Wayward Pines: recensione

Wayward Pines è una delle serie tv più attese dagli amanti del mistero e della suspense. Dal 14 maggio lo show debutterà su FOX America ed in altri paesi del mondo, compreso l’Italia. Sarà un successo oppure un semplice fuoco di paglia? Abbiamo dato uno sguardo al pilot ed ecco cosa ne pensiamo.

In un momento di grande espansione per la rete FOX, Wayward Pines rappresenta il punto di arrivo dopo un lungo cammino di sperimentazione, ricercatezza, vittorie e sconfitte. Wayward Pines è la seconda miniserie evento che il network trasmette in questa stagione, nella speranza che abbia appeal e charme da vendere rispetto al fallimentare Gracepoint, trasmesso lo scorso inverno. Ispirato ad un omonimo romanzo di Blake Crouch e adattato per la tv da Chad Hodge, con la supervisione di  M. Night Shyamalan, di cui quest’ultimo dirige anche il pilot, a conti fatti la serie è un buon prodotto d’intrattenimento: il plot è coinvolgente, i personaggi hanno tutte le caratteristiche necessarie e sufficienti per sedurre il pubblico, ma a latitare sono le emozioni ed una vera originalità del racconto.
L’agente segreto Ethan Burke (interpretato da un convincente Matt Dillon), arriva in quel di Wayward Pines per trovare due agenti dell’FBI che sono scomparsi in circostanza misteriose. Vittima di un incidente stradale, senza soldi né documenti, Ethan sospetta che il paesino nasconde un torbido ed ancestrale segreto fra le sue mura. Aiutato dalla bella ed anche lei criptica Beverly (Juliette Lewis), per Ethan comincerà una corsa contro il tempo per fuggire dalla cittadina ed appunto scoprire cosa è successo ai due sciagurati colleghi che si sono persi tra le nebbie di Wayward Pines.

Wayward Pines

Il protagonista di Wayward Pines in una scena del pilot

Nessuna novità all’orizzonte per la nuova serie della FOX. Il tanto millantato evento televisivo si trasforma in realtà in un nulla di fatto dato che le atmosfere e la grande tensione narrativa che traspaiono fra le pagine del romanzo, non rivivono in tutta la loro bellezza e profondità in questo adattamento televisivo che, purtroppo, cade vittima di tutti i più classici dettami di una narrazione televisiva. Wayward Pines, anche se rimane un prodotto accattivante e dal grande respiro, non riesce a trovare una sua dimensione all’interno del panorama televisivo; vince solamente per una buona performance attoriale, per un’atmosfera tesa ed asfissiante e per una regia che pondera bene i punti forti nella narrazione. Per il resto il nuovo mystery drama ha l’odore e il sapore di qualcosa di già visto.

Se il substrato ricorda da vicino i sentimenti e la pienezza narrativa di Twin Peaks, scavando più a fondo si nota una somiglianza con i dialoghi di LOST ma anche tutte le serie tv che, della tematica mystery, hanno fatto il loro punto forza: si sentono gli echi ad esempio di Alcatraz, Flash Forward, The Event (seppur in minima parte) ed i più attenti noteranno una certa vicinanza alle atmosfere di True Detective. Wayward Pines quindi non è una serie originale (dato che non vive di vita propria fin dal suo incipit), ma nonostante i suoi difetti rimane comunque un buon prodotto d’intrattenimento che, nella sua convenzionalità, stimola l’attenzione dello spettatore riuscendo a soppesare sia il lato mystery – appunto – che l’introspezione del personaggio.

Giudizio Cinematographe

Regia - 4.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 2.4

3.3

Voto Finale

Tags: Fox