Walk. Ride. Rodeo. – recensione del film Netflix con Spencer Locke

Una storia vera raccontata in un film che si rivela a tratti poco intenso.

Walk. Ride. Rodeo. è un film del 2019 diretto da Conor Allyn, e basato sulla storia vera di Amberley Snyder, campionessa americana di rodeo che, in seguito a un incidente automobilistico che l’ha costretta sulla sedia a rotelle, ha dimostrato un incredibile coraggio e una straordinaria forza di volontà tornando a gareggiare. I protagonisti del film sono Spencer LockeMax EhrichMissi PyleCorbin BleuBailey ChaseSherri ShepherdKathleen Rose PerkinsWalk. Ride. Rodeo. è stato distribuito direttamente su Netflix a partire dall’8 marzo.

Walk. Ride. Rodeo. Cinematographe.it

La campionessa americana di rodeo Amberley Snyder (Spencer Locke) vede improvvisamente sfumare il suo sogno sportivo a causa di un incidente automobilistico, che la priva dell’uso delle gambe. Amberley però non demorde, e con l’aiuto del padre (Bailey Chase) e della madre (Missi Pyle) comincia un lungo e difficile percorso di riabilitazione, con tre chiari obiettivi in mente: Walk, Ride, Rodeo. Cioè tornare a camminare, a cavalcare e a fare ciò che più la fa sentire viva, ovvero il rodeo.

Walk. Ride. Rodeo.: un biopic che perde progressivamente intensità

Walk. Ride. Rodeo. Cinematographe.it

Walk. Ride. Rodeo. si prefigge il compito di far conoscere ed esaltare una toccante storia vera, nonché un esempio di perseveranza e passione. Il biopic di Conor Allyn percorre una strada decisamente convenzionale, seguendo una narrazione lineare e mettendo al centro del racconto la sua protagonista (un’efficace Spencer Locke), con i personaggi secondari che di conseguenza si defilano ai margini della storia, impossibilitati a dare un reale controcampo emotivo alla protagonista. Questo è un peccato, non perché la toccante storia di Amberley Snyder (che si è prestata come controfigura nelle scena a cavallo) non meriti tutta la luce dei riflettori, ma in quanto il film viene privato di una complessità di emozioni e sfumature che in passato ha fatto la fortuna di molti biopic (pensiamo per esempio alle straordinarie Allison Janney di Tonya e Claire Foy di First Man).

Walk. Ride. Rodeo. riesce a farci assaporare il senso di libertà e di comunione con la natura che contraddistingue il mondo dell’equitazione, bruscamente interrotto dal tragico incidente automobilistico in cui incorre la protagonista. Conor Allyn mette adeguatamente in scena sia questo drammatico avvenimento, sia i momenti immediatamente successivi, ovvero la disperazione di Amberley e dei suoi familiari e i primi difficili passi nel percorso della riabilitazione. Dopo una convincente prima parte, Walk. Ride. Rodeo. sembra sul punto di spiccare il volo nella rappresentazione di questa edificante e ispiratrice parabola esistenziale, ma invece il film perde progressivamente di vigore e intensità, principalmente a causa di un accavallamento di eventi e di sottotrame che non vengono sempre gestite in maniera efficace.

Walk. Ride. Rodeo.: una storia che merita di essere raccontata

Walk. Ride. Rodeo. Cinematographe.it

Il racconto della lotta di Amberley Snyder per tornare a cavallo e della sua eroica ritrovata competitività ad alti livelli si intreccia con altri aspetti della vita della protagonista (il rapporto con la madre, l’infezione che quasi la uccide, l’interesse sentimentale per il personaggio interpretato da Max Ehrich) che non vengono approfonditi a sufficienza e poco aggiungono alla sua caratterizzazione. Ci resta dunque soltanto un’infarinatura della straordinaria storia di una donna dall’indomita forza interiore, ma non sentiamo mai fino in fondo il suo travaglio, né viviamo totalmente l’epicità del suo ritorno in sella, anche a causa di una narrazione che smussa  costantemente gli spigoli più dolorosi della storia, accennandoli brevemente per poi concentrarsi su altro. In questo contesto, spiace particolarmente non vedere sfruttato il talento di Missi Pyle, abile caratterista che in questo caso risente della debolezza di scrittura e della conseguente inconsistenza del suo personaggio.

In definitiva, Walk. Ride. Rodeo. si rivela un biopic non completamente riuscito su una storia che merita invece di essere raccontata, che testimonia come la tenacia e la forza di volontà possano portare il nostro corpo e la nostra mente oltre qualsiasi menomazione fisica. Una messa in scena troppo piatta e ordinaria priva il racconto di una fondamentale componente emotiva, lasciandoci con la sgradevole sensazione di aver appreso e vissuto molto meno rispetto a quanto avremmo voluto.

Leggi anche Walk. Ride. Rodeo. – la storia vera a cui si ispira il film 

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.6

Tags: Netflix