Weekend: recensione del thriller di Riccardo Grandi

È disponibile su Amazon Prime Video il thriller italiano Weekend, diretto da Riccardo Grandi ed interpretato tra gli altri da Filippo Scicchitano.

Eagle Pictures ha distribuito su Amazon Prime Video il thriller tutto italiano Weekend. Il film è diretto da Riccardo Grandi, regista alla sua seconda prova cinematografica dopo Tutto l’amore del mondo del 2015. In scena quattro ragazzi le cui vite sono intrecciate da un mistero: chi ha ucciso Alessandro? Partendo dallo schema classico del thriller, mixando piani narrativi tra il presente e il passato, il film mette in scena l’antica dicotomia bene contro il male, in un film che rispetta in modo estremamente accademico e minimalista il genere, senza lasciare grandi emozioni.

Weekend: la trama

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Federico, Giulio, Michele e Roberto: 4 amici di gioventù si rincontrano dopo anni alla mostra di pittura della madre di Alessandro, un loro amico morto sette anni prima in circostanze poco chiare. Il giorno della morte di Alessando i quattro erano con lui, ed è da quel momento che non si sono più rivisti. La sera stessa i quattro ragazzi si ritrovano isolati nella casa di montagna dove, nella tragica estate di 7 anni prima, passarono un weekend mai dimenticato che terminò nel peggiore dei modi. Qualcuno li ha rapiti, li hai isolati e li sorveglia. Chi li ha fatti prigionieri vuole sapere la verità: chi ha ucciso Alessandro deve confessare o da quella baita nessuno uscirà vivo.

Weekend è un thriller classico?

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Se si scrive weekend su Google il primo risultato disponibile riguarderà il meteo e non è un caso che il thriller in questione inizi proprio con qualcuno in automobile che ascolta una trasmissione radiofonica in cui i conduttori anticipano quali temperature sono attese, per preparare gli ascoltatori al fine settimana. I quattro protagonisti non sanno che per loro sta arrivando una tormenta, non solo in senso metaforico, perché gli amici di vecchia data saranno messi l’uno contro l’altro per arrivare ad una confessione e sciogliere il mistero.

La locandina di Weekend urla cinema di genere anni ’80. In particolare il design, con il titolo in rosso che si staglia sul nero, riconduce subito alle ambientazioni slasher. In realtà il film adotta lo schema classico del thriller, con un mistero da sciogliere presentato nell’incipit, la parte centrale in cui vengono raccontati i fatti e messe tutte le carte in tavola, qui sviluppato tra rimandi tra flashback e presente, fino all’epilogo in cui l’assassino confessa (e lo spettatore vede se ha azzeccato). L’impianto da thriller classico però lo condivide con il genere drammatico in cui i protagonisti svelano le proprie paure e sentimenti.

La scrittura e la sceneggiatura non appagano

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Il film trasuda ispirazioni a partire da Saw – L’enigmista per il rapimento e l’isolamento in un luogo, a I Know what you did last night, per un fattaccio il cui mistero rincorre i protagonisti, fino a La festa di Simone Scafidi, giusto per citare un altro thriller italiano (anche se quello era sviluppato in chiave mockumentary) i cui fattacci accadono proprio durante un party. Insomma, Weekend nell’essere riverente al genere finisce per essere scontato e troppo algido, né interessante sul lato mistery, né su quello di approfondimento psicologico. Infine quello che viene a mancare è l’elemento chiave del thriller: la suspense. Chi vive, chi muore, chi è l’assassino: niente interessa realmente.

Da premiare la fotografia e la messa in scena (e anche il coraggio di rispettare il cinema di genere anni ’80, mostrando anche ragazze in déshabillé), ma le pecche escono fuori quando ci si sofferma su dialoghi ed interpretazioni ingessate (elemento di cui il cinema italiano è spesso vittima). Il film è interpretato da Alessio Lapice, Eugenio Franceschini, Jacopo Olmo Antinori, Filippo Scicchitano, Lorenzo Zurzolo e Greta Ferro.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Recitazione - 2
Fotografia - 3
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.2