Watcher: recensione del film di Chloe Okuno con Maika Monroe
Un horror che non si propone nel consueto canovaccio proprio del genere, ma lo sorpassa, sfiorando le dimensioni orride della realtà.
Watcher è un thriller psicologico di matrice americana, con la regia di Chloe Okuno, che vede come protagonista l’attrice statunitense Maika Monroe. Il film è distribuito da Lucky Red e Universal Pictures ed è stato presentato nelle sale americane lo scorso 3 giugno, arriva nelle sale italiane il 7 settembre 2022 con Lucky Red e Universal Pictures.
Wachter: un horror classico con Maika Monroe e Karl Glusman
Basato su una sceneggiatura di Zack Ford, Watcher è un racconto che si espande dentro i ritmi di un thriller assecondando le dinamiche classiche del genere horror. Protagonista della pellicola una giovane donna di origine americana, Julia, interpretata dalla bravissima Maika Monroe, che insieme al marito Francis, interpretato da Karl Glusman, si trasferisce per questioni prettamente lavorative dagli Stati Uniti a Bucarest, capitale della Romania.
Watcher: l’evoluzione di un racconto che sfocia nelle dimensioni di una cronaca attuale
Una prima parte del film sembra tessere lentamente la quotidianità di una coppia nei primi anni di un matrimonio sereno e appagante; una coppia normale alle prese con i successi lavorativi e con i rispettivi impegni. Una dimensione destinata però a cambiare, modificando il ritmo narrativo che da lento e cadenzato si evolve in ritmi sempre più crescenti, rallentati a loro volta da inquietanti risvolti paranormali e carichi d’ansia.
Fin dal suo arrivo a Bucarest, Julia nota l’ambigua presenza di un uomo, di un’ombra che nascostamente la osserva da una finestra in un caseggiato di fronte alla propria abitazione. La giovanissima americana, seppur infastidita non presta molta attenzione al fatto che quell’uomo in modo inquietante sembra spiare ogni suo movimento. È alle prese con la necessità di familiarizzare con l’ambiente cittadino e mentre il marito lavora, cerca di ambientarsi e di imparare la lingua in quella città lontana dal suo vissuto e del tutto sconosciuta.
Attraverso un eccellente “gioco” della camera da presa, l’uomo alla finestra comincia sempre più a definirsi come una inquietante presenza stabile, occupando non solo uno spazio fisico e definito ma ingigantendosi nella mente della protagonista, che gli rivolge tutti i suoi timoni mentre si accendono in lei nuove paure. In città, infatti, si stanno verificando diversi femminicidi per mano di un serial killer soprannominato “The Spider” dalla cronaca nera locale. Julia vede la minaccia in quest’uomo, perennemente in attesa dietro la sua finestra. La paura si trasforma in un angosciante incubo fino a diventare realtà; Julia si sente osservata e perseguitata, la sua ansia aumenta. Francis, lontano da casa per molte ore a causa del lavoro, non riesce a comprendere lo stato della moglie, tanto da considerarla paranoica e poco incline ad accettare i cambiamenti e le novità. Troverà, invece, la piena complicità in Irina, sua vicina di casa che da mesi nota, dal suo appartamento, le stranezze di quest’uomo tanto da farsi lasciare dal suo compagno, una pistola per potersi difendere da qualcosa che non comprende.
Watcher: lo status psicologico nella stretta di una società indifferente e insicura
Watcher è un racconto che, apparentemente, viaggia nelle paranoie di una donna fortemente condizionata da un clima che la pone in atteggiamenti di difesa nei confronti di pericoli latenti e velati di mistero. Un horror che non si propone nel consueto canovaccio proprio del genere, ma va ben oltre riprendendo quanto di orrido si cela, a volte, nella realtà vera. Fatti di cronaca, purtroppo, ai quali siamo abituati e che spesso vengono annunciati ai notiziari ma mantenuti nell’ambiguità dell’indifferenza di una società succube di eccessi, estremismi e fobie.
Nell’ultima parte, la pellicola assume colori impietosi, drammatici, cruenti, disumani, che sporcano le pareti di una quotidianità ignara di un pericolo annunciato e temuto.
Chloe Okuno registra un film stratificando e cristallizzando status psicologici che muovono dinamiche ottuse e malate: un serial killer e le sue vittime innocenti. Un film che non rivendica alcuna originalità ma che, indubbiamente, si inserisce tra i livelli più alti grazie ad un notevole utilizzo tecnico e alla cura esauriente dei dettagli.