We believe you: recensione del film, dalla Berlinale 2025
Un film interessante sulle dinamiche familiari.
We believe you, film a cura dei registi Charlotte Devillers e Arnaud Dufeys, arriva nella categoria Perspectives della Berlinale 2025, in programma dal 13 al 23 febbraio 2025 a Berlino.
We believe you si dipana pian piano, come le fasi del processo che è al centro della narrazione. Una mamma, Alice (Myriem Akheddiou), cerca di trascinare il figlio Etienne, molto scontroso, sul tram per andare ad un appuntamento. Si scoprirà in seguito che sono attesi in tribunale per stabilire, tramite processo, se il padre possa avere ancora contatti con loro. La storia della famiglia viene narrata dalla madre e dalle richieste che avanzano entrambi gli avvocati. Una scelta singolare che mette in risalto come i figli della coppia Lila e Etienne, la cui custodia è oggetto del contenzioso, passino in secondo piano, quasi invisibili come agli occhi della legge.
We believe you: la difesa dei bambini
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I registi hanno scelto di girare We Believe you all’interno dell’unica stanza del tribunale dove si svolge il processo. Il luogo appare asettico, dominato dal colore bianco, forse per mettere in evidenza la posizione neutrale del giudice. La narrazione viene descritta dagli interventi che Alice e il padre dei bambini (Laurent Capelluto) espongono davanti al giudice per giustificare le loro tesi e i punti di vista. I registi utilizzano i primi piani per mettere in risalto anche i tic e le espressioni facciali. In un contesto in cui non è permesso parlare se non quando il giudice concede la parola, questa scelta spicca perché permette allo spettatore di comprendere le tensioni interne e le manifestazioni di stress delle persone coinvolte: Alice è spesso in lacrime, cambia postura o posiziona le mani in modo da ostacolare la visione della figura paterna. Al contrario il padre appare rilassato, quasi assente, come se non fosse veramente interessato alla custodia dei bambini. Un atteggiamento che rispecchia il suo comportamento negligente e disinteressato nei confronti dei figli.
We believe you: valutazione e conclusione
We believe you è un film potente che pone al centro la tutela dei bambini. Una tematica di cui si parla e che spesso passa in sordina. Noi vi crediamo è la frase di chiusura del film, che racchiude le intenzioni dei registi di portare l’attenzione sul fatto che le denunce delle famiglie in cui avvengono abusi sessuali su minori siano invisibili agli occhi della giustizia.
Del 10% delle cause che vengono presentate solo il 2% riesce effettivamente ad ottenere giustizia.
We believe you enfatizza le difficoltà di essere buoni genitori e di proteggere i propri figli all’interno del nucleo familiare. La giustizia, che dovrebbe ergersi a garante, appare inefficace nel svolgere il proprio compito, lasciando spesso le famiglie e il futuro dei bambini a loro stessi. Il dover provare gli abusi subiti e sostenere le proprie posizioni per l’intera durata di un processo è logorante e prova situazioni di crisi in coloro che le devono affrontare. Myriem Akheddiou è bravissima nell’interpretare il ruolo di Alice, tanto da reggere l’intero film sulle sue spalle.