato dall’istintività e dal sogno condiviso degli autori che ne hanno fatto un’opera leggibile da più aspetti, seppur con le criticità presenti in tutti i documentari senza una narrazione scorrevole, risultando compiuta e con un messaggio ben distinguibile: quello di non perdere mai la speranza se si desidera un figlio più di ogni altra cosa al mondo.