Vulcano – (Ixcanul): recensione
Vulcano (Ixcanul) di Jayro Bustamante, presentato in concorso al 65° Festival di Berlino e vincitore dell’Orso d’argento – Premio Alfred Bauer per un lungometraggio che apre nuove prospettive, uscirà nelle sale italiane distribuito da Parthénos e Lucky Red.
La protagonista è Maria (Maria Mercedes Coroy), una diciassettenne maya che vive e lavora con i suoi genitori nella piantagione di caffè alle pendici di un vulcano attivo, in Guatemala. Il suo sogno è quello di andare nella “grande città” ma la sua condizione non le permette di cambiare il proprio destino, infatti la sua vita è già segnata dal futuro matrimonio con Ignacio (Justo Lorenzo), il capo della piantagione. Le sue speranze crescono nell’ascoltare i progetti futuri di Pepe (Marvin Coroy), un giovane raccoglitore di caffè che sogna di poter vivere e lavorare negli Stati Uniti. Sono dedicati a lui gli incontri clandestini di Maria, che lo seduce per poter fuggire insieme verso il sogno tanto atteso. Ma Pepe non sembra interessato al futuro della ragazza, infatti inizierà il suo viaggio senza nemmeno salutarla, lasciandola sola e incinta.
Nel frattempo la piantagione è invasa da un numero sempre crescente di serpenti. Sarà proprio uno di loro a cambiare le sorti della ragazza e a farle raggiungere la città. Tutto però ad un caro prezzo. Vulcano è un film emozionante in cui i personaggi comunicano con la natura e in lei cercano protezione e conforto; per questo si può dire che uno dei protagonisti celati è il vulcano locale, Ixcanul, che vive in stretta relazione con tutti gli abitanti dell’altopiano. A tale proposito dice il regista: “Esseri umani e natura vivono in perfetta simbiosi. Volevo arrivare al momento in cui questa visione della vita e del mondo diventano terreno fertile per gli avvoltoi che si precipitano ad abbeverarsi alla sorgente, traendo profitto dall’abisso che separa due concezioni antitetiche, lasciando come unica risposta il senso di impotenza”.
Jayro Bustamante riesce a caricare di forte realismo, quasi documentaristico, uno spaccato di vita degli altopiani del Guatemala e la sorte che attende queste famiglie, la voglia di creare con le proprie mani il proprio destino, nonostante le circostanze lo vietino.
Il lavoro del regista, iniziato nel cuore della comunità maya con laboratori in cui le persone potevano confrontarsi sui problemi sociali che le riguardano, porta ad una struttura narrativa che è figlia dei racconti e delle testimonianze di queste persone. Ed è proprio questo il valore aggiunto del lavoro del regista e la magia dell’intero film.
Vulcano vi aspetta nelle sale italiane da giovedì 11 giugno.